“Forse il sindaco Rapinese non si è accorto del traffico infernale che affligge la città e i cittadini ogni giorno. Quello è il vero caos. Servono agenti a dirigere il traffico e una programmazione oculata dei lavori stradali. Bene l’ordine e bene la pulizia ma una città invasa dalle auto in colonna non è una città vivibile” interviene Gabriele Guarisco, consigliere comunale del Partito Democratico.
“Ben venga il massimo impegno per multare gli incivili che parcheggiano in maniera irregolare o i padroni di cani che non puliscono dove i loro amici a quattro zampe sporcano. Peccato che fin troppo spesso i cittadini comaschi siano costretti nell’abitacolo della loro vettura ferma in coda. Nei giorni scorsi, complici i lavori in autostrada e diversi cantieri in città, muoversi a Como è stato uno strazio. Il sindaco se n’è accorto? Dedichiamo qualche agente della Locale a gestire anche il traffico e il Comune potrebbe coordinare meglio i cantieri sulle vie in città. Insomma, oltre ai quattro zampe in città c’è chi viaggia, o vorrebbe viaggiare, a quattro ruote” conclude il consigliere Guarisco.
“Apprendiamo da una delibera di giunta che l’amministrazione Rapinese ha intenzione di chiudere gli spazi civici di Camnago Volta, Civiglio, Monte Olimpino e Tavernola per tagliare i costi delle utenze. Così andiamo verso la creazione di altri luoghi morti, verso l’ulteriore abbandono dei quartieri. Una prospettiva triste e inaccettabile che desertifica le occasioni di interazione sociale e aggregazione per i cittadini. Dopo una pandemia che ha ridotto drasticamente le possibilità di socializzazione, dovremmo incentivare l’utilizzo di questi spazi per l’aggregazione e la partecipazione, promuovendo servizi di prossimità per famiglie e anziani. Ecco, Como va nella direzione opposta” denunciano Patrizia Lissi, capogruppo PD in consiglio comunale, e Luca Vozzella, consigliere comunale di Svolta Civica.
“L’esempio più eclatante è quello della circoscrizione di Tavernola. Lo spazio ormai destinato a chiudere doveva essere il nuovo punto di ritrovo di un gruppo di anziani che a questo punto dovranno andare altrove nonostante gli accordi con il Comune fossero altri. Non dimentichiamo che lo spazio di Tavernola funge anche da biblioteca: ci chiediamo che fine faranno le migliaia di libri custoditi lì – concludono i consiglieri – Insomma, è evidente come l’amministrazione Rapinese scelga di non investire sui cittadini. Dove c’è un costo, arriva la scure dei tagli”.
E’ stata grave la scelta di convocare alle nove di mattina di un lunedì l’assemblea pubblica richiesta da più di quattrocento cittadini per discutere del progetto riguardante il nuovo polo dell’infanzia ad Albate e la chiusura triennale del nido: questo, unito al fatto che il luogo scelto per l’appuntamento è stato il municipio e non il quartiere, ha fortemente disincentivato la partecipazione dei cittadini e mostra anche visivamente quanto l’amministrazione Rapinese si chiuda nel palazzo per evitare di dare risposte.
Qual era il timore? Non potere rispondere con qualcosa più di vaghe rassicurazioni alla richiesta dei genitori di mantenere la continuità educativa del nido Peter Pan di Albate, di non lasciare per tre anni un intero quartiere, e la città tutta, con una struttura in meno per i bambini e liste d’attesa in allungamento?
Oppure il non volere ascoltare la preoccupazione degli abitanti delle vie vicine all’edificio su cui si vuole intervenire che fanno presente che un progetto di quel tipo in centro ad Albate avrà delle conseguenze viabilistiche pesanti e che dal progetto non si vedono soluzioni realmente sostenibili?
Queste sono ancora le domande a cui l’Amministrazione Rapinese deve una risposta concreta a cui non si può sottrarre. Il percorso dell’assemblea tematica, previsto dai regolamenti del Comune, continua e queste domande dovranno avere un riscontro vero, se l’Amministrazione Rapinese ritiene di essere seria, in occasione della successiva assemblea che, noi riteniamo, dovrà avere luogo in un orario, serale o del sabato, e in un luogo che davvero permettano ai cittadini di esserci. O è troppo scomodo per sindaco e assessori?
Partito Democratico di Como
Svolta Civica
“Liquidato l’assessore Lombardi, ci chiediamo: chi sarà il prossimo assessore o consigliere nella lista di proscrizione di Rapinese?” si chiede Tommaso Legnani, segretario cittadino del Partito Democratico.
“Solo qualche mese fa Rapinese dichiarava che da Lombardi sarebbe dipesa la sua rielezione. Oggi invece apprendiamo che tutte le deleghe dell’assessore Lombardi sono state revocate. Cosa è cambiato? Chiediamo siano rese pubbliche le motivazioni di tale scelta. La debolezza di Rapinese, uomo evidentemente solo al comando, è interamente contenuta in questo episodio. La ricchezza e l’efficacia di un’amministrazione sta nell’aprirsi alle altre forze democraticamente elette. Rapinese rifiuta tutto ciò, non solo in consiglio ma evidentemente nella sua stessa maggioranza. Speriamo solo che le deleghe di Lombardi, che riguardano ambiti vitali della vita cittadina, vengano riassegnate il prima possibile” conclude Legnani.
“Tagliare l’addizionale Irpef dello 0,3% è soprattutto una manovra di facciata dell’amministrazione Rapinese. Il minore gettito complessivo per il Comune è infatti di € 230.000, pari a circa € 3,00 per ogni cittadino. Con la proposta della Giunta per un reddito di € 20.000 si avrebbe un risparmio di € 6,00 e per un reddito di € 100.000 un risparmio di € 30,00, premiando così’ i redditi più alti. Senza ridurre l’addizionale si poteva destinare tale importo alle famiglie a basso reddito, per esempio a quelle cui è stata aumentata la tariffa degli asili nido. È anche una decisione iniqua e non progressiva che poteva essere corretta. Abbiamo presentato un emendamento con la previsione di aliquote progressive per scaglioni di reddito invece che un taglio fiscale piatto, uguale su tutti i redditi come quello voluto dalla giunta Rapinese” dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico, Stefano Legnani.
“Abbiamo chiesto la previsione di sei scaglioni di reddito: un’aliquota dello 0,76% dai 15mila ai 28mila, una da 0,79% dai 28mila ai 70mila euro, e una dello 0,80% per i redditi oltre i 50mila euro. Con questo sistema, pur avendosi una riduzione per tutti i redditi, anche per quelli superiori a € 50.0000, i redditi più bassi verrebbero tassati meno mentre quelli più alti contribuirebbero alle casse comunali in proporzione alle proprie possibilità. In altri termini significherebbe una riduzione dell’imposta di 9,50 euro per i redditi sopra i 20mila euro, 12,70 euro per i redditi sopra i 28mila, di 13.90 euro per i redditi sopra i 40mila, 14,90 euro sopra la soglia dei 50mila e 100mila euro con un riduzione percentuale dell’imposta rispettivamente del 5,94%, 5,67%, 4,34%, 3,72% e 1,86%. L’emendamento è stato respinto dalla maggioranza. Abbiamo comunque votato a favore della proposta di riduzione dell’imposta dello 0,03%, essendo comunque positiva una minore complessiva pressione fiscale sui cittadini. E’ però un’occasione mancata per dare un segnale ai redditi più bassi, che sono in particolare sofferenza in questo periodo. Anche questo conferma la non disponibilità della maggioranza a venire incontro alle situazioni di maggiore difficoltà” conclude il consigliere Dem.
“La commissione consiliare chiesta dalle minoranze sulle chiusure scolastiche non ha fatto la minima chiarezza su quali e quante scuole comasche chiuderanno. Purtroppo le dichiarazioni indefinite e generiche che la giunta ha dato nelle scorse settimane hanno provocato panico e le informazioni altrettanto poco definite date ieri non dissipano la preoccupazione. L’unica cosa chiara è che la giunta vuole ridurre i plessi” dichiarano Patrizia Lissi, capogruppo PD a Palazzo Cernezzi, e Gabriele Guarisco, consigliere Dem, commentando l’esito della commissione consiliare dedicata al piano di razionalizzazione scolastica prevista dall’amministrazione Rapinese.
“Limitarsi a chiudere avrà un impatto sulla vita delle nostre comunità e dei nostri quartieri, dove ogni istituto svolge un fondamentale ruolo sociale. Il timore è che si creino studenti di serie A, che continueranno a frequentare il proprio istituto, e di serie B, che dovranno spostarsi altrove. Accorpare i plessi di uno stesso quartiere, senza privare quindi un’area della scuola, sarebbe la razionalizzazione vera, qualora i dati indicassero questa possibilità – commentano Lissi e Guarisco – “Lasciateci lavorare” dice l’assessore Roperto. Noi diciamo che occorre lavorare insieme con famiglie, operatori delle scuole e cittadini. Per questo continueremo a chiedere assemblee sul tema che coinvolgano tutto il territorio. Vogliamo sapere in che modo il Comune ha intenzione di affrontare il nodo trasporti che inevitabilmente si creerà con centinaia di famiglie e studenti costretti a un tragitto casa-scuola più lungo. Vogliamo che sia affrontata anche la questione occupazionale: che cosa succederà al personale dei plessi chiusi? E sempre sul tema scuola, deve essere fatta chiarezza sul punto unico di cottura e sul futuro dei lavoratori attualmente impiegati nella struttura. Non ultimo, vogliamo conoscere il piano del Comune per il nido di Albate, destinato a una chiusura prolungata calata dall’alto senza dialogo con le famiglie, e per lo spostamento della materna di Via Acquanera. La scuola è una cosa seria e noi non ci fermiamo”.
“Le modifiche al regolamento di Polizia Urbana voluto dalla Giunta Rapinese mancano completamente il bersaglio: era l’occasione per affrontare diversi aspetti della convivenza cittadina che meritano attenzione. Piuttosto il regolamento è diventato uno strumento nelle mani del sindaco per tenere fede ad alcune promesse fatte in campagna elettorale ed evitarsi altri imbarazzi. Con queste modifiche si spacciano soluzioni semplici a problemi complessi senza considerare le conseguenze sulla vita cittadina” dichiara il gruppo consiliare del Partito Democratico
“Nello specifico, il divieto del consumo di bevande alcoliche sull’intero territorio comunale è scritto in maniera così approssimativa che non inciderà significativamente sugli effetti della mala movida notturna in contesti come Piazza Volta. Contrariamente a quanto si possa far credere, non avrà nemmeno ricadute più efficaci del necessario presidio continuo, anche sociale, della situazione in zone come Via Anzani e San Rocco. Piuttosto viene criminalizzato il picnic in Spina Verde, il brindisi all’esterno della facoltà per una laurea o bere una birra su una panchina del lungolago in un pomeriggio estivo. Per evitare di sanzionare le famigliole, gli studenti o i turisti, e di impegnare inutilmente gli agenti della Polizia locale, l’unica soluzione sarà far finta che il divieto non esista. Divieto sul quale la maggioranza si è intestardita, divieto che non ha precedenti in altri capoluoghi dal momento che vieta il consumo di alcol in luoghi pubblici e aperti al pubblico, con la paradossale conseguenze che sarà vietato bere, non solo nei giardini e cortili dei condomini e nelle università, ma anche nei circoli privati e negli oratori. Ma non sarebbe stato meglio lasciare ai gestori di tali spazi la regolamentazione di cosa si può o non si può fare in tali luoghi? ” commentano i consiglieri Dem.
“Certo l’approvazione di nuove regole fa pubblicità. Così l’annuncio di più zone rosse che non garantisce che i problemi si spostino in aree vicine. E poi la questione della quiete pubblica, importante quanto il lavoro e la libertà di esprimersi. Da una parte siamo soddisfatti che, grazie alla segnalazione che abbiamo fatto per primi, il Consiglio comunale abbia deciso di eliminare le limitazioni d’orario sulla manutenzione dei giardini privati che avrebbero danneggiato un’intera categoria professionale. A ben vedere, però, non vi erano grandi alternative: l’articolo era in piena contraddizione con l’esistente regolamento comunale del piano di zonizzazione acustica che già disciplina la manutenzione del verde. Piano, questo probabilmente sconosciuto all’amministrazione. Non possiamo essere d’accordo però sulle nuove regole per l’esercizio dell’arte di strada. Tanto dipenderà dall’individuazione effettiva delle piazzole per le esibizioni ma l’idea è che si voglia confinare musicisti e performer (e anche chi dall’arte di strada trae un qualche sostegno economico) e allontanarli, anche a forza di burocrazia e adempimenti, dal cuore della città in quanto disturbatori – conclude il gruppo del PD – Altra evidenza che il regolamento non è uno strumento di convivenza, di mediazione delle istanze dei cittadini, ma di chiusura e limitazione”.
“Se la Giunta Rapinese ha intenzione di approvare il regolamento di Polizia urbana senza modifiche rischia di mettere in crisi le imprese private che si occupano di manutenzione del verde sul territorio comunale” dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico, Stefano Legnani e Gabriele Guarisco.
“Basta scorrere la bozza per cogliere, all’articolo 13, che dal primo di ottobre fino al 31 marzo i lavori di taglio del verde potrebbero essere svolti dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00, durante la settimana. Nei weekend l’inizio dei lavori può avvenire solo alle 10.00 fino alle 12.00 e dalle 16.00 fino alle 17.00. Nel periodo estivo da aprile fino alla fine di settembre, dal lunedì al venerdì, si può lavorare solo dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 21.00. Nel weekend gli interventi sul verde sono previsti dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 21.00. Basterebbe confrontarsi con un qualsiasi addetto del settore per sapere che, di norma, gli orari di lavoro sono 8.00-12.00 e 13.00-17.00: il nuovo regolamento, da una parte, taglia le ore a disposizione durante l’inverno e costringe a lavorare fino a tardi d’estate” commentano i consiglieri Dem.
“Oltretutto l’articolo, così come proposto, non tiene conto delle differenze tra apparecchi a motore a scoppio e apparecchi elettrici, che sono molto meno rumorosi. Infine – concludono Legnani e Guarisco – se la norma vuole davvero tutelare il riposo dei cittadini, perché non viene applicata anche alla manutenzione delle aree pubbliche confinanti con edifici residenziali? Ci aspettiamo che su questa e sulle altre – tante – incongruenze del regolamento la maggioranza sia pronta a confrontarsi con l’opposizione”.
“La copertura del pavimento del Broletto per eliminarne il dislivello rispetto a piazza del Duomo non si farà: il risparmio per le finanze pubbliche sarà ingente, di ben 300mila euro, inizialmente previsti per un’opera inutile a cui ci siamo già opposti in passato e che avrebbe fatto perdere la visibilità al monumento. Inoltre il Comune di Como dovrà impegnarsi a stanziare risorse per il recupero del patrimonio di edilizia pubblica non solo a partire dal piano delle alienazioni del patrimonio comunale ma anche con le altre risorse dell’ente. Due obiettivi importanti ottenuti con i nostri contributi al Documento unico di programmazione votato questa settimana in consiglio comunale. Ora ci aspettiamo che questi trovino una più concreta realizzazione nei prossimi mesi, a partire dalla fase di approvazione di bilancio” commentano Patrizia Lissi, capogruppo PD in consiglio comunale a Como, Stefano Fanetti, Gabriele Guarisco, Stefano Legnani, consiglieri comunale Dem.
“Purtroppo però la maggioranza si è opposta a numerose altre proposte del Partito Democratico che riteniamo ugualmente importanti per la città. Abbiamo chiesto che il personale attualmente impiegato nelle mense scolastiche rimanga alle dipendenze del Comune anche in caso di privatizzazione del servizio. Abbiamo chiesto la sistemazione del cimitero di Rebbio, con l’apertura del cancello su via Ennodio per il passaggio delle persone con disabilità. Abbiamo anche proposto il rilancio delle assemblee di zona per favorire la partecipazione attiva dei cittadini. E poi: l’inserimento nel documento dell’obiettivo della piena fruibilità da parte dei cittadini del Parco dell’ex Ospedale Psichiatrico del San Martino, il pieno recupero funzionale dell’Ostello di Villa Olmo, la razionalizzazione degli infopoint in un punto informazioni unico al Broletto. Abbiamo anche chiesto interventi specifici per l’installazione di dispositivi di sicurezza di base (cancelli, citofoni, porte di sicurezza) negli immobili di edilizia pubblica” aggiungono i consiglieri.
Tra gli ordini del giorno Dem rifiutati dalla maggioranza, due particolare riguardavano il trasporto pubblico locale e il ripristino del collegamento autobus per le aree di Baraggia e Via Ninguarda ad Albate: “Le nostre richieste – respinte, purtroppo – provengono direttamente dai residenti. Bene vedere che la nuova giunta abbia assicurato, dopo che l’abbiamo sollecitata nell’ultima seduta del consiglio comunale, che la questione verrà portata sul tavolo di confronto con l’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale. Ma non ci basta questo: continueremo a spingere perché si proceda il prima possibile con il finanziamento del servizio e la risoluzione degli altri aspetti tecnici per l’attivazione del servizio. E lo stesso vale per quanto riguarda per l’altro collegamento autobus, tra Sagnino e Ponte Chiasso, su cui avevamo chiesto l’impegno comunale – aggiunge il gruppo consiliare del PD, concludendo – In linea generale vediamo una maggioranza che ha votato contro queste proposte di buon senso che offrivano delle risposte alle istanze di tanti cittadini. Ma non ci fermeremo davanti ai no: siamo determinati a portare avanti queste e molte altre battaglie”.