“Decisioni e contrordini, scelte Amministrative e completi stravolgimenti a un solo anno di distanza. Il secondo Natale organizzato dal sindaco Alessandro Rapinese è iniziato, portando con sé novità che ci lasciano sempre più convinti del fatto che stia navigando a vista, senza una vera e propria progettualità” dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico e di Svolta Civica.

“Tra bandi andati deserti e idee discutibili, l’ultima incredibile trovata riguarda i giochi di luce, che torneranno a Como dopo che l’anno scorso, non essendo riuscito a illuminare la città per le feste, il primo cittadino aveva dichiarato fosse doveroso evitare lo spreco di energia. Pare, però, che non si possa dire lo stesso dello spreco di soldi: i giochi di luce, infatti, costeranno ai cittadini 120.000 euro, quando, ai tempi della Città dei Balocchi, erano gratis. Senza contare che, gli stessi cittadini, dovranno fare i conti anche con gli elevati costi della pista di pattinaggio. Riteniamo sia giusto investire in un evento sentito dalla cittadinanza e dai turisti, ma Amministrare significa gestire oculatamente le risorse, utilizzandole laddove ce n’è necessità, evitando, quindi, di ripetere la costosa esperienza dello scorso Natale”.

“Il 19 novembre inizierà la Settimana dell’Infanzia, che richiama i principi sanciti dalla Convenzione dei Diritti fondamentali del 1989, adottata dall’Onu, che per prima ha riconosciuto i bambini come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Fa specie che, proprio a ridosso di questa ricorrenza, siano arrivate due decisioni che vanno a penalizzare proprio i bambini e le loro famiglie” dichiarano i consiglieri comunali del PD Stefano Legnani e Patrizia Lissi.

“Da un lato, la scelta di chiudere la materna di Ponte Chiasso, basandosi su freddi numeri e calcoli, senza considerare i bisogni e le richieste dei genitori, che più volte avevano manifestato la propria contrarierà allo spostamento dei bambini. Dall’altro l’affidamento a privati dell’ex asilo Nuvoletta di Camerlata, pur in presenza di liste d’attesa. A ciò si aggiunge che i lavori per il nuovo polo dell’infanzia di Via Longhena, che ha costretto i bambini a trasferirsi in Via Giussani, non sono ancora iniziati. Insomma, la settimana dell’infanzia sta per iniziare, ma bisognerebbe tener presenti i loro diritti anche nelle scelte politiche di tutti i giorni, ponderandole sulla base dei disagi e delle difficoltà che esse possono arrecare alle famiglie”.

“Leggendo le parole del presidente degli albergatori di Confcommercio Como Luca Leoni, che richiede un maggiore coinvolgimento degli albergatori nelle scelte riguardanti la tassa di soggiorno e in particolare nella destinazione delle cifre, teniamo a ricordare al sindaco Rapinese e alla sua Amministrazione quanto dice il regolamento comunale dedicato” affermano i Consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani.

“All’articolo 13, comma 1, si legge che ‘L’Amministrazione Comunale, previa concertazione con gli organismi che gestiscono le strutture ricettive, determina annualmente ed in prospettiva di programmazione pluriennale la destinazione delle entrate derivanti dall’imposta di soggiorno, finalizzandole al sostegno dello sviluppo del sistema turistico’. Notiamo come Federalberghi stia chiedendo da tempo qualcosa che in realtà le spetterebbe da regolamento. Ancora una volta, però, l’Amministrazione pecca di scarso coinvolgimento di cittadini, lavoratori, imprese e associazioni di categoria del territorio comasco”.

“Nel corso della serata di ieri organizzata dal Circolo PD Como Circ. 1 – Albate abbiamo potuto riscontrare, in modo molto forte, nei racconti e nelle parole dei tanti cittadini, associazioni ed esperti intervenuti, quanto sia amata e vissuta la porzione comasca della Spina Verde – dichiara il segretario di circolo Francesco Finizio – Un luogo che dev’essere oggetto di cure, manutenzioni, interventi di prevenzione e adattamenti costanti resi sempre più necessari proprio dalla crisi climatica che sta interessando anche i nostri territori e che irrompe con estrema violenza nelle nostre vite e nel nostro quotidiano.

Purtroppo, queste necessità reali delle persone non sembrano essere parte dell’agenda politica di chi amministra la Regione e il Comune di Como. Difatti, dopo il nubifragio del 12 luglio scorso che ha interessato in modo particolare i nostri territori, non c’è stato alcun interesse concreto da parte della Regione Lombardia e del Comune di Como per ripristinare lo stato dei luoghi del Parco Regionale della Spina Verde (in particolare Valbasca e Monte Goj). Non è accettabile che questo importante polmone verde della città, così amato dalla popolazione e dalle associazioni non possa essere vissuto serenamente e in sicurezza sussistendo, ad oggi, un forte rischio idrogeologico e di incendi. In questi mesi, e ancor di più nella serata di ieri, il Circolo PD Como Circoscrizione 1- Albate ha ribadito la vicinanza e la disponibilità di tutto il Partito Democratico di Como a risolvere insieme una situazione non più tollerabile.

È stato coinvolto l’Ente Parco sollecitando un rapido intervento. Ringraziamo il Parco per aver partecipato e per averci “messo la faccia” assumendosi l’impegno di intervenire concretamente con un progetto ben definito entro la fine dell’anno così da poter iniziare i lavori con un calendario certo. Da parte nostra ci prendiamo l’impegno di aiutare il Parco laddove necessario monitorando, allo stesso tempo, che siano rispettati i tempi e le richieste che nascono giustamente dal territorio. Ci spiace invece dover segnalare la totale assenza di Regione Lombardia e dell’amministrazione comunale in tutta questa vicenda, non solo ieri sera. La Regione, nonostante sia stata interessata da due interrogazioni del nostro consigliere regionale Angelo Orsenigo, non ha ancora previsto interventi riguardanti i nostri territori e non ha stanziato i fondi necessari. Il Comune di Como, che ricordiamo essere socio di maggioranza dell’Ente Parco, non ha ad oggi mostrato il minimo interesse su una questione che lo riguarda direttamente anche perché proprio sul territorio del Comune di Como si estende in misura maggioritaria il Parco della Spina Verde. “

“Ci aspettiamo che, dopo la nostra mobilitazione, anche il Comune di Como si accorga quanto prima dell’importanza della gestione del territorio, e dell’importanza della porzione comasca della Spina Verde per la popolazione – afferma il Segretario cittadino Daniele Valsecchi – Dalla ampia e partecipata discussione sono infatti emerse due parole chiave su tutte: paura e valore. La paura, legata all’insicurezza, al rischio idrogeologico, alla caduta delle piante, al rischio incendi. Ma anche, molto, il valore. Valore sociale, valore del polmone verde per una città che ha grossi problemi di qualità dell’aria, valore anche economico e di potenziale turistico. Cura chiama cura, degrado chiama degrado. Chiediamo al Comune l’immediata pulizia dei tombini e chiediamo una commissione ambiente sul tema. Noi proponiamo di investire, governare il territorio con una gestione coordinata, e programmare con lungimiranza.

Abbiamo raccolto numerose proposte emerse durante la serata, di cui faremo una sintesi. Siamo a disposizione come Circolo PD e come Partito Democratico di Como per fare sintesi, collaborare con il Parco e le associazioni affinché si possa arrivare al ripristino dei luoghi e ad una miglior valorizzazione di questo fondamentale polmone verde della città.”  

“Speriamo, in conclusione, di trovare nell’amministrazione comunale, finora assente, un interlocutore necessario a sostenere i lavori che dovranno essere fatti e anche per individuare i numerosi proprietari privati dei terreni interessati . concludono entrambi – Con lo spirito collaborativo che ci contraddistingue e con l’attenzione rivolta ai bisogni delle popolazioni, il Partito democratico di Como c’è ed è a disposizione per qualsiasi confronto costruttivo. Noi ci siamo”.

“Nell’ultimo Consiglio comunale si è tornati a parlare del tema della piscina. Rispondendo ad una mia interrogazione, il sindaco ha affermato che i cavi tranciati dai vandali la scorsa estate hanno avuto un forte impatto sulle possibilità di ristrutturazione tanto che i costi per il rifacimento dell’impianto elettrico renderebbero antieconomico un intervento sull’attuale struttura; dovrà quindi essere costruita un nuova piscina. Rapinese però, a precisa domanda, non ha saputo quantificare, nemmeno di massima, i costi per l’impianto elettrico” afferma il consigliere comunale del PD Stefano Legnani.

“C’è quindi il ragionevole dubbio che questa stima non sia mai stata fatta. Ma come può quindi affermare che la sistemazione dell’impianto elettrico è antieconomica? La verità, come è emerso anche nella risposta ad un’altra interrogazione, è che il Sindaco in campagna elettorale aveva promesso che la piscina si poteva ristrutturare citando un documento degli uffici comunali. Questi ultimi, però, pur stimando il relativo costo, valutavano tale ipotesi del tutto negativamente. Rapinese, ben sapendo da sempre che l’attuale piscina non si poteva ristrutturare, utilizza ora l’atto di vandalismo come giustificazione di un maldestro cambio di rotta” prosegue.

“Non si può che prendere atto, però senza alcuna soddisfazione pensando ai comaschi, che il Sindaco ha dovuto dare ragione al centrosinistra, il quale nel programma elettorale aveva affermato che l’attuale piscina era ormai obsoleta e che si doveva pertanto realizzare una nuova struttura. Si è perso così, però, un anno e mezzo. E a fare le spese di questa disinvolta giravolta sono, come sempre, i nostri cittadini, costretti ad attraversare la provincia per far nuotare i propri figli o per farsi due bracciate. La prospettiva non è rosea: l’Amministrazione Rapinese sarà la prima a tenere chiusa per cinque anni la piscina olimpionica”.

“I metodi del sindaco Rapinese, chiusi verso qualsiasi forma di dialogo e collaborazione, hanno raggiunto nuove vette inesplorate. Fin dal suo insediamento, l’attuale Amministrazione, ha annunciato di voler chiudere più di una scuola, ottimizzando, a suo dire, le spese. Una scelta che però, non tutti i genitori, costretti a dover portare i figli lontano da casa, approvano. Per questo motivo, già il 29 luglio ho presentato un’interrogazione per chiedere se siano in programma chiusure o accorpamenti” dichiara il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale Patrizia Lissi.

“Non solo non ho ricevuto risposta scritta, ma nemmeno a voce, nonostante l’abbia richiesta più volte. Come da regolamento, dunque, ho chiesto l’iscrizione della stessa interrogazione all’ordine del giorno del Consiglio comunale. Il sindaco non si è degnato di fornire alcun chiarimento, limitandosi a dire che lo sapremo a tempo debito. Sorgono spontanee alcune domande: i cittadini non hanno diritto di sapere con anticipo le intenzioni dell’Amministrazione e la scuola che dovranno frequentare i propri figli, al fine di organizzarsi al meglio? Devono scoprire lo stato delle cose sempre a giochi fatti? Rapinese pensa sia giusto non rendere conto delle proprie azioni e decisioni ai cittadini? E l’assessore non ha niente da dire? Se l’Amministrazione è in buona fede, qual è il problema? Forse ha qualcosa da nascondere…”.

“E’ passato solo poco più di un mese. Quaranta giorni sono bastati a cambiare completamente lo scenario che il sindaco Alessandro Rapinese e l’assessore Nicoletta Roperto avevano con così tanto orgoglio delineato all’inizio di settembre. Alla vigilia del nuovo anno, il primo cittadino aveva sbandierato fiero l’efficacia dei suoi metodi, che avevano consentito di azzerare completamente le liste d’attesa, quantomeno per i residenti in città. Ebbene, a quanto pare la notizia del giorno è le liste d’attesa ci sono e riguardano pure famiglie di Como” dichiarano i consiglieri comunali del PD Eleonora GalliStefano FanettiPatrizia Lissi e Stefano Legnani.

“Non solo: sempre a inizio settembre, Roperto dichiarava che l’Amministrazione aveva provveduto a un importante efficientamento del personale. Scopriamo oggi, invece, che la finestra di iscrizioni prevista per novembre non aprirà perché (udite udite) mancano educatori. Crediamo sia dovere del Comune fare in modo che i propri cittadini non siano costretti a fare gli straordinari per pagare le rette di strutture private e che non sia possibile liquidarli affermando semplicemente che erano già stati avvisati dopo l’approvazione del nuovo regolamento. Piuttosto che continuare a lodarsi, l’Amministrazione pensi seriamente a come può venire incontro, in tempi brevi, alle famiglie rimaste escluse dal servizio”.

“Il regolamento citato, per di più, presenta una grossa assurdità: la domanda d’iscrizione a novembre può essere presentata solo qualora al 31 ottobre sia stata esaurita la lista d’attesa e ci sia almeno un posto libero. Quindi, se tale condizione non si verifica, ma il posto si libera il 2 novembre, non potrà più essere presentata domanda fino ad aprile e quel posto resterà libero. Come PD, avevamo proposto un emendamento che prevedeva la possibilità di presentare domanda d’iscrizione nei primi 15 giorni di novembre, per la copertura di eventuali posti rimasti liberi dopo il 31 ottobre. Chiaramente, come sempre, è stato bocciato dall’Amministrazione delle porte chiuse” concludono.

Nella serata di ieri si è tenuta la prima assemblea cittadina dopo la nomina del nuovo Segretario cittadino Daniele Valsecchi. L’assemblea è stata insediata e aperta dalla segretaria provinciale Carla Gaiani. E’ stata l’occasione per presentare i membri della nuova segreteria e per ribadire gli intenti e le idee che la guideranno nelle azioni per il territorio.

“Abbiamo una squadra unita, fatta di persone con competenze ed esperienze personali e professionali diverse, ma accomunate dalla sensibilità e dalla voglia di essere presenti e attivi con e per la città di Como – dichiara Valsecchi – Ogni membro del gruppo avrà una delega e un compito ben preciso, in modo da poter essere un punto di riferimento sia all’interno del Partito sia per i cittadini. E proprio l’esserci e il mettersi a disposizione dei comaschi per venire incontro alle loro esigenze, cercando di dare una visione nuova più ampia della città, saranno alla base delle nostre azioni “ conclude il Segretario cittadino.

Queste le persone che compongono la segreteria:
Livia Sarda (vice)
Andrée Cesareo
Gabriele Guarisco
Luca Lucarelli
Matteo Introzzi

A loro si aggiungono i cinque Segretari di circolo, a loro volta nominati durante il Congresso del 1° ottobre.
Alessandro Rossi – Como Convalle (Como città, Garzola, Civiglio, Camnago Volta)
Alessio Mariani – Lora
Enzo Cresta – Como Sud (Camerlata, Rebbio, Breccia, Prestino)
Massimo Mancuso – Como Nord, circolo “Elide Greco” (Monte Olimpino, Sagnino, Ponte Chiasso, Tavernola)
Francesco Finizio – Albate (Albate, Muggiò, Trecallo)

“Per il ruolo di città di frontiera, di transito con la Svizzera e il nord Europa, Como vive in maniera più rilevante rispetto ad altre città lombarde il fenomeno dei migranti e in particolare dei minori stranieri non accompagnati. Una situazione che tutti riconoscono essere delicata e difficile da gestire ma proprio per questo non può più essere lasciata all’estemporaneità, all’improvvisazione, alla generosità locale delle parrocchie, delle associazioni del terzo settore e della Croce Rossa che, in collaborazione con la Prefettura e le Forze dell’ordine, ringraziamo per l’impegno e il lavoro che svolgono sul territorio. Per quanto possibile occorre però saper anticipare e gestire il fenomeno dei minori mettendo in conto che i flussi migratori non si fermeranno. Comune e Provincia di Como facciano al meglio la loro parte perché abbandonare a sé stessi tredici ragazzini sulla strada come avvenuto ieri in città, non è fare la propria parte. A maggior ragione se ancora oggi non si è risolto il problema. A quanto ci risulta, infatti, i tredici ragazzi non sanno ancora dove andranno a dormire questa notte e quelle successive”. Lo fanno sapere in una nota congiunta la neo segretaria provinciale del Partito Democratico, Carla Gaiani e la capogruppo del PD in consiglio Comunale di Como, Patrizia Lissi.

“E’ da anni – continuano Lissi e Gaiani – che Como, vive il problema dei minori stranieri non accompagnati e ogni volta ci ritroviamo daccapo, ogni volta si fa finta che sia tutta un’emergenza, che i flussi di minori si placheranno mentre così non è: il fenomeno continuerà, è strutturale e come tale andrebbe gestito. Certo sappiamo benissimo, che non è cosa facile, ma prima ci rendiamo conto di questa realtà, prima ci potremmo dotare di spazi e strumenti adeguati per condurre in maniera migliore, sicuramente meno raffazzonata e più umana di quanto fatto ieri, l’accoglienza di questi ragazzini per i quali ancora oggi non si è trovata una soluzione”.

“Se come territorio non impareremo a creare, certamente con l’aiuto del sistema nazionale, canali virtuosi attraverso i quali coordinare, redistribuire i flussi dei minori stranieri in arrivo a Como, sviluppando anche dei percorsi scolastici ed educativi di inclusione e di accompagnamento al lavoro che funzionino davvero, rischieremo sicuramente di non governare più il fenomeno come in parte sta già avvenendo, correndo anche il pericolo di lasciare che qualcuno di questi ragazzi finisca sulla strada della criminalità”.

Le istituzioni