“Come ho affermato anche ieri in Consiglio comunale in una preliminare, sono sempre di più, in Italia e a Como, le persone che vivono situazioni di difficoltà economica. Nel 2023, in Italia, è aumentata la povertà assoluta: sono coinvolti 5,7 milioni di persone. È in aumento anche l’indigenza tra i lavoratori dipendenti con salari insufficienti per arrivare a fine mese. I minori poveri sono 1 milione 300.000. Un bambino su 7 vive in povertà assoluta: il valore più alto degli ultimi 10 anni. E anche sul territorio comasco, purtroppo, è cresciuto il numero di poveri. I numeri testimoniano un incremento delle persone senza reddito e, di conseguenza, di coloro che si rivolgono alle mense come Casa Nazareth o la Casa Vincenziana” denuncia Patrizia Lissi, capogruppo del PD in Consiglio comunale.

“Ora chiude l’Emergenza freddo e viene da chiedersi dove andranno le persone bisognose. A maggior ragione quest’anno, dopo la chiusura dell’oratorio di San Rocco. Passarci davanti trasmette un senso di tristezza. Fa pensare a don Roberto, il sacerdote degli ultimi, il sacerdote che ha ricevuto il massimo riconoscimento dalla città, com’ è l’abbondino d’oro. Fa pensare ai volontari che ora servono la colazione all’aperto. Colazione che è un momento anche di relazione”.

“Como sta diventando sempre di più una città per ricchi, bed&breakfast, case vacanze, affitti inaccessibili – prosegue Lissi – La mancanza di alloggi è un problema emergenziale: non si trovano appartamenti decorosi ad una cifra adeguata. Il volontariato non può sostituirsi completamente all’ istituzione, anche se fa risparmiare tanto ai Comuni e allo Stato. C’è bisogno di altre strutture che accolgano le persone in difficoltà, persone fragili, vulnerabili. Lo chiedono i volontari, i cittadini che non rimangono indifferenti davanti alle tante persone che fra poco occuperanno luoghi all’aperto cercando un tetto per coprirsi”.

“Como è città della pace, Como è città di frontiera. Pensiamoci seriamente, con sincerità. Per queste problematiche sulla grave marginalità sono state recuperate risorse con il Pnrr? L’ho chiesto anche in Consiglio, senza ottenere alcuna informazione in merito. Non si possono dare risposte semplici a situazioni complesse, ma l’istituzione ha il dovere di dare risposte. Ha il dovere di fare tutto ciò che è in proprio potere affinché nessuno sia lasciato solo, per strada. E allora lavoriamo insieme, istituzioni, enti di terzo settore, volontari, affinché possa essere trovata una soluzione e la dignità e i diritti di ciascuna persona non vengano mai meno” conclude.

“E’ con grande soddisfazione che annunciamo l’avvio del primo lotto dei lavori di riqualificazione della Spina Verde, nei territori del Monte Goj e della Valbasca. Le iniziative di informazione, collaborazione e sensibilizzazione del circolo PD di Como Circoscr. 1 – Albate e di tutto il Partito Democratico di Como, volte alla risoluzione della situazione di rischio idrogeologico e d’incendio esistente in quei territori dopo il terribile nubifragio del 12 luglio scorso, stanno dando i primi risultati concreti” dichiara il segretario del circolo PD di Como Circoscr. 1 – Albate Francesco Finizio.

“Grazie alle operazioni di riqualifica, interamente a carico dell’Ente Parco, tutto il sentiero 5 (che porta da Muggiò a Lora, e ai collegamenti con la Valbasca), verrà presto liberato da tutti gli impedimenti. Ringraziamo l’Ente Parco per l’intervento e rinnoviamo il nostro impegno nel vigilare affinché tutto venga svolto nei tempi promessi”. 

“Continueremo, inoltre, a portare avanti questa battaglia, in quanto per l’esecuzione dei lotti successivi, che prevedono la liberazione da tutte le piante cadute e la ripiantumazione, c’è la necessità di un contributo economico dal Comune di Como e dalla Regione Lombardia che, ad oggi, nonostante le numerose segnalazioni, risultano non pervenute” conclude.

Lo scorso 22 aprile, il mondo ha celebrato la Giornata Internazionale della Terra. Mai come in questo momento storico c’è bisogno di recuperare la consapevolezza che la sopravvivenza dell’intera specie umana si basa su un delicato equilibrio; perché la Terra probabilmente proseguirà come ha sempre fatto per milioni di anni la sua esistenza, mentre siamo noi uomini a rischiare l’estinzione, come avvenuto per tante specie prima di noi, in difficoltà nell’adattarci ai cambiamenti che il nostro pianeta ha generato, subito e restituito nel corso della storia.

L’uomo e le sue azioni sono responsabili delle condizioni che hanno determinato gran parte delle trasformazioni in atto. Alla nostra generazione spetta il dovere e la responsabilità di evitare che questo processo venga accelerato in maniera irreversibile, minando irrimediabilmente il futuro delle prossime generazioni.
Il riscaldamento globale è evidente e scientificamente dimostrato, così come è manifesto lo sfruttamento del suolo, l’inquinamento dell’aria, l’importanza dell’acqua, elementi oggi non più in grado di sopportare gli stress causati da un modello di sviluppo predatorio.

Abbiamo tutti, nessuno escluso, una grossa responsabilità legata al porre in atto politiche nuove, volte a rendere il nostro sviluppo sostenibile; abbiamo l’urgenza di limitare, mitigare e cambiare, con politiche adeguate, gli effetti che le attività umane riversano sul clima, sui mari e sugli oceani, sulla biodiversità, sul patrimonio naturale che fa parte del nostro essere. Per farlo abbiamo bisogno di recuperare, in una dimensione di equilibrio e armonia, quel rapporto ancestrale tra l’uomo, l’essere umano e il creato, l’ambiente in cui viviamo.

Negli ultimi anni anche il territorio di Como è stato fatto oggetto di alcuni interventi spietati destinati a causare impatti ambientali devastanti. Pensiamo ad esempio al progetto “OltreLario” volto a prevedere l’innevamento artificiale del Monte San Primo con la costruzione di una pista da sci a meno di 1.200 m s.l.m. lunga appena 140 metri, qualcosa di anacronistico, ambientalmente ed economicamente insostenibile; oppure al progetto del maxi resort di lusso sulla riva di Torno che porterebbe alla costruzione di 29mila mq tra alberghi, spa, ristoranti, ville e servizi con un consumo di suolo previsto superiore di ben 18 volte quello esistente, il sacrificio un’intera area di pregio paesaggistico e naturalistico sull’altare irrispettoso del turismo di consumo. All’elenco va aggiunto anche il tracciato ‘Gronda’ della Canturina bis, che passando attraverso il Parco delle Groane e della Brughiera briantea, impatterà in maniera ancora più rilevante il territorio, peraltro in una zona sottoposta a tutela. E si potrebbe continuare evidenziando il mancato potenziamento e ammodernamento di alcune fondamentali linee ferroviarie presenti sul territorio, prima fra tutte il tratto della Como-Lecco.

Occorre avere il coraggio e insieme la responsabilità di fare tutti scelte lungimiranti, comprendere come ha cercato di impostare l’Unione Europea in questi ultimi anni, che o stiamo dentro una transizione, cioè il passaggio da un prima a un dopo, da un sistema produttivo non più sostenibile a uno che invece punta alla sostenibilità, oppure rischieremo il collasso. Il tutto con l’aiuto e il supporto cruciali di politiche industriali e di investimento certe e adeguate, supportate da risorse locali, nazionali e sovranazionali, tali da accompagnare anche le piccole imprese in questa svolta epocale.

Solo così potremmo lasciare alle generazioni future un pianeta vivibile e adatto alla sopravvivenza del genere umano.

“Il traffico in uscita forzata dall’autostrada A9 per lavori in corso e il forte passaggio in entrata e in uscita dal valico di Ponte Chiasso si ripercuotono da tempo sulla viabilità della zona di Como nord, e in particolare a Monte Olimpino” dichiara il segretario del circolo PD Como Circ. 8 “Elide Greco” Massimo Mancuso.

“L’inquinamento dell’aria riguarda la salute di tutti noi, dell’intero nostro ambiente, ed è facile accorgersi che, quella che stiamo respirando a Monte Olimpino, è tutt’altro che salutare – denuncia – La conferma della presenza di livelli preoccupanti di inquinamento atmosferico nella nostra città viene da rilevamenti effettuati tra febbraio e marzo 2023 in vie a elevata presenza di traffico dal Circolo comasco “Angelo Vassallo” di Lega Ambiente. Rilevamenti poi esposti e analizzati in un dossier a cura dello stesso Circolo, in collaborazione con la sezione di Como di Medici per l’Ambiente, nell’ambito di una campagna organizzata nelle aree cittadine e provinciali di Milano e Roma, dedicata in particolare alla pericolosità del biossido di azoto. In sintesi, risulta che i dati relativi alle polveri sottili PM10 e ad altri dannosi inquinanti, che derivano principalmente dai motori esotermici, hanno più volte superato i limiti previsti dalle normative nazionali ed europee, come purtroppo accade spesso in tutta l’area padana, tra le più inquinate d’Europa”.

“I residenti, esasperati per le code e l’aria pessima, hanno richiesto a più riprese un intervento del Sindaco di Como che, però, si limita a rispondere di non poterci fare nulla – prosegue – Noi, invece, come cittadini nella zona nord della città e appartenenti al Circolo PD – che comprende le zone di Monteolimpino, Sagnino, Pontechiasso e Tavernola – non intendiamo fermarci alla presa d’atto della situazione, ma riteniamo non procrastinabile sollecitare le istituzioni a un’azione più incisiva. La nostra città risulta essere fanalino di coda rispetto agli strumenti di rilevamento, avendo una sola centralina ARPA ubicata in Viale Cattaneo. Pertanto, alla Regione Lombardia chiediamo l’installazione di almeno altre due centraline in città per ottenere maggiore accuratezza dei rilevamenti. Si pensi, per esempio, alla congestionata Via Bellinzona che porta al confine svizzero e alla zona sud che parimenti comporta un numeroso traffico di autoveicoli in entrata e in uscita dalla convalle quotidianamente”.

“All’Amministrazione Comunale chiediamo iniziative adeguate e tempestive a cui le persone risiedono, che lavorano, che si muovono per o verso la città sia con i mezzi che a piedi, che vengono a goderne della bellezza, hanno diritto. Serve un piano ampiamente articolato, basato su una diversa visione della mobilità sia sul territorio cittadino che provinciale e del carico turistico che inevitabilmente acuisce il problema; servono coraggio e un confronto a più voci nel considerare soluzioni a breve e lungo termine già studiate e adottate in territori con una configurazione simile alla nostra città; serve un’opportuna informazione del fenomeno inquinamento che favorisca la diffusione di buone pratiche da mettere in atto avendo tutti, utenti e amministratori, maggiore consapevolezza dei danni provocati, sia alla salute di persone di ogni età sia all’integrità dell’ambiente naturale e artistico, patrimoni dell’intera comunità. Quando siamo bloccati in code interminabili, ovunque e ormai quotidianamente, nel territorio cittadino ed extra urbano, non deve più bastarci imprecare alla mala sorte!” conclude.

Nel tardo pomeriggio di sabato si è verificato un incendio nel palazzetto di Muggiò. Per fortuna i residenti del quartiere – nei confronti dei quali ovviamente siamo a disposizione per quanto possa occorrere – non risultano aver subito danni gravi in conseguenza dell’accaduto.

In tutta quell’area purtroppo il Comune non sembra avere idee concrete e possibili soluzioni in grado di risolvere la situazione di degrado e desolazione presente. Confidiamo che, almeno, si adottino tutti gli strumenti utili ad impedire il verificarsi di altre situazioni potenzialmente pericolose per i residenti del quartiere di Muggiò. Segnali inequivocabili di insicurezza sono, infatti, ben visibili da settimane solo percorrendo la via Sportivi comaschi (la recinzione dal lato del parcheggio divelta in alcuni punti, il cancello aperto a seguito di una forzatura etc…).

Avevamo segnalato questa situazione anche nel Consiglio comunale del 27 marzo scorso, chiedendo all’Amministrazione di verificare e porre in essere ogni iniziativa utile a scoraggiare quei soggetti che volessero approfittare di questa situazione di abbandono e di non controllo.

Francesco Finizio, segretario circolo Pd Como Circoscr. 1 – Albate
Stefano Legnani, Consigliere comunale

“E’ notizia di ieri lo stop al progetto del maxi parcheggio della Ticosa. Il sindaco ha deciso di fare un passo indietro, sulla base del Piano Economico Finanziario presentato da Acinque, svantaggioso per il Comune. Della vicenda stupisce (o forse no), apprendere che Rapinese, dopo aver elogiato e di fatto condiviso il progetto di Acinque durante la conferenza stampa di presentazione del 30 gennaio, affermi ora che il Piano Economico Finanziario sia inaccettabile per l’Amministrazione” dichiarano il Segretario cittadino Daniele Valsecchi e i consiglieri comunali Patrizia Lissi, Stefano Legnani, Stefano Fanetti ed Eleonora Galli.

“Peccato che, in quell’occasione, furono resi noti tutti i dati che ora si contestano: investimento di 27 milioni di euro, dei quali 17 a carico del Comune, a fronte di 30 anni di concessione al privato che incasserebbe tutti i proventi del parcheggio, dell’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico, dell’affitto degli spazi commerciali e di quelli pubblicitari. Un piano che, già allora, era apparso totalmente sbilanciato a favore del promotore” proseguono.

“Ora, per fortuna, se ne è accorto anche il sindaco, che lo ha rispedito al mittente dopo aver dichiarato, però, sempre durante la conferenza stampa, che non vedeva l’ora di approvarlo in Consiglio comunale – concludono – Un noto proverbio dice che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. L’ansia da prestazione del sindaco per far credere ai cittadini che tutto il programma sarà realizzato gli ha giocato un brutto scherzo. Prima di fare annunci pirotecnici, forse, dovrebbe proprio fare i conti della serva, cioè essere molto minuzioso e preciso sulle risorse da impegnare”.

“Nel Consiglio comunale di ieri sera, in sede di approvazione del Piano Economico Finanziario, è stata discussa una nostra proposta di Ordine del giorno, che impegnava il sindaco e la giunta a valutare, in accordo con il gestore del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, la possibilità di decentrare in ulteriori luoghi del territorio comunale, anche con incremento degli orari di apertura, la distribuzione dei sacchi per la differenziata” dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico Stefano Legnani.

“La proposta è nata in seguito a un accesso agli atti, dal quale abbiamo appreso che, negli ultimi anni, solamente una parte dei cittadini, compresa tra il 44% e il 46%, ritira annualmente il kit con i sacchi per la raccolta differenziata dei rifiuti. Vuol dire che rispetto a 56mila utenti, ce ne sono circa 30mila che preferiscono comprarli altrove, per incompatibilità di orari o per impossibilità di recarsi nella decentrata via Somigliana per ritirarli. Il problema è che, pur non usufruendo del servizio, a oggi, da contratto, il Comune paga all’azienda una quantità di kit che, per oltre la sua metà, rimangono alla società che gestisce il servizio rifiuti. Uno sperpero di denaro pubblico, stimabile tra i 300 e i 400 mila euro all’anno, su cui sarebbe il caso di riflettere. E’ chiaro che il sistema va ripensato. Il sindaco in campagna elettorale aveva affermato che avrebbe revocato la gara di appalto; cosa che poi non ha fatto. Potrebbe almeno chiedere al gestore di modificare il contratto prevedendo che il Comune paghi solo i i kit effettivamente consegnati. In attesa dovrebbe quantomeno favorire il ritiro dei cittadini, come da noi richiesto” prosegue.

“Tuttavia, il sindaco ha respinto il nostro ordine del giorno, affermando che, dal prossimo anno, verranno collocati nove distributori automatici di sacchetti – conclude Legnani – Ce lo auguriamo, ma purtroppo significa che, anche per quest’anno, una grande quantità di denaro verrà speso senza ritornare, alla cittadinanza, in forma di servizio” conclude.

“Qualcosa si muove in via Castellini e non potremmo esserne più contenti. A inizio ottobre dell’anno scorso, dopo un sopralluogo in alcuni quartieri della città, avevamo segnalato lo stato di forte degrado in cui riversavano alcuni terreni Aler della zona. Da subito ci siamo attivati, anche grazie al lavoro costante del circolo di Como Convalle e al supporto dei Consiglieri, per chiedere un tempestivo intervento di recupero. Lo abbiamo fatto dopo aver parlato con la cittadinanza, in incontri pubblici in cui abbiamo raccolto le istanze dei residenti” dichiarano il consigliere regionale Angelo Orsenigo, il Segretario cittadino del PD Daniele Valsecchi e il Segretario del circolo PD di Como Convalle Alessandro Rossi, commentando l’esito di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale comasco e diretta alla giunta e all’assessore competente per fare chiarezza sulla questione dei terreni di via Castellini 

“Oggi possiamo finalmente annunciare che Aler Como ha attivato la procedura di affidamento dei lavori per la pulizia e la sistemazione dell’area, volti a garantirne la messa in sicurezza e il ripristino di uno stato decoroso, in attesa di una sua futura e auspicata riqualificazione. Si tratta di un primo importante passo, a cui ci auguriamo possa seguire un’adeguata valorizzazione di uno spazio con grandi potenzialità. A quanto ci è dato sapere, esistono già alcune ipotesi progettuali agli atti di Aler, che sta tenendo monitorate le possibilità di finanziamento con l’obiettivo di giungere alla riqualificazione dell’area”.

“Il Partito Democratico di Como rinnova l’impegno a vigilare sull’effettivo ripristino del decoro urbano e al futuro mantenimento dello stesso, nell’attesa di un progetto che possa nuovamente dare una funzione d’uso ai terreni. Continueremo a lavorare al fianco dei cittadini affinché, in via Castellini come altrove, si possa vivere una città sempre più bella e vivibile. Noi ci siamo” concludono i Dem lariani.

“Il Palio del Baradello è una delle più importanti tradizioni della nostra città. La notizia dello sfratto dai locali di via Giussani (tanto per cambiare, senza che il sindaco si sia preoccupato prima di trovare un’alternativa), ci ha spinti ad accogliere l’appello degli organizzatori e a pensare ad alcuni spazi alternativi in cui depositare le attrezzature dei figuranti” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia LissiStefano LegnaniEleonora Galli e Stefano Fanetti.

“Tra le varie ipotesi che ci sono venute in mente, ci sono i locali dell’ex ospedale Sant’Anna, rimasti inutilizzati, oppure quelli al di sotto del vicino autosilo Val Mulini. Visti i recenti fatti di cronaca, inoltre, qualora ci fosse la possibilità di garantire immediatamente la giusta sicurezza ai materiali, si potrebbe pensare anche all’ex bar del Politeama, che tornerebbe, dopo tempo, ad avere un ruolo utile alla cittadinanza, in attesa di un progetto per la sua riqualifica. Chiediamo dunque al sindaco e a Regione Lombardia di vagliare le possibilità di loro competenza, al fine di trovare al più presto una sistemazione alternativa per le attrezzature del Palio”.

Le istituzioni