“’Le femministe, se le conosci le eviti’. Così termina il manifesto delirante apparso in questi giorni in diverse sedi del Partito Democratico tra le quali quella di Bregnano, della CGIL e dell’ANPI, oltre che sui alcuni muri e bacheche della nostra provincia come a Lomazzo, Bregnano e Rovello Porro, oltre che in altre città lombarde. Il messaggio delle stampe è tanto chiaro quanto folle: il femminismo è violenza, negazione del diritto d’espressione e soprattutto guerra contro gli uomini.
Non ci stupisce il tono dello scritto, pieno di banalità e frasi senza senso sconnesse dalla realtà, dalle quali si percepisce la totale mancanza di comprensione di cosa siano state realmente le battaglie combattute dalle donne, per le conquiste che ancora oggi portiamo avanti. Siamo femministe e lottiamo per l’eliminazione della violenza di genere e per la parità, che non hanno bandiera: sono di tutte e tutti.
Non possiamo accettare passi indietro sui diritti faticosamente conquistati dalle donne. Non ci faremo intimidire, il nostro lavoro va avanti, noi andiamo avanti, per un mondo più giusto, contro qualsiasi forma di violenza e sopraffazione”. Lo fa sapere in una nota la Conferenza delle Donne democratiche di Como a seguito della propaganda assurda apparsa in questi giorni nel comasco e in tutta la Lombardia a firma del gruppo Fb Evita Peron in rete.
“Nel Consiglio comunale di ieri sera si è proceduto all’approvazione del Bilancio finanziario del triennio 2024-2026. Esaminando le varie voci, ce ne sono alcune che risultano quantomeno curiose, alla luce dell’operato di questi primi 16 mesi di Amministrazione Rapinese” osserva il Consigliere comunale del Partito Democratico Stefano Legnani.
“Quelle maggiormente degne di nota sono senza dubbio quelle riguardanti due dei più noti edifici dismessi della nostra città: il teatro Politeama e la Santarella, l’ex centrale termica della tintostamperia Ticosa. Per ognuno, il sindaco Alessandro Rapinese e il gruppo di maggioranza hanno previsto di stanziare ben 5 milioni per… Per cosa? Il problema sta proprio qui. A oggi, non solo non esiste un progetto o uno studio di fattibilità per il recupero, ma neppure un’idea di cosa farci, come ammesso dallo stesso sindaco. Come è possibile, dunque, prevedere una spesa senza quantomeno avere chiara la direzione da prendere? Una vera ‘fuffa’, dunque, come l’avrebbe definita il primo cittadino quando era ancora consigliere”.
“Alla luce del nuovo Accordo Italia-Svizzera, nella mattinata di ieri, il Comune di Verbania (il secondo dopo Varese) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno firmato l’accordo per la formazione di un tavolo permanente che si occuperà delle tematiche riguardanti i lavoratori frontalieri. Un’iniziativa che consentirà di potenziare il dialogo tra tutti gli enti dei territori di frontiera, ma anche di dare a lavoratori e imprese le opportune informazioni, intercettandone esigenze e suggerimenti” afferma Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale.
“Sul territorio di Como, come è noto, i lavoratori frontalieri sono numerosi. Per questo, anche in virtù del nuovo Accordo Italia-Svizzera, vorremmo proporre all’Amministrazione di prendere esempio da quanto fatto a Verbania e Varese, per creare un tavolo di lavoro e di confronto con i sindacati e tutti gli enti dei territori di frontiera, utile a orientare e informare lavoratori e aziende. Una mossa che rappresenterebbe un importante passo verso i frontalieri, grazie ai quali, nel 2023, il Comune di Como ha percepito 7.2 milioni di euro di ristorni. E sarebbe anche un modo per prendere consapevolmente le decisioni, consci dei bisogni degli stessi lavoratori Oltreconfine, penalizzati, a nostro avviso, anche dalla scelta di chiudere la scuola materna di Ponte Chiasso. Istituire una sede opportuna, in cui raccogliere le loro esigenze e le loro richieste ci sembra un’ottima idea per fare bene il nostro compito: quello di venire incontro ai nostri cittadini. A tal proposito, ho presentato un Ordine del giorno che discuteremo domani sera”
“Nel Consiglio comunale di ieri sera è stata discussa e votata la proposta di deliberazione della maggioranza riguardante la riduzione dell’addizionale comunale all’Irpef dello 0,03% (da 0,77% a 0,74%). Nel concreto, per un reddito di 50.000 euro si risparmiano 15 euro all’anno, mentre per uno di 20.000 se ne risparmiano 6” dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico Stefano Legnani.
“Ho quindi proposto due emendamenti a parità di gettito complessivo per il Comune: da un lato l’aumento della fascia di esenzione dall’addizionale da un reddito di 15.000 euro annui a 17.500, che avrebbe risparmiato l’imposta a qualche migliaio di famiglie meno abbienti, e dall’altro l’introduzione di aliquote progressive all’addizionale, che avrebbe consentito, invece, un risparmio per tutti, ma sempre con un maggiore beneficio per i redditi bassi. Entrambi sono stati bocciati”.
“Abbiamo comunque votato a favore della delibera, in quanto la riduzione delle tasse è pur sempre positiva. Grave tuttavia è stata la decisione di non voler venire incontro alle famiglie in difficoltà, scegliendo invece di favorire i redditi più elevati. Si tratta di una ben precisa scelta politica che dimostra come l’attuale maggioranza non intende minimante tutelare chi oggi più risente della difficile situazione economica”.
“Ieri pomeriggio abbiamo partecipato, insieme a Regione e Comune, all’incontro organizzato dall’Ente Parco sul noto tema della Spina Verde con particolare riguardo ai territori della Valbasca e del Monte Goj. Ringraziamo l’Ente per l’invito e per aver mantenuto la promessa (fatta in occasione dell’incontro che avevamo organizzato ad Albate il 9 novembre scorso) di presentare un progetto entro la fine dell’anno” dichiarano il Segretario cittadino Daniele Valsecchi, il segretario del circolo PD Como Circ. 1 – Albate Francesco Finizio e il membro della segreteria cittadina con delega all’Ambiente Matteo Introzzi.
“Gli esperti hanno confermato la necessità di agire con urgenza per minimizzare il rischio in caso di eventi calamitosi, ora sta alle amministrazioni, locale e regionale, fare la propria parte. Come sempre monitoreremo il rispetto dei tempi e lavoreremo perché vi sia una effettiva e concreta volontà politica di porre in essere quanto prima gli interventi più urgenti di ripristino e messa in sicurezza dei luoghi dal rischio idrogeologico e d’incendio. Siamo a disposizione come sempre per aiutare a risolvere la situazione affinché cittadinanza e associazioni possano godere in sicurezza questi luoghi così amati. Anticipiamo che dopo le festività organizzeremo un nuovo incontro aperto a tutti i soggetti interessati per informare più nel dettaglio sugli sviluppi di oggi”.
La Provincia, in prima pagina, descrive un Natale in città finora non riuscito. Como più vuota degli altri anni, meno persone, nessuna sorpresa e nessun entusiasmo, commercianti che lamentano la scarsa affluenza.
Quanto vogliamo porre è una domanda, perché vogliamo capire cosa ci si aspettava da questo Natale: c’erano dei dubbi? Una Amministrazione così perentoria nelle sue convinzioni da disprezzare quasi ogni eredità o apporto esterno, è riuscita in un compito degno del Grinch: spegnere la magia del Natale a Como.
Questo è il risultato scontato di politiche autoreferenziali che prendono decisioni e impegni esclusivamente da soli, mai in rete o collaborazione. Lo scorso anno ci fu un vero e proprio salto nel buio – in senso letterale – nel vuoto della mancanza assoluta di spirito delle feste e di progettualità. Vi ricordate? Il Sindaco disse che era il miglior Natale mai visto. Speriamo questa volta vi sia almeno più pudore.
Quest’anno ci si è rifugiati nel piccolo, scontato e mediocre riproporre in versione mignon quanto per tanti anni aveva garantito notorietà, successo e risultati concreti. Con la non piccola aggravante di avere pure speso tanti soldi pubblici. 128.000 euro di sole proiezioni. Con la Città dei Balocchi la spesa era vicina allo zero.
Intanto, altri territori imparano, migliorano e lavorano assieme. Una su tutte le cose che stridono con affermazioni passate di questa Amministrazione è nel titolo di un articolo che riguarda il Natale in altre città: “sui social il Natale sul Lago di Como è a Lecco”. E ci spiace molto. Distruggere è facile, costruire è difficile. Invitiamo Sindaco e Giunta ad abbandonare la rancorosa cancellazione dell’esistente, e di muoversi agganciando relazioni e lavorando con chi amministra altre realtà, perché solo insieme si può aspirare a raggiungere risultati che davvero rendano merito alla città e ai comaschi.
“Decisioni e contrordini, scelte Amministrative e completi stravolgimenti a un solo anno di distanza. Il secondo Natale organizzato dal sindaco Alessandro Rapinese è iniziato, portando con sé novità che ci lasciano sempre più convinti del fatto che stia navigando a vista, senza una vera e propria progettualità” dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico e di Svolta Civica.
“Tra bandi andati deserti e idee discutibili, l’ultima incredibile trovata riguarda i giochi di luce, che torneranno a Como dopo che l’anno scorso, non essendo riuscito a illuminare la città per le feste, il primo cittadino aveva dichiarato fosse doveroso evitare lo spreco di energia. Pare, però, che non si possa dire lo stesso dello spreco di soldi: i giochi di luce, infatti, costeranno ai cittadini 120.000 euro, quando, ai tempi della Città dei Balocchi, erano gratis. Senza contare che, gli stessi cittadini, dovranno fare i conti anche con gli elevati costi della pista di pattinaggio. Riteniamo sia giusto investire in un evento sentito dalla cittadinanza e dai turisti, ma Amministrare significa gestire oculatamente le risorse, utilizzandole laddove ce n’è necessità, evitando, quindi, di ripetere la costosa esperienza dello scorso Natale”.
“Il 19 novembre inizierà la Settimana dell’Infanzia, che richiama i principi sanciti dalla Convenzione dei Diritti fondamentali del 1989, adottata dall’Onu, che per prima ha riconosciuto i bambini come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Fa specie che, proprio a ridosso di questa ricorrenza, siano arrivate due decisioni che vanno a penalizzare proprio i bambini e le loro famiglie” dichiarano i consiglieri comunali del PD Stefano Legnani e Patrizia Lissi.
“Da un lato, la scelta di chiudere la materna di Ponte Chiasso, basandosi su freddi numeri e calcoli, senza considerare i bisogni e le richieste dei genitori, che più volte avevano manifestato la propria contrarierà allo spostamento dei bambini. Dall’altro l’affidamento a privati dell’ex asilo Nuvoletta di Camerlata, pur in presenza di liste d’attesa. A ciò si aggiunge che i lavori per il nuovo polo dell’infanzia di Via Longhena, che ha costretto i bambini a trasferirsi in Via Giussani, non sono ancora iniziati. Insomma, la settimana dell’infanzia sta per iniziare, ma bisognerebbe tener presenti i loro diritti anche nelle scelte politiche di tutti i giorni, ponderandole sulla base dei disagi e delle difficoltà che esse possono arrecare alle famiglie”.
“Leggendo le parole del presidente degli albergatori di Confcommercio Como Luca Leoni, che richiede un maggiore coinvolgimento degli albergatori nelle scelte riguardanti la tassa di soggiorno e in particolare nella destinazione delle cifre, teniamo a ricordare al sindaco Rapinese e alla sua Amministrazione quanto dice il regolamento comunale dedicato” affermano i Consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani.
“All’articolo 13, comma 1, si legge che ‘L’Amministrazione Comunale, previa concertazione con gli organismi che gestiscono le strutture ricettive, determina annualmente ed in prospettiva di programmazione pluriennale la destinazione delle entrate derivanti dall’imposta di soggiorno, finalizzandole al sostegno dello sviluppo del sistema turistico’. Notiamo come Federalberghi stia chiedendo da tempo qualcosa che in realtà le spetterebbe da regolamento. Ancora una volta, però, l’Amministrazione pecca di scarso coinvolgimento di cittadini, lavoratori, imprese e associazioni di categoria del territorio comasco”.