Oggi sono intervenuta in rappresentanza della Camera dei Deputati alla riunione dell’Unione interparlamentare della COP27. Un appuntamento che ormai da anni accompagna tutte le Conferenze delle parti sui cambiamenti climatici e che quest’anno ha visto la partecipazione di delegazioni di 60 Paesi.

Il documento conclusivo approvato all’unanimità ha affermato l’impegno dei Parlamenti nel supportare gli sforzi globali per contrastare i cambiamenti climatici, nell’adottare leggi che sostengano la mitigazione e l’adattamento, nel dare attuazione all’impegno internazionale già stabilito dagli Accordi di Parigi di una finanza per il clima con l’importante pronunciamento a favore di un fondo addizionale e dedicato per far fronte alle “perdite e danni” a beneficio dei Paesi colpiti dai disastri causati dal cambiamento climatico.

Qui di seguito, il testo, tradotto in italiano, del mio intervento alla sessione mattutina del meeting dell’Unione Interparlamentare

“Signor Presidente, colleghi rappresentanti dell’Unione Interparlamentare,

è un onore partecipare all’incontro promosso dall’Unione Interparlamentare qui alla 27ma Conferenze delle Parti delle Nazionali Unite.

Come membro del Parlamento di un Paese, l’Italia, che insieme al Regno Unito ha organizzato la Conferenza delle Parti dello scorso anno – a Milano e a Glasgow – so bene che in questi appuntamenti la strada è spesso in salita. Non dobbiamo però temere le difficoltà, anche perché non abbiamo altra scelta. La COP27 rappresenta infatti un’opportunità di estrema importanza per il futuro del nostro Pianeta, un momento di speranza per i nostri popoli, un’occasione per tracciare nuovi sentieri per lo sviluppo sostenibile, i diritti sociali ed un’economia più legata alla giustizia sociale. La nostra Agenda 2030. A cominciare dall’accesso al cibo, ai farmaci, all’acqua e per rafforzare i diritti delle donne. Un appuntamento che mette l’Africa, troppo spesso dimenticata, in primo piano.

La collaborazione e il dialogo internazionali non sono poi soltanto una necessità, ma un metodo che ha dimostrato appieno la propria efficacia per il mantenimento della pace. Sfide comuni ci interpellano, e richiedono un impegno comune, a partire dal contrasto alla crisi climatica. Così evidente anche nella regione del Mediterraneo. E seppur sul Coronavirus pare ci stiamo lasciando alle spalle – come speriamo – il periodo più buio, molto resta ancora da fare. L’Africa che ospita il 17% della popolazione mondiale, il vaccino ha raggiunto solo il 21,6% della popolazione. E nonostante l’intero continente sia responsabile di appena il 3% delle emissioni globali, si trova ad essere vittima di una percentuale ben più consistente delle conseguenze avverse dei cambiamenti climatici: dalla desertificazione ad apocalittiche inondazioni, alla allarmante riduzione del terreno coltivabile, con le gravi conseguenze sull’alimentazione.

Di fronte alla minaccia più grande che investe l’umanità, quella climatica, a pagare non possono essere le persone più deboli in ogni parte della Terra, quelle che hanno meno possibilità economiche e meno disponibilità di conoscenze, e le generazioni future, che rischiano di trovarsi sulle spalle un’eredità così pesante da compromettere ogni opportunità di realizzazione e progresso.

I Parlamenti sono la massima rappresentanza delle proprie nazioni. E la maggior parte delle persone sa che il cambiamento climatico è in atto ed è un problema da affrontare perché sempre più tangibile. Non sembra però ancora esserci una piena consapevolezza della profondità e dell’urgenza delle trasformazioni di cui abbiamo bisogno: rifondare un intero sistema produttivo e la società nello stesso tempo e più in fretta possibile. Agire in questa direzione aiutando e spingendo – nei nostri consessi – i Governi a tracciare quadri normativi che tengano insieme giustizia ambientale e giustizia sociale è una scelta obbligata e rappresenta la più grande sfida del nostro tempo. A tal proposito posso portarvi esempi concreti: il Parlamento italiano ha promosso norme per favorire l’efficienza delle abitazioni grazie a un risparmio fiscale oppure leggi che trasformano i consumatori e le imprese in produttori collettivi di energia con le comunità energetiche, infine norme che combattono lo spreco alimentare. Piccoli esempi che muovono comportamenti sociali, abbattono le emissioni, promuovono lavoro e innovazione.

I “nostri” Parlamenti, specie quelli di Paesi con le più alte emissioni, non possono esimersi da un ruolo importante affinché nei budget annuali dei rispettivi Paesi, si prevedano stanziamenti e strumenti adeguati al meccanismo internazionale del “Loss& Damage”, ovvero la risposta ai danni generati dai cambiamenti climatici, tema centrale di questa Cop27.

La transizione energetica e ambientale rappresenta un punto di svolta per la configurazione delle alleanze industriali e commerciali a livello internazionale. Il livello di cambiamento che tale rivoluzione porterà negli equilibri economici internazionali è ancora di difficile definizione ma segnerà, in particolare per i paesi industrializzati, una decisa riduzione della dipendenza da fonti fossili esterne. Tuttavia, la “storica” dipendenza potrebbe essere sostituita da una nuova necessità di approvvigionamento, come sta dimostrando l’aumento della richiesta di terre e metalli rari necessari alla produzione di auto elettriche, turbine eoliche, pannelli fotovoltaici e tutte le nuove applicazioni utili ad assicurare una transizione verde dell’economia e della società.

Per concludere: è in questi momenti che è necessaria la determinazione a consolidare un partenariato di lungo periodo tra Governi e Parlamenti per affrontare insieme i temi della sicurezza, dello sviluppo sostenibile, di una gestione più efficace del fenomeno migratorio, della promozione dei valori di libertà e dei diritti civili, di partecipazione e del dialogo tra i popoli, quali antidoti ai conflitti, alla radicalizzazione e all’instabilità. Vi ringrazio.”

La Federazione provinciale del Partito Democratico di Como organizza l’evento pubblico dal titolo “Ricominciamo con gli amministratori: dialogo sul futuro dei territori della provincia di Como” in programma per sabato 12 novembre 2022 alle ore 10.00 allo Spazio Diaz di Como, in via Indipendenza 80.  

L’iniziativa intende mettere al centro del dibattito le istanze dei territori e degli amministratori lariani, in vista delle elezioni regionali del 2023. Moderatori dell’appuntamento saranno il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, e il segretario provinciale del PD di Como, Federico Broggi.
Saranno presenti anche Alessandro Alfieri, Senatore, Stefania Bonaldi, già sindaca di Crema dal 2012 al 2022, e Fabio Pizzul, capogruppo PD in consiglio regionale.

In allegato la locandina dell’evento

“La provincia di Como porta tutti i segni di un sistema sanitario regionale che ha abbandonato i cittadini: 74 medici di base mancanti, mesi e mesi per una visita medica specialistica con il pubblico, pronti soccorso sovraffollati. Come se non bastasse, nonostante sia ormai passato un anno dall’approvazione della riforma in Consiglio regionale, delle numerose strutture promesse dalla Regione, solo due sono state attivate: la Casa di comunità in via Napoleona a Como e l’Ospedale di Comunità di Mariano Comense. Ne consegue che i problemi della sanità lariana sono gli stessi di sempre. Sono quelli generati da una medicina di territorio prima smantellata con la riforma promossa dall’allora Presidente Maroni e poi messi in piena luce dalla pandemia” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, a margine dell’evento “La nostra salute prima di tutto” sulla riforma della sanità regionale, tenutosi ieri sera ad Albate, Como.

“La problematica delle liste d’attesa è uno dei nodi più urgenti da risolvere a Como e in tutta la regione. I lombardi spendono due miliardi e mezzo di euro all’anno in media di spesa per visite mediche private: unica soluzione davanti alle liste d’attesa pubbliche infinite. Ritenere, come hanno fatto Fontana e Moratti, un successo 11 mila prestazioni fatte nelle ore serali o festive rispetto ai milioni erogate ogni anno è insulto per i cittadini” continua il consigliere comasco.

“Tra il cittadino e l’ospedale dovrebbe esserci una rete di presa in carico che sia più diffusa e capillare possibile, con quelle case di comunità e quegli ospedali di comunità richiesti dal Ministero della Salute e Agenas. Eppure, a oggi, le aperture di questi nuovi poli vanno a rilento. Spesso l’intervento si riduce a una mano di vernice e una nuova insegna su vecchi presidi. La sanità lombarda va rifondata alla base, con interventi strutturali. A oggi, è fatta di numeri e prestazioni ma ha dimenticato completamente la prevenzione, la cura, l’aspetto socio-sanitario dei bisogni dei cittadini” conclude Orsenigo.

“Le modifiche al regolamento di Polizia Urbana voluto dalla Giunta Rapinese mancano completamente il bersaglio: era l’occasione per affrontare diversi aspetti della convivenza cittadina che meritano attenzione. Piuttosto il regolamento è diventato uno strumento nelle mani del sindaco per tenere fede ad alcune promesse fatte in campagna elettorale ed evitarsi altri imbarazzi. Con queste modifiche si spacciano soluzioni semplici a problemi complessi senza considerare le conseguenze sulla vita cittadina” dichiara il gruppo consiliare del Partito Democratico

“Nello specifico, il divieto del consumo di bevande alcoliche sull’intero territorio comunale è scritto in maniera così approssimativa che non inciderà significativamente sugli effetti della mala movida notturna in contesti come Piazza Volta. Contrariamente a quanto si possa far credere, non avrà nemmeno ricadute più efficaci del necessario presidio continuo, anche sociale, della situazione in zone come Via Anzani e San Rocco. Piuttosto viene criminalizzato il picnic in Spina Verde, il brindisi all’esterno della facoltà per una laurea o bere una birra su una panchina del lungolago in un pomeriggio estivo. Per evitare di sanzionare le famigliole, gli studenti o i turisti, e di impegnare inutilmente gli agenti della Polizia locale, l’unica soluzione sarà far finta che il divieto non esista. Divieto sul quale la maggioranza si è intestardita, divieto che non ha precedenti in altri capoluoghi dal momento che vieta il consumo di alcol in luoghi pubblici e aperti al pubblico, con la paradossale conseguenze che sarà vietato bere, non solo nei giardini e cortili dei condomini e nelle università, ma anche nei circoli privati e negli oratori. Ma non sarebbe stato meglio lasciare ai gestori di tali spazi la regolamentazione di cosa si può o non si può fare in tali luoghi? ” commentano i consiglieri Dem.

“Certo l’approvazione di nuove regole fa pubblicità. Così l’annuncio di più zone rosse che non garantisce che i problemi si spostino in aree vicine. E poi la questione della quiete pubblica, importante quanto il lavoro e la libertà di esprimersi. Da una parte siamo soddisfatti che, grazie alla segnalazione che abbiamo fatto per primi, il Consiglio comunale abbia deciso di eliminare le limitazioni d’orario sulla manutenzione dei giardini privati che avrebbero danneggiato un’intera categoria professionale. A ben vedere, però, non vi erano grandi alternative: l’articolo era in piena contraddizione con l’esistente regolamento comunale del piano di zonizzazione acustica che già disciplina la manutenzione del verde. Piano, questo probabilmente sconosciuto all’amministrazione. Non possiamo essere d’accordo però sulle nuove regole per l’esercizio dell’arte di strada. Tanto dipenderà dall’individuazione effettiva delle piazzole per le esibizioni ma l’idea è che si voglia confinare musicisti e performer (e anche chi dall’arte di strada trae un qualche sostegno economico) e allontanarli, anche a forza di burocrazia e adempimenti, dal cuore della città in quanto disturbatori – conclude il gruppo del PD – Altra evidenza che il regolamento non è uno strumento di convivenza, di mediazione delle istanze dei cittadini, ma di chiusura e limitazione”.

Giovedì 27 ottobre 2022, alle 20.30, alla Cascina Massée di Albate (Como, Via Sant’Antonino, 4), si terrà l’incontro pubblico aperto ai cittadini dal titolo “La nostra salute prima di tutto: il futuro della sanità comasca”.

I relatori Angelo Orsenigo, consigliere regionale comasco, e Carlo Borghetti, vicepresidente del consiglio regionale e consigliere regionale, affronteranno il tema dei cambiamenti portati dalla riforma regionale della sanità sul territorio comasco interessato da liste d’attesa interminabili, da pronti soccorso sovraffollati e dall’endemica carenza di medici di base.  
In allegato la locandina dell’iniziativa. La stampa è invitata a partecipare. 

“Ottobre è il mese della prevenzione contro il cancro al seno in tutta Italia. Ma non sul lago di Como, dove il mammografo dell’ospedale di Menaggio è rotto da più di un anno” denuncia il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Lasciate senza alternative, le cittadine della sponda comasca del Lario e delle valli devono affrontare il lungo tragitto verso Como: parliamo di 40 chilometri di strada e più di due ore tra andata e ritorno. Disagi che si sommano ai tempi di attesa infiniti per la prenotazione di una mammografia nelle strutture più centrali: tra i 70 e i 190 giorni che scendono a 20 negli ambulatori privati. Non sono i numeri di un servizio sanitario che previene. Piuttosto è la fotografia di un sistema incapace di declinarsi sul territorio in maniera efficace: cosa ha intenzione di fare Regione Lombardia per ripristinare il servizio di mammografia e soprattutto promuovere la prevenzione? Chiedo chiarezza direttamente alla Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia” dichiara il consigliere comasco, annunciando un’interrogazione formale diretta a Palazzo Lombardia.

“Prevenire significa salvare vite. Ma forse Regione Lombardia non la pensa così e, nonostante le ripetute sollecitazioni dei cittadini che chiedono che l’ospedale di Menaggio torni a servire adeguatamente il territorio, lascia decadere quei servizi che andrebbero a comporre una sanità di territorio che tanto manca nelle aree più disagiate della nostra provincia. Non dimentichiamo che l’Ospedale di Menaggio ormai da mesi non ha un reparto di rianimazione e, da maggio 2022, non ha un reparto di psichiatria funzionante in assenza dei medici specialisti necessari. Mancanza che i bandi regionali non paiono poter colmare. Ciò ripropone un problema strutturale della sanità lariana: i poli più periferici sono sguarniti e servono incentivi per invogliare i giovani medici e specialisti a lavorare in un ospedale come quello di Menaggio. Se releghiamo presidi come l’Erba-Renaldi, l’unico pubblico sulle nostre sponde del lago di Como, a posizioni di second’ordine andiamo a ledere il diritto alla salute di migliaia di cittadine e cittadini lariani” conclude il consigliere.

“Se la Giunta Rapinese ha intenzione di approvare il regolamento di Polizia urbana senza modifiche rischia di mettere in crisi le imprese private che si occupano di manutenzione del verde sul territorio comunale” dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico, Stefano Legnani e Gabriele Guarisco.
“Basta scorrere la bozza per cogliere, all’articolo 13, che dal primo di ottobre fino al 31 marzo i lavori di taglio del verde potrebbero essere svolti dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00, durante la settimana. Nei weekend l’inizio dei lavori può avvenire solo alle 10.00 fino alle 12.00 e dalle 16.00 fino alle 17.00. Nel periodo estivo da aprile fino alla fine di settembre, dal lunedì al venerdì, si può lavorare solo dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 21.00. Nel weekend gli interventi sul verde sono previsti dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 21.00. Basterebbe confrontarsi con un qualsiasi addetto del settore per sapere che, di norma, gli orari di lavoro sono 8.00-12.00 e 13.00-17.00: il nuovo regolamento, da una parte, taglia le ore a disposizione durante l’inverno e costringe a lavorare fino a tardi d’estate” commentano i consiglieri Dem.
“Oltretutto l’articolo, così come proposto, non tiene conto delle differenze tra apparecchi a motore a scoppio e apparecchi elettrici, che sono molto meno rumorosi.  Infine – concludono Legnani e Guarisco – se la norma vuole davvero tutelare il riposo dei cittadini, perché non viene applicata anche alla manutenzione delle aree pubbliche confinanti con edifici residenziali? Ci aspettiamo che su questa e sulle altre – tante – incongruenze del regolamento la maggioranza sia pronta a confrontarsi con l’opposizione”.

“La copertura del pavimento del Broletto per eliminarne il dislivello rispetto a piazza del Duomo non si farà: il risparmio per le finanze pubbliche sarà ingente, di ben 300mila euro, inizialmente previsti per un’opera inutile a cui ci siamo già opposti in passato e che avrebbe fatto perdere la visibilità al monumento. Inoltre il Comune di Como dovrà impegnarsi a stanziare risorse per il recupero del patrimonio di edilizia pubblica non solo a partire dal piano delle alienazioni del patrimonio comunale ma anche con le altre risorse dell’ente. Due obiettivi importanti ottenuti con i nostri contributi al Documento unico di programmazione votato questa settimana in consiglio comunale. Ora ci aspettiamo che questi trovino una più concreta realizzazione nei prossimi mesi, a partire dalla fase di approvazione di bilancio” commentano Patrizia Lissi, capogruppo PD in consiglio comunale a Como, Stefano Fanetti, Gabriele Guarisco, Stefano Legnani, consiglieri comunale Dem.

“Purtroppo però la maggioranza si è opposta a numerose altre proposte del Partito Democratico che riteniamo ugualmente importanti per la città. Abbiamo chiesto che il personale attualmente impiegato nelle mense scolastiche rimanga alle dipendenze del Comune anche in caso di privatizzazione del servizio. Abbiamo chiesto la sistemazione del cimitero di Rebbio, con l’apertura del cancello su via Ennodio per il passaggio delle persone con disabilità. Abbiamo anche proposto il rilancio delle assemblee di zona per favorire la partecipazione attiva dei cittadini. E poi: l’inserimento nel documento dell’obiettivo della piena fruibilità da parte dei cittadini del Parco dell’ex Ospedale Psichiatrico del San Martino, il pieno recupero funzionale dell’Ostello di Villa Olmo, la razionalizzazione degli infopoint in un punto informazioni unico al Broletto. Abbiamo anche chiesto interventi specifici per l’installazione di dispositivi di sicurezza di base (cancelli, citofoni, porte di sicurezza) negli immobili di edilizia pubblica” aggiungono i consiglieri.

Tra gli ordini del giorno Dem rifiutati dalla maggioranza, due particolare riguardavano il trasporto pubblico locale e il ripristino del collegamento autobus per le aree di Baraggia e Via Ninguarda ad Albate: “Le nostre richieste – respinte, purtroppo –  provengono direttamente dai residenti. Bene vedere che la nuova giunta abbia assicurato, dopo che l’abbiamo sollecitata nell’ultima seduta del consiglio comunale, che la questione verrà portata sul tavolo di confronto con l’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale. Ma non ci basta questo: continueremo a spingere perché si proceda il prima possibile con il finanziamento del servizio e la risoluzione degli altri aspetti tecnici per l’attivazione del servizio. E lo stesso vale per quanto riguarda per l’altro collegamento autobus, tra Sagnino e Ponte Chiasso, su cui avevamo chiesto l’impegno comunale – aggiunge il gruppo consiliare del PD, concludendo – In linea generale vediamo una maggioranza che ha votato contro queste proposte di buon senso che offrivano delle risposte alle istanze di tanti cittadini. Ma non ci fermeremo davanti ai no: siamo determinati a portare avanti queste e molte altre battaglie”.

“Servono regole per il parcheggio e la sosta, per il transito in aree specifiche della città e serve un limite di velocità ma privarsi di un mezzo di trasporto utile come il monopattino elettrico a Como è assurdo. La posizione tranchant della giunta Rapinese non ha senso, non nel 2022. I processi vanno governati, non subiti e rifiutati. Lecco ha testato il servizio con aree di sosta e regole ben precise e lo stesso ha fatto Varese. Perché il Comune di Como dovrebbe fare diversamente? Le applicazioni consentirebbero di bloccare l’uso dei monopattini in zone sensibili come i parchi pubblici o piazza Duomo, per esempio, di limitare la velocità o di escluderne la sosta in determinate zone. Le problematiche segnalate dagli assessori possono essere regolamentate.” dichiarano Stefano Legnani, consigliere comunale del Partito Democratico, e Matteo Introzzi, segretario del circolo Pd “Como Convalle”.

“La disponibilità di mezzi alternativi come il monopattino sgrava la viabilità di traffico di prossimità fatto di lavoratori e studenti. Se poi sono arrivate proposte da più di venti compagnie significa che il potenziale e la domanda ci sono- continuano i Dem – Ricordiamo poi che al Comune di Como manca ancora un responsabile della mobilità d’area che possa coordinare i vari piani di mobilità sostenibile di istituzioni, imprese ed eventi. Se ci fosse avremmo più possibilità di regolamentare questi fenomeni che nel resto d’Europa ormai sono normalità consolidata”.

Le istituzioni