“Troviamo deplorevole il comportamento avuto dal sindaco Alessandro Rapinese nella seduta del Consiglio comunale di ieri sera. Fare il verso e ironizzare su un’iniziativa pubblica come quella dell’aperitivo organizzato da Pia Pullici, da tutta la vita al fianco delle persone disabili, tanto da essere nominata Cavaliere al Merito della Repubblica è stato un gesto di estrema bassezza politica e umana, anche e soprattutto per il coinvolgimento nell’evento delle persone con disabilità” dichiara Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale.
“L’aperitivo, per la cronaca, è stato un momento di gioia e di sorrisi, nonostante il grave disagio sociale creato dalla chiusura delle micro piscine e della palestra di via del Dos. Chiusura che, tra l’altro, in campagna elettorale, il sindaco aveva affermato che non avrebbe mai disposto, per non limitare i servizi offerti alle persone fragili. Ora, chiaramente, l’augurio è che la struttura possa riaprire il prima possibile”.
“E a questo proposito, invito nuovamente il sindaco a non prendersi meriti che non ha, perché la nuova caldaia è frutto di un appalto dell’Amministrazione Lucini, e a lavorare sodo per dare al più presto risposte adeguate ai cittadini, senza dover ricorrere a facili ironie fuori luogo. Soprattutto quando di mezzo ci sono categorie fragili come le persone con disabilità che frequentavano abitualmente piscine e palestra nei loro percorsi di riabilitazione. Compito di un buon sindaco sarebbe andare incontro con umanità e professionalità a chi ha perso un luogo importante per il proprio percorso. Ma, a quanto sembra, queste ultime, sono qualità che non appartengono a Rapinese” prosegue.
“Altrettanto triste è pensare a una maggioranza incapace di pensare con la propria testa e di distinguere se il proprio sindaco sia dalla parte della ragione o del torto. In un anno di mandato non abbiamo mai visto un consigliere prendere posizione su quanto detto da Rapinese. Ed è piuttosto vergognoso che, neanche in una situazione simile, in cui come parte in causa c’erano fasce sensibili della popolazione, nessuno abbia avuto il coraggio, o meglio, la decenza, di alzare la mano e dissentire” conclude.