“La Henkel di Lomazzo non deve chiudere. E’ questo il messaggio dell’incontro con i dipendenti dello stabilimento e i sindacati oggi a Palazzo Pirelli” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, promotore e parte attiva dell’incontro tra Regione Lombardia, dipendenti e parti sindacali coinvolti nella vicenda della Henkel di Lomazzo.

“Ho sentito le storie di lavoratori traditi da una multinazionale che ha deciso di chiudere un polo produttivo senza una vera motivazione. Una decisione a cui dobbiamo opporci. ll prossimo passo urgente è convocare i dirigenti tedeschi di Henkel in Commissione Attività Produttive e lavorare ad un soluzione che va trovata a tutti i costi” continua il consigliere.

“Voglio esprimere tutta la mia completa solidarietà per i 150 lavoratori comaschi che vedono il proprio posto a rischio e che, anche domani, saranno impegnati in uno sciopero serrato. Ora la politica deve fare la propria parte in maniera unita, perché nessuno possa anche solo pensare di poter chiudere la Henkel di Lomazzo e stravolgere un’intera comunità come se niente fosse” conclude Orsenigo.

“Il piano vaccinale anti-Covid di Regione Lombardia prevede che sia il cittadino a doversi muovere verso grandi hub vaccinali, spesso lontani, per la propria dose. La realtà è che per una maggiore efficienza e rapidità, le dosi di vaccino dovrebbero raggiungere il cittadino in micro-hub territoriali in grado di servire la popolazione in maniera capillare. La crisi covid ha rivelato tutti i danni della centralizzazione sanitaria. È ora di mettere in pratica le lezioni imparate durante la pandemia e implementare finalmente quella sanità di territorio che è mancata” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico.

“Parlando di territori, i nostri sindaci, durante la prima e seconda ondata, hanno messo in campo delle ottime iniziative per l’esecuzione di tamponi in palestre ed edifici pubblici. Perché non replicare questa esperienza di successo, coinvolgendo le associazioni di volontariato locali per il trasporto delle persone più fragili da vaccinare e usando anche le sedi elettorali, nei weekend in cui non sono frequentate dagli studenti, per somministrare in modo razionale e su chiamata?” continua il consigliere dem, ricordando la proposta  dell’ingegnere Luca Cozzi, coordinatore della Protezione civile di Mozzate e Comuni associati.

“Puntare solo sui grandi poli vaccinali sarebbe un errore, Regione Lombardia costringerebbe le persone a muoversi per decine di chilometri in luoghi in cui gli assembramenti sono molto probabili. Uno sforzo difficile se non pericoloso per i tanti pazienti anziani, target principale della fase 2, o quelli fragili”.

“È un bene che Regione Lombardia abbia trovato l’accordo con le farmacie e i medici di base. Con il loro aiuto verranno fatti grandi passi avanti – conclude Orsenigo, primo a proporre il coinvolgimento dei farmacisti nella campagna anti-Covid – ma per l’inoculazione di massa dobbiamo rendere le vaccinazioni ancora più capillari e a portata di cittadino. Accentrare è un errore che non possiamo permetterci di ripetere”.


“Regione Lombardia si è resa conto dell’importanza del settore fieristico per l’economia lombarda ma per un territorio come quello della nostra regione serve uno sforzo più profondo e risolutivo. Il milione di euro messo a disposizione dal Bando di sostegno alla ripresa del sistema fieristico lombardo 2021 purtroppo, non è sufficiente per favorire la vera ripartenza del comparto” commenta il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, all’indomani della cancellazione degli eventi fisici, diventati virtuali, dell’iniziativa fieristica #Strongertogether che a fine marzo avrebbe raccolto aziende, brand e compratori di diversi segmenti del settore moda.  

“L’auspicio, dopo un 2020 tragico e all’inizio di un 2021 pieno di incertezze, è che Regione Lombardia sia determinata ad ampliare il bacino di risorse a disposizione per gli eventi. Lo stallo del settore fieristico, specialmente nel campo della moda, è un colpo durissimo per le tante aziende lariane che sono fibra costituente di questa filiera. Non dimentichiamo poi l’indotto mancato per tecnici, aziende di catering o service – conclude Orsenigo – Insomma, in gioco c’è il futuro di centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro e il nostro territorio sente già tutto il peso di questa crisi”.


“Regione Lombardia deve dimostrare nei fatti di voler rilanciare l’ospedale di Saronno per il suo valore strategico, per il bene dei cittadini e dei comuni della bassa comasca che fanno riferimento alla struttura. Non possiamo permetterci di perdere una risorsa di questo tipo, smontando così un altro pezzo importante di una sanità che ha già dimostrato tutte le sue criticità. L’assessore Letizia Moratti ha promesso fondi per il rilancio? Bene. Passi dalle promesse ai fatti, ora” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, in merito all’allarme lanciato dai sindaci comaschi circa le condizioni critiche del polo ospedaliero. 

“Il polo di Saronno infatti è da un anno minacciato da un inesorabile ridimensionamento in termini di reparti e personale che rischia di lasciare il territorio delle province di Milano, Como, Varese e Monza e ben 180 mila cittadini che fanno riferimento alla struttura completamente sguarniti. Questa non è la direzione in cui la sanità lombarda deve andare” continua Orsenigo. 

“Se il Covid ci ha insegnato qualcosa è che occorre investire sulla sanità territoriale, invertire il segno di tendenza su tagli e smembramenti. Dai banchi del Consiglio regionale, abbiamo più volte presentato emendamenti puntuali affinché l’ospedale venisse potenziato anche portando a regime il personale – dice il consigliere Dem, che conclude – Ora la richiesta non viene più dalla sola opposizione ma dai sindaci che amministrano il territorio e ne conoscono alla perfezione i bisogni. Serve un piano per il recupero dell’ospedale ben chiaro e serve subito. Di parole ne sono già state spese abbastanza”.

“I frontalieri italiani provenienti da Lombardia e Piemonte non dovranno essere testati ogni 48 ore come suggerito inizialmente. Bene che il Consiglio Federale abbia cambiato rotta a riguardo: non solo sarebbe stata una vera e propria vessazione ma non sarebbe stato nemmeno risolutivo nella lotta al contagio, come già fatto notare da Ats Insubria” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, segretario della Commissione speciale Rapporti tra Lombardia, Istituzioni europee, Confederazione Svizzera e Province autonome.

“Ora è urgente trovare strumenti condivisi sui temi sanitari e della pandemia: un passo importante sarebbe istituire un tavolo di confronto all’interno della Regio Insubrica in cui Regione Lombardia e Canton Ticino possano confrontarsi in modo permanente sui protocolli per proteggere i cittadini, italiani e svizzeri. Adottare approcci e contromisure non sincronizzati sarebbe ora controproducente se non pericoloso per il benessere delle nostre comunità”.

“Azioni comuni tra Italia e Svizzera sono auspicabili nella lotta al contagio, ma anche per tutte le questioni che riguardano il territorio, l’economia e le comunità di frontiera della Regio Insubrica. Uniformare regole e protocolli è urgente e necessario” conclude Orsenigo.

“A Regione Lombardia e Trenord, chiediamo chiarezza su orari e rimborsi oltre che un confronto alla pari con i pendolari che oggi manca totalmente”. Ad affermarlo è il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, a commento della risposta data dall’assessore ai Trasporti, Claudia Terzi alla question time presentata ieri dal PD in consiglio regionale e nella quale si chiedeva chiarezza sulla programmazione del servizio, puntualità delle corse, rimborsi degli abbonamenti non utilizzati e convocazione dei tavoli territoriali.

“Ancora una volta – sottolinea Orsenigo – abbiamo voluto porre l’attenzione sui problemi del servizio ferroviario. Chiediamo equità, collaborazione ed efficienza. Chiediamo un’attenzione a un servizio orientato, in prospettiva, alle esigenze degli studenti. Tutti elementi che ad oggi non ci sono proprio nè da parte di Regione Lombardia né da parte di Trenord” continua il consigliere comasco.

“E’ necessaria prima di tutto un’interlocuzione con i Comitati dei pendolari che denunciano l’inadeguatezza del servizio e non sono stati convocati ai Tavoli territoriali del servizio ferroviario regionale dal 7 novembre 2019. Non è accettabile che rispetto all’area metropolitana milanese siano state penalizzate le aree periferiche incluso il comasco, con un taglio significativo delle corse”

“Di fatto è stato superato l’orario cadenzato e sostituito con un modello diverso. Servono risposte certe subito. Non possiamo dimenticare che la necessità di soddisfare i bisogni dei pendolari si lega a quella di rilanciare al più presto la Lombardia” conclude Orsenigo.

“Che il Presidente Fontana parli della zona rossa come una punizione per la Lombardia è inaccettabile, pericoloso e fuori da ogni logica” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Chiariamo una cosa: se siamo ancora in zona rossa per l’ennesima volta dall’inizio della pandemia non è un caso, né tantomeno un capriccio del Governo. È una diretta conseguenza dell’incompetente gestione sanitaria da parte dei vertici regionali. Questi hanno tenuto le scuole chiuse pur di dare l’impressione di essere all’opera. Il paradosso? Ci troviamo con un quadro epidemiologico grave e ragazzi ancora in Dad”.

“Parlare di punizioni, di vessazioni è un tentativo deliberato di Fontana di buttare benzina sul fuoco nel rapporto tra Stato e Regione Lombardia. Si alzano ii toni e si cerca uno scontro tutto politico che non fa bene ai lombardi” commenta il consigliere comasco.

“Piuttosto velocizziamo la campagna vaccinale anti-Covid. Ad oggi in Lombardia sono state inoculate solo il 61,3% delle 234,645 dosi consegnate. Ancora troppo poco. Se vogliamo metterci alle spalle questa situazione, vaccinare è la parola d’ordine oltre che la priorità assoluta” conclude Orsenigo.

Le scuole superiori riapriranno in presenza l’11 gennaio. Ma i trasporti sono pronti? Cosa è stato fatto finora?

“Sempre troppo poco – risponde Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd –. Non solo il servizio ferroviario non è stato potenziato, ma addirittura viene ridotto”. Dai pendolari, e in particolare dagli studenti, giungono richieste di intervento: il servizio di trasporto su rotaie è stato fortemente depotenziato. “I posti a sedere diminuiscono in modo grave e drastico per i paesi in provincia di Como e Monza Brianza, che per Trenord e Regione Lombardia sono probabilmente zone di serie B – continua Orsenigo – In queste aree si nota infatti un taglio della metà, nelle fasce orarie di morbida per il servizio regionale, e addirittura di tutto il servizio per tutto il giorno relativamente alla linea S2 da Palazzolo Milanese in su”. 

Questa la fotografia di una realtà che incredibilmente non ha ancora previsto alcun intervento sul fronte del trasporto pubblico su rotaia per far fronte alle disposizioni Covid.

“Sono interventi che avrebbero dovuto essere previsti già da settimane, soprattutto per sostenere il servizio di Trenord che non è certo un fiore all’occhiello. Per questo chiedo che Regione Lombardia smetta di lasciare carta bianca ai tagli operati da Trenord e si imponga per ottenere il ripristino delle condizioni pre Covid”, dice il consigliere Pd. 

La soluzione a tutta questa situazione ingiusta è, infatti, il ripristino dell’orario, e del servizio com’era prima della pandemia: “Tutto ciò non comporta alcuna risorsa aggiuntiva, ma solo la volontà di farlo. In vista della ripresa della didattica in presenza e soprattutto dello scaglionamento degli ingressi e delle uscite, gli studenti torneranno a utilizzare il servizio di trasporto pubblico e lo faranno anche nelle fasce orarie dove il servizio è stato ridotto. Massima attenzione va dedicata alla salute dei nostri ragazzi, che invece vengono di fatto costretti a correre il rischio di assembramento per esercitare un diritto fondamentale come quello allo studio”, riflette Orsenigo. 

Nello specifico, la tratta Erba-Asso vive una situazione paradossale: “Con l’orario di settembre 2020, dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 16.15 alle 18.15, i treni sono stati sostituiti dai bus. Questo significa che per l’ingresso e l’uscita dalle scuole, gli studenti dovranno ammassarsi sui bus sostitutivi perché il treno non c’è più. Un grave disservizio, soprattutto se si pensa che quei mezzi, che oggi circolano come bus sostitutivi al posto del treno, potrebbero essere utilizzati per fare corse di rinforzo da e verso quei paesi dove la ferrovia non c’è. È inammissibile giocare con la salute pubblica e gettare al vento le risorse, gravando sulle agenzie del Tpl”, insiste l’esponente dem.

 Inoltre, dagli orari delle corse emerge che i tagli alla linea regionale Milano-Asso, in particolare in fascia pomeridiana, obbligheranno gli studenti ad attese fino a un’ora. Tutto ciò determinerebbe non solo un allungamento del tempo per effettuare pochi chilometri, ma anche più evidenti possibilità di assembramenti in stazione o in altri locali. Forti limitazioni sono previste anche sulla linea di collegamento verso Monza e il milanese, dove sono presenti molti grandi istituti scolastici: gli utenti che prima si ripartivano su due linee, dovranno utilizzarne solo una i cui treni non potranno essere allungati ancora di più, con evidente assembramento.“Ribadisco con forza la richiesta di un intervento di Regione Lombardia perché si imponga a Trenord almeno il ripristino dell’orario e del servizio come era prima del Covid”, conclude Orsenigo.

I troppi errori hanno portato al risultato temuto: la campagna per la vaccinazione antinfluenzale in Lombardia è miseramente fallita e questo fa molto temere per il buon esito della campagna decisiva che si è aperta in questi giorni, contro il Covid-19. Sono i numeri a dirlo e l’ATS dell’Insubria non fa eccezione: su 1.479.339 assistiti solo 227.515, pari al 15,38%, sono stati attualmente vaccinati.

Il dato più preoccupante è quello della categoria anagrafica più a rischio, gli anziani. Solo il 48,29% degli over 65 anni ha ricevuto l’immunizzazione e ancora peggiore è il dato dei cittadini da 60 a 64 anni, per i quali in quest’anno di pandemia la vaccinazione era stata fortemente consigliata: immunizzato solo il 13,39%. Bisogna considerare che per le categorie cosiddette target, ovvero bambini fino a 6 anni e over 60 oltre alle persone fragili, il ministero della salute aveva indicato l’obiettivo di copertura ottimale del 95%, con un minimo del 75%.

“I dati sono impietosi e confermano quello che temevamo – dichiara il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo – quelli delle province di Como e Varese sono inferiori alla pur bassa percentuale regionale per tutte le categorie tranne che per i minorenni, ma si tratta di uno scostamento di massimo un punto. Considerando che il vaccino ha bisogno di tre settimane per produrre l’immunizzazione è evidente che non ci sono più margini per considerare efficace la campagna vaccinale di quest’anno. La campagna vaccinale è ormai terminata e anche l’obiettivo minimo indicato dal ministero della salute, quello del 75% per le categorie a rischio, in Lombardia è lontanissimo.

Allo stato attuale si è vaccinato meno di un anziano over 65 su due, ma il ministero aveva indicato come categorie target anche i 60 – 64enni e i bambini da sei mesi a sei anni. Qui le percentuali sono pessime, davvero bassissime, e non è stata cattiva volontà dei cittadini o dei medici di base ma impossibilità di trovare la dose. A questo punto bisogna anche considerare la mole di vaccini che sono stati acquistati in ritardo e pagati a peso d’oro, anche cinque volte il costo applicato ad altre Regioni che se li erano procurati per tempo. Che fine faranno quelle dosi? Stiamo parlando di soldi pubblici che non devono e non possono essere sprecati. Su questo chiederemo risposte”.

“Ora speriamo che per il vaccino anti Covid la Regione faccia meglio, anche se il ritardo di queste prime giornate non è positivo e inizia a preoccupare – aggiunge Orsenigo riferendosi ai dati del ministero della Salute che mettono la Lombardia quindicesimo posto in Italia per il numero di vaccinazioni effettuate e in percentuale alle dosi ricevute – Con un misero 3,9%, la nostra regione è lontanissima dal 54,8% della provincia autonoma di Trento, ma anche dal 48,7% del Lazio”. A proposito di questo clamoroso ritardo, le recenti giustificazioni dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, sono, per il consigliere comasco “inaccettabili, tanto quanto i ritardi nella somministrazione dei vaccini anti Covid”.

“Il Pd chiese le dimissioni in Aula di Gallera già ad aprile – ricorda Orsenigo –  quando furono chiari a tutti gli errori compiuti nelle RSA e nella gestione della pandemia, ma allora la Lega lo salvò. Lo fece per una sola ragione, perché sapeva che le responsabilità non erano solo dell’assessore, ma anche di Fontana e di tutta la sua giunta. Era vero allora ed è ancora più vero oggi. Ormai la credibilità dell’assessore è al minimo ed è incompatibile con la guida della sanità lombarda, ma non basta mandare via Gallera per raddrizzare la situazione, sono il presidente Fontana e l’intera giunta ad essersi dimostrati una volta di più inadeguati a guidare la Lombardia. Quindi, ci aspettiamo che si corra nella somministrazione dei vaccini anti Covid e si recuperi il tempo perso, perché le carenze organizzative e i ritardi di chi amministra la Lombardia ci sembrano davvero intollerabili e irrispettosi nei confronti di cittadini e operatori sanitari che hanno dimostrato in questi mesi di essere di gran lunga più responsabili e concreti di chi amministra la regione in cui abitano”.

Le istituzioni