“E’ un giorno speciale per la nostra città. Oggi, infatti, è stata inaugurata la targa in onore del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, posta in via Milano all’esterno dell’abitazione che per tre anni, tra il 1952 e il 1954, fu la sua casa. Un gesto di estrema importanza, in memoria di un uomo che ha segnato la storia del nostro paese per l’impegno e il coraggio nella lotta alla mafia” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani, presenti alla cerimonia.
“Ci auguriamo che la targa in suo onore non sia solamente un omaggio nei confronti della sua figura, ma possa essere un monito per le tante persone che quotidianamente vi transitano davanti. Per quanto siano stati fatti dei passi avanti nella lotta alla criminalità organizzata, anche grazie alla tenacia di uomini come Dalla Chiesa e a tante altre persone che, oltre a combatterla, si prendono cura dei beni confiscati, il fenomeno, nelle sue varie forme, è ancora presente nel nostro paese e nel nostro territorio e condiziona le vite di molte persone e delle loro famiglie”.
“La mafia è presente nel traffico di droga, nello sfruttamento dei migranti, nello smaltimento illegale dei rifiuti speciali. Si insedia nelle zone d’ombra della nostra società, espandendosi un po’ alla volta. È importante, quindi, tenere alta l’attenzione, parlarne, promuovere la cultura della legalità, soprattutto nelle nuove generazioni. Solo così, la memoria del Generale Dalla Chiesa sarà veramente onorata e le sue battaglie, così come il suo sacrificio, non saranno stati vani”.
«Il Consiglio comunale di ieri sera si è concluso con un’amara sentenza: il sindaco tira dritto e l’Amministrazione chiuderà la Bocciofila dei Combattenti (per realizzare un progetto che, a quanto pare, non esiste), così come l’asilo di Ponte Chiasso. A nulla sono servite le opposizioni e le controproposte delle minoranze. A nulla sono servite le richieste e le proteste dei cittadini (eh già, perché il sindaco mica è eletto dalla gente, non vorrete che perda il suo prezioso tempo a venire incontro ai bisogni dei comaschi)» denunciano i consiglieri del Partito Democratico di Como Patrizia Lissi, Stefano Fanetti, Eleonora Galli e Stefano Legnani.
«Il sindaco delle chiusure colpisce ancora. Già in passato avevamo paragonato il suo operato a un cancello: quel cancello che ha dichiarato di voler mettere davanti ai portici dell’ex chiesa di San Francesco o quello che, simbolicamente, ha chiuso i centri civici della città. Un cancello è anche ciò che separa il sindaco dai cittadini, sempre interpellati a cose fatte, quando le decisioni sono già state prese e quindi viene molto più facile, per l’Amministrazione, tirare dritto. E quindi un cancello, anzi due, impediranno agli anziani di ritrovarsi (in barba alla socialità) laddove lo fanno da anni, e costringerà bambini e genitori a migrare altrove, cacciati dalla scuola di quartiere» proseguono.
«Ironia della sorte, proprio ieri, in Consiglio, si è discusso di amministrazione condivisa dei beni materiali e immateriali del Comune con gli enti di terzo settore. E quale occasione migliore di uno spazio come la bocciofila, allora, per sperimentare questa modalità? Un’alleanza sarebbe stata perfetta per tenere aperto uno spazio che è soprattutto luogo d’incontro».
«Quanto alla materna, il sindaco l’ha definita ”una questione di algebra”. A suo dire le scuole chiuderanno, ovunque, a causa dei pochi iscritti. Questo è il metodo utilizzato: numeri, freddi calcoli. Siamo convinti che una buona Amministrazione non possa basarsi solo su questo. Nel prendere decisioni per una città, che è fatta di persone, sulla bilancia, qualche volta, sarebbe opportuno mettere anche il cuore» concludono.
“La lettera scritta da don Giusto Della Valle e da Rossano Breda alla vigilia della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato non può lasciarci indifferenti. È sotto gli occhi di tutti che, ormai da qualche anno, siamo di fronte a un fenomeno, quello degli sbarchi e delle migrazioni, che interessa in particolar modo la nostra città. In questi giorni si parla di emergenza, ma in realtà è una questione strutturale e, pertanto, difficilmente la situazione cambierà. Non sarà la politica del governo a fermarla, pertanto, ognuno deve rimboccarsi le maniche e fare la propria parte per fare in modo che i nuovi arrivi in città rappresentino un’opportunità e non un problema” afferma Patrizia Lissi, capogruppo del PD in Consiglio comunale.
“Gli enti, le associazioni e le parrocchie dovrebbero lavorare in sinergia con un duplice obiettivo: da un lato quello di trovare luoghi adatti a ospitare i migranti, e dall’altro quello di creare occasioni di incontro con la cittadinanza, finalizzate alla reciproca conoscenza e, dunque, all’integrazione. Per farlo, però, è necessario che ognuno, a partire dal Comune, faccia un passo avanti e si metta in gioco, con spirito collaborativo, per fare la propria parte”.
“C’è una grande domanda che dobbiamo porci: in che tipo di società vogliamo vivere? Vogliamo una Como chiusa, che lascia gli ultimi ai margini, creando un distacco che rischia di provocare un disagio sociale, o preferiamo una città in cui tutti vengono trattati come persone e si cerca, tutti insieme, di fare tutto il possibile perché chi arriva qui, con sogni e speranze, possa costruirsi una vita nuova? Preferiamo di gran lunga la seconda ipotesi e faremo tutto il possibile per dare il nostro contributo”.
“Abbiamo appreso la notizia del rimpasto in Giunta operato dal sindaco Rapinese, all’ennesima dimostrazione di protagonismo. Fa specie il modo in cui le deleghe siano state date e tolte, quasi come una punizione a chi non segue i suoi dettami e un premio, invece, ai fedelissimi, ma ancor più come, ancora una volta, sia riuscito ad attribuirsi nuove importanti competenze”. dichiarano i Consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi, Eleonora Galli, Stefano Fanetti e Stefano Legnani.
“Ricapitolando, una grande sostenitrice del primo cittadino ha avuto la propria promozione in Giunta, a riconoscimento della propria lealtà. Per contro, il “frizzantino” assessore Enrico Colombo è stato sgasato e di fatto messo ai margini, privato di gran parte delle proprie aree di competenza. Da notare anche come anche a Francesca Romana Quagliarini sia stata tolta una delega, con cui aveva senz’altro familiarità, come quella all’Università “.
“Curioso come il sindaco si sia tenuto una delega dello stesso Colombo. E da agente immobiliare, poteva forse non essere quella all’Urbanistica? Tra l’altro, viene da chiedersi come possa gestire al meglio tutte le pesanti deleghe che si è attribuito. Attenderemo una dimostrazione dal nostro supereroe” concludono.
“La serata di ieri nella sede dell’Istituto comprensivo di Como Nord ha rappresentato una forte presa di posizione da parte dei genitori, della direttrice didattica, degli insegnanti, degli educatori e dei cittadini, fermi nell’esprimere la volontà di mantenere la scuola dell’infanzia a Ponte Chiasso. Un’idea che condividiamo e supportiamo, come espresso anche durante l’incontro. Il quartiere ha un’importante funzione identitaria e aggregativa. Chiudere l’asilo significa svuotarlo del proprio tessuto sociale. Inoltre, la decisione comporterebbe un aumento del traffico, con conseguenti ritardi e notevoli disagi ai genitori” dichiarano i Consiglieri comunali Barbara Minghetti, Vittorio Nessi e Luca Vozella de La Svolta Civica e Patrizia Lissi, Stefano Legnani ed Eleonora Galli del Partito Democratico.
“Le proposte concrete da parte delle famiglie di Ponte Chiasso non mancano. Tra queste, c’è l’idea di spostare la materna di via don Luigi Monza nel plesso della primaria di via Brogeda, dove c’è spazio per accogliere tutti, così come fatto in precedenza anche a Monte Olimpino. Proposte che, come sempre, andavano ascoltate prima, ma ormai non ci stupiamo più, perché quello di parlare con i diretti interessati solo a cose fatte è un modus operandi ben consolidato dall’Amministrazione. Chiediamo al sindaco e al gruppo di maggioranza di rivedere le scelte fatte, provando a venire incontro alle esigenze e ai suggerimenti dei cittadini”.
“Teniamo a precisare, inoltre, come nonostante le continue richieste di chiarimento e un’interrogazione già depositata in Comune, non siano ancora arrivate risposte chiare su quali scuole verranno chiuse. Il vicesindaco, presente all’incontro, non è riuscito a dare risposte chiare alle domande e alle richieste dei presenti. I cittadini meritano trasparenza. Non possono essere informati sempre e solo all’ultimo momento” concludono.
“Le recenti notizie di cronaca nazionale e locale, come quella della rapina in centro a Cantù a opera di una baby gang, confermano quanto sia importante, anche per i Comuni, aiutare le famiglie e la scuola, creando percorsi educativi che accompagnino bambini e ragazzi nella crescita. A Como ci sono tantissime organizzazioni di volontariato che quotidianamente si spendono per l’altro e che, alla luce della loro esperienza, possono essere importanti attori nel raggiungimento di questo obiettivo. Per combattere il disagio giovanile, in sede di approvazione del Documento Unico di Programmazione, avevamo proposto di organizzare eventi di promozione per bambini, in collaborazione con Terzo Settore e scuole primarie” dichiara Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico di Como in Consiglio comunale.
“L’idea era quella di pensare a percorsi ludico educativi, volti ad avvicinare i più giovani al tema della disabilità, al valore della diversità individuale e dell’inclusione. Lo stesso è stato proposto per il tema del bullismo, del cyberbullismo e dell’utilizzo consapevole della rete internet e dei social network. Indovinate? Proposta rifiutata. Così come, in precedenza, era caduta in un nulla di fatto la mia proposta di creare un tavolo di coordinamento con i responsabili delle varie associazioni e le istituzioni, come Asst e Ats. Ci lascia perplessi il fatto che il sindaco e la sua Amministrazione non ritengano importante il ruolo del Comune nella crescita dei cittadini di domani, ma soprattutto il coinvolgimento delle realtà del Terzo Settore nella vita della città. Forse, però, da un sindaco che ha già chiuso i centri civici, aumentato i costi per l’utilizzo delle sale riunioni e sfrattato la bocciofila, una tale avversione per il sociale ce la potevamo anche aspettare” conclude.
“E’ la storia che scaccia la storia, un patrimonio che cancella un patrimonio. La decisione dell’Amministrazione comunale di sfrattare la storica Bocciofila dei Combattenti e Reduci di via Balestra per consentire la realizzazione dell’esposizione delle monete romane rinvenute in città cela dietro di sé un grande controsenso di fondo del quale non si può non tenere conto. Se è vero che la storia antica della nostra città rappresenta un prezioso tesoro da conservare e far conoscere, è altrettanto vero che quella contemporanea, rappresentata in questo caso dai Combattenti e da un luogo divenuto simbolo, merita, allo stesso modo, di essere tutelata e preservata” dichiarano Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, e Tommaso Legnani, segretario cittadino.
“A lasciare perplessi è soprattutto il metodo, peraltro già visto in passato, con cui il sindaco e il gruppo di maggioranza stanno operando. La notizia di sfratto è arrivata improvvisamente, con una lettera, senza parlarne con i diretti interessati. Gli incontri e i confronti sono arrivati solo dopo, a giochi fatti. Certamente non un modo corretto di rapportarsi con i propri cittadini. Per giunta, non hanno portato ad alcun risultato, come dimostrato dall’incontro di ieri in Prefettura. Il sindaco Rapinese si è dimostrato ancora una volta fermo sulle proprie posizioni e incapace di trovare soluzioni alternative per venire incontro a chi la città la abita, la vive, la rende viva”.
“In questo momento, in cui la permanenza dell’associazione in quella che, da anni, è la sua casa e il suo luogo di ritrovo viene minata da un provvedimento preso estremamente alla leggera dall’Amministrazione, il Partito Democratico vuole esprimere la massima vicinanza a tutte le persone per le quali la Bocciofila è molto più che una pista sulla quale far rotolare delle palline. Invitiamo il sindaco a tornare sui suoi passi e a vagliare tutte le soluzioni possibili. E’ necessario che la bocciofila, le sedi delle associazioni e le nuove esposizioni trovino il modo di coesistere, cosicché nessuno resti penalizzato. Storia e socialità possono convivere: senza la seconda, la prima rischia di essere solo un vuoto ricordo del passato” concludono.
“Il discorso di ieri sera del nostro Vescovo Oscar Cantoni, alla vigilia della festa di Sant’Abbondio, ha offerto a tutti i comaschi numerosi spunti di riflessione ma, soprattutto, ha tracciato una linea da seguire con cui non possiamo che essere assolutamente concordi. Con le sue parole, ricollegabili a quelle recentemente pronunciate dal Presidente Sergio Mattarella sui valori della nostra Costituzione, ha dipinto il sogno di una Como in cui nessuno resta solo, ricca di opportunità di condivisione, socialità, crescita nello scambio e nella relazione. Un’idea che ci ha ricordato le tematiche sulle quali continuiamo a batterci quotidianamente” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani.
“Sogniamo una Como che tenga fede al titolo di Messaggera di Pace ricevuto dalle Nazioni Unite, favorendo ogni iniziativa di amicizia tra le città e i popoli del mondo e coerentemente promuovendo il valore della solidarietà, innanzitutto, tra i propri cittadini. Una città in cui le associazioni, motore della nostra comunità, possano lavorare in rete e in piena sinergia tra loro e con le istituzioni, aiutandoci a creare legami e relazioni tra i comaschi e ad aiutare chi ne ha bisogno. Sogniamo una città dove i giovani possano ritrovarsi, far sentire la propria voce, scambiarsi le proprie idee per il futuro e contribuire alla costruzione della Como di domani. Vogliamo che abbiano opportunità di svago e di divertimento e spazi dedicati, dove possano essere liberi di essere se stessi e nei quali fare nuove amicizie, combattendo così il disagio giovanile. Sogniamo un luogo in cui chi è arrivato da poco possa sentirsi accolto. Desideriamo che abbia un letto in cui dormire e persone disposte a sostenerlo nella costruzione di una nuova vita. Sogniamo che nessuno venga più lasciato ai margini, escluso, quasi cacciato. Vogliamo una Como dove chi è in difficoltà non venga trattato come uno scarto, ma con la dignità di una persona, e che possa ricevere tutto il supporto di cui necessita”.
“Siamo consapevoli che tutto ciò non è facile, ma questa è la Como che dobbiamo provare a costruire: un luogo di pace, inclusione e libertà, ma anche di solidarietà e relazioni. Questo è il Comune che vogliamo realizzare e per il quale, ogni giorno, continueremo a lavorare all’opposizione, con la massima disponibilità a collaborare con l’Amministrazione per questi obiettivi, ma anche con tenacia e fermezza nel dire di no, qualora i valori appena espressi dovessero essere minati” concludono.
“Le lunghe code che nella giornata di ieri si sono create alla nuova biglietteria della navigazione, estendendosi lungo la passeggiata in direzione Sant’Agostino, sono l’ennesima prova dell’enorme crescita del turismo a Como. Una grande opportunità, certamente, per la città, ma anche una fonte di difficoltà che durante tutta l’estate ci siamo ritrovati a registrare. E’ urgente un intervento da parte dell’Amministrazione comunale che ha il compito di rendere sostenibile questo turismo, senza creare disagio a chi, il nostro centro, lo vive quotidianamente. In sede di approvazione del Documento Unico di Programmazione abbiamo fatto due proposte sul tema. La prima riguarda le aree camper, sempre più richieste. Vista l’insufficienza di spazi dedicati, abbiamo impegnato l’Amministrazione ad ampliare l’offerta sul territorio comunale. Tanto per cambiare, però, la richiesta è stata rigettata” afferma il consigliere comunale del PD Stefano Legnani.
“Un altro dei problemi in crescita a Como è quello dell’overtourism, ovvero il sovraffollamento turistico. Sempre più persone scelgono la nostra città per trascorrere le vacanze, e se da un lato non può che fare piacere e favorisce, inoltre, lo sviluppo economico, dall’altro crea inevitabilmente una serie di problematiche su cui si deve provare a riflettere; a partire dalla gentrificazione, ovvero il processo di trasformazione di alcuni quartieri, con conseguente cambiamento della composizione sociale e aumento dei prezzi di acquisto e di affitto degli immobili, per finire alla scarsità di parcheggi sul territorio, passando per il sovraffollamento dei mezzi pubblici, in particolare quelli di navigazione e la funicolare”.
“Una situazione che influenza negativamente la qualità della vita di chi abita o vive il centro della città quotidianamente e che è ormai sotto gli occhi di tutti. Di tutti ma, evidentemente, non del sindaco Rapinese, che non la considera importante o quantomeno meritevole di considerazione e discussione, dato che ha respinto la proposta di individuare delle soluzioni attraverso un percorso condiviso con i diversi attori del territorio. Gli consigliamo di farsi un giro sui mezzi pubblici cittadini e di valutare se questo è realmente il servizio che vuole offrire alla città” conclude.