“Nei prossimi giorni dovrebbero iniziare i lavori di riqualificazione dei giardini a lago: notizia che non può che essere positiva. Vi sono però criticità nel progetto – affermano i consiglieri del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani – Sono stati innanzitutto eliminati i playground, campi da gioco per pallacanestro o altri sport, previsti nel progetto originario dell’Amministrazione Lucini proprio per favorire un’idea di parco urbano, non solo bello da vedere, ma soprattutto fruibile; è quindi un’occasione persa per favorire luoghi di socialità. Ciò è peraltro in linea con l’idea che ha l’attuale Amministrazione rispetto al verde pubblico: abbiamo già l’esempio del parco di Villa Olmo, realizzato per essere calpestabile come nei parchi di tutta Europa, ma per il quale è stato ora introdotto il divieto di accesso”. 

“E’ previsto inoltre il taglio di piante non malate ed anche di notevoli dimensioni, solo parzialmente sostituiti dai nuovi alberi previsti, solamente per la loro interferenza con il progetto. Non sarebbe stata possibile la loro conservazione con una modifica progettuale?”.

Ma quello che lascia ancora più perplessi è l’incompletezza del progetto – proseguono – Non saranno infatti riqualificate porzioni importanti dei giardini. Non si interverrà nella zona attorno al Monumento ai Caduti, che nella parte verso il lago presenta significativi cedimenti. Non si interverrà neppure sui marciapiedi che delimitano i giardini di Viale Rosselli e Viale Vittorio Veneto: quest’ultimo è ormai inutilizzabile perché in gravi condizioni a causa delle radici delle alberature, mentre il primo, in occasione delle piogge, si allaga diventando impercorribile. Non è previsto nemmeno il rifacimento della pavimentazione di Lungo Lago Mafalda di Savoia, che è il percorso pedonale che costeggia in lago nella zona della diga ed è il più frequentato da cittadini e turisti, ma che si trova in gravi condizioni di manutenzione”. 

“E’ poi soprattutto esclusa dall’intervento un’ampia porzione dei giardini in corrispondenza di Lungo Lario Trento – concludono – porzione solo in parte attualmente occupata dal materiale del cantiere delle paratie. Considerato che quest’ultimo terminerà nei prossimi mesi, ben prima della chiusura del cantiere dei giardini, non si comprende per quale ragione tale zona, che unitamente a Lungo Lario Mafalda di Savoia costituisce la connessione dei giardini con il nuovo Lungolago e quindi con il centro della città, non sarà riqualificata. Un’occasione persa, dunque, per dare una definitiva riqualificazione dell’intera zona, per la quale si dovrà quindi necessariamente intervenire con un nuovo progetto e nuovi lavori”.

“La questione dei fondi del Pnrr, ben 25 milioni, che il Comune di Como ha provato ad aggiudicarsi per costruire il Centro federale degli sport de ghiaccio a Muggiò si arricchisce di un nuovo capitolo. Il presidente della Regione Lombardia ha affermato che, quei fondi, in realtà… non ci sono mai stati. Vengono infatti definiti ‘una speranza nata da chi fa sport che però non si è tradotta in realtà’. L’ennesima dimostrazione di quanto i nostri dubbi, espressi già a inizio agosto, fossero pienamente fondati” affermano i consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi, Eleonora Galli, Stefano Legnani e Stefano Fanetti.

“Eppure, secondo il sindaco di Como, noi eravamo quelli che facevano comunella con Varese, quelli che non avevano a cuore la città e che pensavano solo ad andare contro all’Amministrazione. Fin dal primo giorno di mandato, il nostro obiettivo è stato quello di rappresentare i cittadini che ci hanno dato fiducia alle Elezioni, vigilando sull’operato del primo cittadino e del suo gruppo, mettendo a disposizione le nostre competenze per il bene di Como. Il tempo ci ha dato ragione: evidentemente abbiamo avuto una visione più realistica e lungimirante di chi ci governa. Il risultato è stato quello di perdere tempo prezioso. E i cittadini, ancora, attendono di poter tornare a nuotare in piscina”.

Chi sarà il prossimo?

Oggi è toccato all’associazione Carducci di Como, un luogo magico che profuma di cera, dove si ascolta musica, si legge poesia, si discute di letteratura e dove si tengono corsi di pittura, di scultura, tango, lingue, filosofia a prezzi agevolati o gratuiti. Ma soprattutto è un luogo dove ci si sente a casa, in cui si prova l’impulso di prendersi cura delle piante, dei libri, dei mobili retrò e di tutti gli oggetti strambi che sono lì da 130 anni.

È un luogo dove soci e amministratori hanno da sempre messo anima e olio di gomito per sgrassare, pulire, per rendere questa casa accogliente per tutti. Eppure, oggi, anche questa realtà deve vedersela con il Sindaco di Como che veicola fredde diffide per avere le chiavi di alcuni locali dell’associazione e poi si sottrae a qualsiasi dialogo.

A che titolo e per farci cosa non è dato comprendere. Molte associazioni della città sono già state messe in crisi per il rincaro dei costi degli spazi concessi dal Comune. E tante non sono riuscite a tenere aperte le porte ai cittadini.

Così però si sgretola, senza un minimo di visione, un tessuto sociale che svolge una funzione fondamentale. Così però si condannano i cittadini a starsene in casa, magari da soli. Di questo passo non ci sarà più un posto dove andare, dove incontrarsi, dove migliorarsi, dove ci si prende cura, in modi diversi, delle cose di tutti e dell’anima delle persone.

È questa la città che vogliamo?

“In questi giorni sta tenendo banco la discussione relativa alla revisione delle tariffe dei parcheggi in centro città, che il sindaco ha annunciato di volere effettuare. Crediamo che l’idea non debba essere solo quella di alzare le tariffe per fare cassa o per disincentivare la sosta prolungata in centro città. La modifica dei costi deve essere accompagnata da un piano d’insieme, che consenta di togliere le auto dalla zona centrale, incentivando l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità dolce. Il modello di Lecco, citato anche dal quotidiano La Provincia, che prevede tariffe più alte in centro e una progressiva diminuzione man mano che si raggiunge la periferia, può essere un punto di partenza, purché non manchino le alternative a disposizione dei cittadini” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani.

“Il piano attuale rispondeva a uno studio dettagliato che teneva conto delle diverse necessità. La scelta che era stata fatta era motivata dalla volontà di non penalizzare pesantemente i pendolari che non possono sostenere gli oneri di una tariffa oraria. Una decisione che può essere ripensata, ma che richiede vengano realizzate delle alternative oggettivamente sostenibili per chi deve venire in città a lavorare. Sarebbe opportuno anche conoscere come si inserisce nell’ipotesi di revisione tariffaria il parcheggio che si vuole realizzare in Ticosa: a quale utenza sarebbe di fatto prioritariamente destinato e quali le tariffe che verranno applicate”. 

“Fa un po’ sorridere che questa improvvisa rivoluzione contro i parcheggi troppo economici sia partita dall’attuale primo cittadino. Lo stesso che nel proprio programma elettorale del 2017 affermava con forza di voler abbassare le tariffe. Una posizione che derivava dall’opposizione all’allora sindaco Mario Lucini, accusato di ‘aumentare pesantemente le tariffe di sosta in prossimità del centro, rendendo Como una città per ricchi’. Non si può infine non condividere l’obiettivo annunciato da Rapinese di voler rilanciare l’autosilo di Valmulini; si deve però ricordare che da consigliere comunale presentò una mozione, respinta dal Consiglio Comunale, con la quale chiedeva la chiusura di questo autosilo. Curioso, o forse no, che ora che siede a Palazzo Cernezzi come sindaco, su questi due temi la pensi in maniera completamente opposta ”.

“Nei giorni scorsi, il sindaco ha affermato che quella di mettere un cancello davanti ai portici dell’ex chiesa di San Francesco resta una priorità politica. E’ una proposta sulla quale, già nel 2020, il primo cittadino e la Lega si erano espressi favorevolmente in Consiglio comunale. Così come allora, siamo fermamente contrari a questo tipo di decisione. A oggi, sia le persone senza dimora sia gli skater, coloro che frequentavano l’area, si sono spostati altrove. E qui c’è il grande controsenso della decisione del primo cittadino: si rovina uno scorcio di città per non risolvere la questione. Come sempre, l’Amministrazione preferisce scegliere di non vedere, facendo finta che il problema non ci sia” dichiara Patrizia Lissi, capogruppo del PD in Consiglio comunale.

“Anche se a San Francesco non dorme più nessuno da tempo, all’occhio di un comasco attento è evidente come, in altri punti della città, ci siano ancora tante persone che dormono in strada. La situazione, verosimilmente, diventerà sempre più difficile da gestire. A seguito dell’incremento del fenomeno migratorio e delle discutibili decisioni del Governo, sempre più persone saranno costrette ad abitare le nostre strade, aspettando anni per sentirsi dare una risposta alla richiesta d’asilo e senza prospettive concrete. In pochissimi verranno rimpatriati, in quanto c’è bisogno di un accordo preventivo con il paese di appartenenza. Quello che si andrà a creare, se non si gestisce strategicamente la situazione, è un terreno fertile per la criminalità organizzata, come denunciato, recentemente, anche da alcuni magistrati. Serve, dunque, intervenire da ora in maniera strutturale, anche con il coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato, gli oratori, delle associazioni delle categorie produttive e della prefettura, che ringraziamo per il lavoro che svolgono. Non sarà certo un cancello a migliorare la situazione in città”.

Il Partito Democratico di Como desidera esprimere la propria solidarietà al direttore di Espansione Tv Andrea Bambace e a tutti i giornalisti della testata per le deplorevoli scritte apparse questa notte sul muro esterno della redazione. Un gesto tanto vile quanto incivile da parte del movimento “No Vax”, da condannare fermamente.

Il lavoro che Etv e le altre testate giornalistiche svolgono quotidianamente è un importante mezzo per garantire l’informazione e quindi la democrazia nel nostro Paese. Un servizio pubblico fondamentale, contro cui attacchi del genere non sono tollerabili. Ringraziamo, pertanto, i giornalisti per il costante impegno e la professionalità nel proprio lavoro, augurando loro di poterlo svolgere sempre con la massima serenità, liberi da intimidazioni e da atti vergognosi come questo.

Carla Gaiani, Segretaria Provinciale

Daniele Valsecchi, Segretario Cittadino

Finalmente da via Castellini una buona notizia. Uno dei terreni che versavano in pessime condizioni sta venendo ripulito e messo in ordine per poter essere utilizzato, in futuro, come posteggio.

Non abbiamo mai abbassato l’attenzione su questa zona, e per questo siamo felci di questo risvolto. Continueremo a lavorare e muoverci per far sì che anche i restanti terreni vengano ripuliti e possano tornare a nuova vita.

Soprattutto, ciò su cui è necessario mettere l’attenzione è la sicurezza degli inquilini che sui terreni si affacciano, e attualmente non si sentono sicuri ad avere dei terreni in uno stato di degrado e frequentati periodicamente da persone che li usano per accendere fuochi; cosa che, vista la presenza di piante e sterpaglie, provoca non poche preoccupazioni. Noi andremo avanti, per via Castellini e per la zona. 

Ringraziamo Romano Fasciani per il costante impegno e monitoraggio alla situazione.

“Dopo il magro Natale degli ultimi anni, ecco che anche la Pasqua 2024 dei comaschi sarà, ufficialmente, un po’ più triste e spenta. Nella giornata di ieri, il Tar ha respinto la richiesta sospensiva dei provvedimenti impugnati, avanzata dai giostrai, che avevano chiesto di annullare la delibera del Comune di Como che ha sancito la riduzione dello spazio disponibile per il Luna Park di Muggiò a 4.500 metri quadri: un quinto rispetto agli anni passati. Una decisione che significa, di fatto, l’impossibilità di installare il Luna Park in un’area così ridotta e la conseguente rinuncia dei giostrai a venire in città” dichiarano il Segretario cittadino del PD Daniele Valsecchi e i consiglieri comunali Patrizia Lissi, Stefano Legnani, Eleonora Galli e Stefano Fanetti.

“Teniamo a far notare che, per come stanno le cose ad oggi, per il 2024, il sindaco avrebbe anche potuto rimandare l’attuazione del provvedimento. Dopo il fallimento del bando per il palazzo del ghiaccio e l’immobilismo su piscina e palazzo dello sport, per questa primavera e chissà per quanti anni ancora, l’area di Muggiò resterà libera da ogni costruzione, in quanto non esistono lavori in programma. Da un lato, quindi, piuttosto che erigere il solito muro e restare fermo sulle proprie posizioni, il sindaco avrebbe potuto sedersi a un tavolo con i giostrai e trovare un punto d’incontro, fino a che l’area non avrà un’altra destinazione d’uso. Dall’altro, anche al costo di essere ripetitivi, non si può fare a meno di notare, anche in questo caso, la scarsa lungimiranza e capacità di pianificazione del sindaco e della sua Amministrazione, che hanno preso un provvedimento penalizzante nei confronti di una categoria di lavoratori, senza ancora avere in mano la possibilità di destinare l’area a un’altra funzione”.

“Nelle ultime settimane è esploso il dibattito sui limiti di velocità nei centri cittadini. Un polverone in cui ognuno dice la propria, in quella che appare come una gara di populismo, di cui l’ultimo esempio sono le affermazioni del coordinatore provinciale e consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi, con tanto di video in cui sostiene l’utilità di alzare il limite di velocità in Napoleona oltre i 50 km/h attualmente in vigore. L’impressione è che si stia perdendo di vista il buon senso e l’effettiva importanza dei limiti di velocità, ovvero salvaguardare l’incolumità dei cittadini” dichiarano il segretario cittadino del PD Daniele Valsecchi e i consiglieri comunali Eleonora Galli e Stefano Fanetti.

“E’ statisticamente provato che diminuire la velocità da 50 a 30 km/h riduce notevolmente il rischio di mortalità in seguito a incidenti stradali, così come i numeri ci dicono che, anche a causa del traffico elevato, la velocità media nei centri cittadini è già al di sotto dei 30 km/h, anche con limiti di velocità superiori. Basta, dunque, con annunci e proclami che sfruttano lo stress degli automobilisti comaschi, che spesso devono subire il traffico cittadino: usiamo il buon senso e pensiamo a rispettare tutti, che siano autisti, pedoni o ciclisti. Proprio per tutelare i nostri cittadini, riteniamo utile che nelle strade residenziali il limite sia a 30 km/h, come da codice della strada, permettendo di viaggiare fino a 50, come di fatto già accade, sulle strade di scorrimento, come viale Innocenzo, via Pasquale Paoli o, appunto, via Napoleona”.

“Un’idea che, per altro, trova conferma nel Piano Generale del Traffico Urbano, l’ultimo approvato dalla Giunta Landriscina con assessore Pierangelo Gervasoni, proprio di Forza Italia come Gaddi, il quale prevede l’istituzione di diverse Zone 30, in città e nei quartieri di corona. A Gaddi, infine, ricordiamo come, nei centri urbani, il limite di velocità possa essere portato al di sopra dei 50 km/h solo in presenza di particolari caratteristiche della strada. Ci sorprende che ignori le norme vigenti” concludono.

Le istituzioni