Il Pd ha presentato al Senato, a prima firma Malpezzi-Parrini, una mozione in cui impegna il Governo “a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”.

Un’altra mozione è stata presentata alla Camera dei deputati.

“Le nostre mozioni chiedono che il governo, attraverso gli strumenti previsti dalle leggi vigenti, sciolga l’organizzazione neofascista Forza Nuova e tutte le altre formazioni che si richiamano al fascismo.Ci auguriamo che tutte le forze politiche autenticamente democratiche la sottoscrivano. Chiederemo in conferenza dei capigruppo che la mozione venga calendarizzata al più presto al Senato e alla Camera” Così le Presidenti dei gruppi Pd di Senato e Camera, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani.

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MOZIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

La Camera, premesso che:

il 9 ottobre scorso, in occasione di una manifestazione contro l’obbligo del green pass per i lavoratori (che entrerà in vigore il 15 ottobre), nel centro di Roma, per l’intero pomeriggio e fino a tarda sera, si sono susseguiti duri scontri con la polizia, episodi di violenza e vandalismo culminati con il grave danneggiamento della sede della CGIL, dove alcuni manifestanti hanno fatto irruzione al piano terra devastando diverse stanze, e la successiva aggressione perpetrata durante la notte al Policlinico Umberto I, ai danni dei medici e infermieri intenti nel proprio lavoro;

particolarmente allarmante è stata la notizia trapelata dell’intenzione dei manifestanti di raggiungere nella giornata di sabato la sede di Palazzo Chigi e Palazzo Montecitorio, scongiurata solo grazie all’intervento delle Forze di polizia, che hanno riportato quasi una quarantina di agenti feriti, mentre non è possibile escludere che l’innalzamento dello scontro verificatosi nella giornata di sabato sia proprio dovuto alla reazione conseguente ad una forte azione di contrasto perseguita dalle forze di polizia nell’ultimo anno;

al di là delle responsabilità individuali dei leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, già pregiudicati per gravi reati e che erano a capo dei manifestanti che hanno assaltato la sede della CGIL – al momento in stato di arresto e sulle cui responsabilità auspichiamo venga fatta luce il più presto possibile dalle autorità preposte -, colpisce la forte matrice fascista alla base delle gravi azioni violente poste in essere ai danni di un corpo intermedio, rappresentante dei diritti dei lavoratori quale quello della CGIL, azioni contraddistinte da un’inquietante carica eversiva e tali da configurare un vero e proprio attacco, con metodi violenti, alla nostra democrazia;

del resto, già in passato Forza nuova è stata protagonista di altre inaccettabili azioni di intimidazione nei confronti del libero diritto di cronaca, come per esempio nel caso della manifestazione organizzata sotto la sede della redazione del quotidiano La Repubblica;

è evidente che i gravi fatti accaduti, non solo nulla hanno a che vedere con la libertà fondamentale di manifestazione del pensiero, pilastro della nostra Costituzione antifascista nata nel 1948, ma hanno purtroppo messo in evidenza come movimenti di estrema destra, dediti talvolta a rievocazioni considerate folcloristiche del passato regime, abbiano compiuto un salto di qualità, riuscendo ad infiltrarsi e ad intercettare le proteste e il malumore di tutti coloro che non hanno condiviso le scelte di Governo in merito all’estensione dell’obbligo del green pass;

l’uso della violenza quale metodo di lotta politica cui abbiamo assistito nella giornata di sabato, non solo non può essere mai tollerato, ma impone una riflessione attenta perché va ad toccare proprio quella “pubblica esaltazione dei fatti e metodi propri dei fascisti” richiamata dall’articolo l’articolo 1 della legge 20 giugno 1952, n. 645, che attua la XII disposizione transitoria della nostra Costituzione;

preoccupa, e al tempo stesso amareggia, assistere a questi rigurgiti così pericolosi per la tenuta della nostra democrazia, e che sembrano riportare l’Italia indietro nel tempo, proprio nel momento in cui il nostro Paese, dopo quasi due anni di pandemia e il sacrificio umano di oltre 130,000 vittime, si sta finalmente risollevando con orgoglio e determinazione tanto sul piano sanitario quanto su quello economico: –

impegna il Governo,

a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana.

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MOZIONE AL SENATO

MALPEZZI, PARRINI, FERRARI, MIRABELLI, BITI, COLLINA, D’ARIENZO, CIRINNA’, ROSSOMANDO, MARCUCCI, ALFIERI, ASTORRE, BOLDRINI, CERNO, COMINCINI, D’ALFONSO, FEDELI, FERRAZZI, GIACOBBE, IORI, LAUS, MANCA, MARGIOTTA, MARILOTTI, MISIANI, NANNICINI, PINOTTI, PITTELLA, RAMPI, ROJC, STEFANO, TARICCO, VALENTE, VATTUONE, VERDUCCI, ZANDA

Il Senato, premesso che:

il 9 ottobre scorso, in occasione di una manifestazione contro l’obbligo del green pass per i lavoratori (che entrerà in vigore il 15 ottobre), nel centro di Roma, per l’intero pomeriggio e fino a tarda sera, soggetti appartenenti a Forza Nuova e ad altre organizzazioni di estrema destra hanno tentato di assaltare le istituzioni dando luogo a duri scontri con la polizia, a numerosi episodi di violenza e di vandalismo culminati con il grave danneggiamento della sede della CGIL dove alcuni manifestanti hanno fatto irruzione al piano terra devastando diverse stanze;

i leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, erano a capo di quei manifestanti che si sono staccati dal corteo proprio per assaltare la sede della CGIL dopo aver minacciato dal palco con le parole “Stasera ci prendiamo Roma” ed essersi diretti verso Palazzo Chigi;

al momento sono dodici le persone arrestate per i suddetti fatti, fra i quali Roberto Fiore, Giuliano Castellino e Luigi Aronica, un esponente dei Nar, per numerosi reati fra i quali violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate, danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio;

sono trentotto i feriti tra agenti di polizia, finanzieri, giornalisti e passanti;

come dichiarato dalla Ministra dell’interno, Lamorgese, si è trattato di atti di violenza con un’”inquietante carica eversiva”, in cui erano evidenti la matrice neofascista, la premeditazione nella scelta degli obiettivi e l’utilizzo della violenza quale “metodo” di azione politica per realizzare un attacco alla democrazia, alle istituzioni e ai sindacati che della democrazia rappresentano un importante presidio;

si tratta solo dell’ultimo di decine di inquietanti episodi di violenza, verificatisi e intensificatisi negli ultimi anni, riconducibile a partiti e movimenti di estrema destra che si organizzano sui social network per infiltrarsi in manifestazioni organizzate allo scopo di alimentare la tensione sociale e compiere atti di violenza e vandalismo;

la gravità delle azioni violente poste in essere da un partito politico come Forza Nuova e da altre organizzazioni di estrema destra è aumentata dall’evidente matrice fascista di tali azioni, troppo spesso derubricate a gesti di pochi e isolati individui violenti, con la volontà di minimizzare in modo colpevole, ambiguo e irresponsabile l’ispirazione di queste organizzazioni politiche all’eredità del ventennio fascista e l’uso della forza e della violenza come “metodo” di azione politica in radicale contrapposizione con l’identità antifascista della Costituzione repubblicana;

premesso inoltre che:

la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista;

l’articolo 1 della legge 20 giugno 1952, n. 645, dispone che: “Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”,
l’articolo 3 della suddetta legge prevede che “Qualora con sentenza risulti accertata la riorganizzazione del disciolto partito fascista, il Ministro per l’interno, sentito il Consiglio dei Ministri, ordina lo scioglimento e la confisca dei beni dell’associazione, del movimento o del gruppo. Nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell’articolo 1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge ai sensi del secondo comma dell’articolo 77 della Costituzione.”;

sono tre, nel nostro Paese, i casi di movimenti politici sciolti in virtù della c.d. legge Scelba: il caso di Ordine Nuovo, sciolto nel 1973, quello di Avanguardia Nazionale, sciolto nel 1976, e quello più recente del Fronte nazionale, sciolto nel 2000, a tutela della legalità democratica e repubblicana sancita dalla Costituzione;

è fuor di dubbio che Forza Nuova sia un’organizzazione politica di estrema destra che si ispira al fascismo, come stabilito da una sentenza della Corte di cassazione (sezione V penale, 8 gennaio 2010, sentenza n. 19449) in cui si legge “Nonostante la fine del regime fascista, sono sopravvissute associazioni e organizzazioni politiche che, come Forza Nuova, si ispirano a questa ideologia e che (…) pretendono di tutelare la propria identità politica.”;

quanto avvenuto il 9 ottobre scorso a Roma rientra chiaramente tra le fattispecie previste dalla legge Scelba, ovvero l’uso della violenza quale metodo di lotta politica, il propugnare la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione, la denigrazione della democrazia e delle sue istituzioni;

considerato che.

nella risposta del vice Ministro dell’interno, Crimi, all’interrogazione n. 5-04851 dell’onorevole Fornaro sulle attività dei movimenti di estrema destra volte ad alimentare la tensione sociale e a favorire atti di violenza e vandalismo nel quadro dell’emergenza Covid, pubblicata il 28 ottobre 2020 nell’allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali) della Camera dei deputati si legge: “(…) nell’interrogazione si fa riferimento al coinvolgimento di gruppi dell’estrema destra in scontri e violenze e, in particolare, a loro infiltrarsi nelle manifestazioni organizzate dalle categorie colpite dalla crisi emergenziale scaturita dall’emergenza sanitaria in corso. A seguito delle più recenti disposizioni adottate e delle conseguenti restrizioni legate alla gestione dell’epidemia da Covid-19, si è registrata un’intensificazione dei fenomeni di protesta che, mirando a cavalcare il malcontento di alcune fasce sociali, contestano le misure, da ultimo, adottate dal Governo nei giorni scorsi. Già da alcuni mesi diversi movimenti di estrema destra hanno intrapreso una strategia volta a strumentalizzare il disagio economico derivante dal contesto emergenziale, al fine di acquisire proseliti e popolarità. In tale contesto, il movimento di Forza Nuova, a partire dallo scorso giugno, ha preso parte a diverse manifestazioni per lo più a carattere estemporaneo che, in numerosi casi, hanno trovato sostegno nell’ambito dei social network più diffusi. (…) Dall’inizio dell’anno, le indagini svolte su soggetti gravitanti negli ambienti di estrema destra hanno consentito di trarre in arresto 6 militanti d’area e di deferirne 322 all’Autorità Giudiziaria. In ogni caso quindi, come emerge anche dai dati illustrati, il Ministero dell’interno, presta la massima attenzione alle diverse forme in cui si manifesta la protesta e ad eventuali forme di degenerazione in violazione dei principi costituzionali.”;

impegna il Governo:

a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana.

Domenica, 10 ottobre, presso la sede provinciale della CGIL di Como si è tenuto un presidio di solidarietà dopo l’attacco alla sede nazionale del sindacato a Roma, per mano dei neofascisti di Forza Nuova a Margine delle proteste “No-Pass”.

Presenti Chiara Braga, deputata, Angelo Orsenigo, consigliere regionale e Patrizia Lissi consigliere Comunale.

“Voglio esprimere piena solidarietà e vicinanza alla CGIL, la cui sede nazionale è stata assaltata da un gruppo di neofascisti di Forza Nuova. Sono fatti inquietanti che dimostrano quanto l’estremismo di destra sia una realtà pericolosa – e non semplice folklore nostalgico – sulla quale lo Stato deve intervenire con decisione e forza perchè sia chiaro che la violenza squadrista e l’apologia di fascismo non hanno alcun posto nella nostra democrazia” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, presente al presidio.

“È doveroso – ha dichiarato Chiara Braga, parlamentare del Partito Democratico e componente della segreteria nazionale del Pd – essere al fianco del sindacato e del mondo del lavoro, presidio fondamentale di democrazia. È tempo di usare parole chiare: condanna e immediato scioglimento di tutte le formazioni che si richiamano al fascismo. Nessuna ambiguità o silenzio complice può essere accettato. Per questo oggi è apparsa ancora più grave l’assenza del Sindaco di Como e delle Istituzioni che oggi governano la città di Como, sede del Monumento alla Resistenza Europea”.

“Quante volte siamo intervenuti sugli striscioni di estrema destra appesi a Como, i naziskin che hanno minacciato i componenti di Como Senza Frontiere, chiedendo che venissero prese le distanze dalla giunta comasca? Abbiamo ottenuto solo silenzio in cambio. Continueremo a combattere in consiglio comunale” ha aggiunto Patrizia Lissi, consigliera comunale di Como.

“Vedere la giunta Landriscina perdere un altro pezzo è l’ennesimo segnale imbarazzante che la maggioranza a Como è arrivata alla fine della corsa e che il sindaco è incapace di comunicare con i suoi assessori, figuriamoci gestire la squadra per il bene di Como” dichiarano Stefano Fanetti, capogruppo Pd in Comune e Tommaso Legnani, segretario cittadino Dem di Como.

“Non è solo un “tutti contro tutti” tra amministratori trattati come se fossero di serie A e serie B. È anche un “liberi tutti” per mancanza di leadership. Le dimissioni dell’assessore Galli rendono solo più evidente queste dinamiche, oltre al finto civismo dell’amministrazione Landriscina visto che pressoché tutti gli assessori estranei ai partiti di centrodestra hanno deciso di andarsene. È inammissibile però che a farne le spese siano solo e soltanto i cittadini che, ricordiamo, da più di due anni non possono utilizzare la piscina di Muggiò o il palazzetto dello sport, o non si sono visti restituire l’area della Ticosa, vista la bonifica non completa. Quattro anni buttati e il quinto pronto a produrre il solito nulla, viste le defezioni cariche di veleni personali”.

“L’unico spiraglio? Le elezioni si avvicinano. Il Partito Democratico sta lavorando a tutto tondo con forze civiche e politiche per offrire un’alternativa per ricostruire Como dalle fondamenta, dopo che chi siede a Palazzo Cernezzi ha azzerato le prospettive dei comaschi. La città merita di meglio: competenze solide e direzione, tanto per iniziare a fare la differenza” concludono i due esponenti.

“Oggi abbiamo potuto apprendere, per bocca del presidente di Pedemontana, Roberto Castelli, che la tangenziale di Como continuerà ad essere a pagamento. Questo perché la società non può fare a meno degli introiti provenienti dal pedaggio, secondo quanto stabilito dal piano economico finanziario. L’unica possibilità? Che un ente terzo copra i guadagni mancanti. Sempre secondo Castelli, Pedemontana non ha il ruolo politico di decidere la gratuità o meno. Bene: la Giunta Fontana che guida la Lombardia il ruolo politico ce l’ha e Regione Lombardia di fatto possiede Pedemontana, una società che tra il 2018 e il 2019 ha registrato ricavi, utili e passaggi in aumento costante. Allora perché stiamo ancora pagando per un piccolo moncherino di una tangenziale incompiuta?” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, commentando l’audizione odierna in Commissione regionale Bilancio del presidente Castelli, al quale il consigliere comasco ha rivolto la domanda sulla possibile gratuità della tangenziale.

“Così continua una presa in giro lunga 3 anni da parte di Regione Lombardia a danno della provincia di Como – continua Orsenigo – Dico tre anni perché era il 2018, quando in piena campagna elettorale Fontana prometteva ai comaschi che non avrebbero pagato il tratto lariano della tangenziale. Oggi ci viene riconfermato che le promesse vuote rimangono tali: saremo costretti a pagare il primo lotto della tangenziale comasca, senza sapere quando e se sarà realizzato il secondo tratto. Il pedaggio può essere tolto a patto di coprire in altri modi le entrate mancanti? Bene, Regione Lombardia ci metta del suo e il prima possibile. Noi comaschi siamo stanchi di mettere mano al portafoglio per un’opera incompleta già ripagata”.

“La situazione del plesso scolastico di Albate è sempre più preoccupante. Quando a inizio settembre in Consiglio comunale avevo posto agli assessori competenti la questione delle infiltrazioni di acqua nelle aule del secondo piano mi è stato risposto che si sarebbe intervenuto rapidamente e comunque entro la fine di settembre, se le condizioni metereologiche avessero assistito. Siamo a ottobre, il mese di settembre è stato essenzialmente di sole: però, dopo le piogge di questi giorni, vediamo che il problema si è esteso, perché ad essere coinvolte ora sono anche classi del primo piano e non solo quelle del secondo. Inoltre, permane l’impossibilità di utilizzare una delle due palestre dell’istituto, anch’essa danneggiata dalle infiltrazioni, così che i nostri ragazzi, che hanno affrontato tutti i disagi della pandemia, della DAD e dell’isolamento in casa, si trovano ad affrontare le lezioni da “sfollati” nella loro stessa scuola e in più sono impediti a riprendere l’attività fisica e sportiva. Allora è necessario chiarire che cosa è stato fatto nelle scorse settimane e che cosa s’intende fare ora e, ancor di più, in che tempi: che devono essere ristrettissimi. In città il comune ha aperto diversi cantieri, in queste settimane: possibile che non sia stata individuata come priorità quella di rimettere la scuola di un quartiere come Albate in condizioni di accogliere decentemente i nostri ragazzi e bambini? Su tutto questo è urgente che gli assessori diano risposte e si assumano impegni precisi, anche attraverso un momento di informazione e confronto, come richiesto ora dai genitori” dichiara Gabriele Guarisco, consigliere comunale del Partito Democratico in Comune a Como. 

“Guardiamo con preoccupazione alla situazione della scuola di piazza IV novembre ad Albate. Gli interventi di riparazione del tetto, che sono partiti dopo un mese dall’allagamento del plesso, ora devono proseguire rapidamente, anche per ridurre al massimo la durata della situazione di difficoltà nella quale le lezioni inizieranno. Alcune classi, almeno al principio, infatti avranno problemi di spazio e diversi laboratori non potranno essere utilizzati: quindi le lezioni rischiano di essere pesantemente condizionate. Una situazione ingiusta per gli studenti dopo due anni travagliati a causa dell’emergenza COVID.  Bisogna essere chiari anche su tempi di recupero della palestra, per cui al momento non ci sono elementi: è una struttura necessaria per la scuola e pure per le associazioni sportive del quartiere. Infine occorre pensare, al di là delle manutenzioni urgenti, a una riqualificazione sostanziale del plesso che ormai dimostra tutti i suoi limiti e che fatica a reggere le condizioni atmosferiche: che siano il freddo – come accaduto due anni fa con il distacco dei controsoffitti nelle aule delle elementari – o la pioggia – come successo a luglio – lasciando alunni, insegnanti e famiglie in una situazione d’incertezza e fatica. L’amministrazione Landriscina deve intervenire e in fretta. Dare per tempo ai ragazzi di Albate un posto sicuro e confortevole dove studiare e imparare dovrebbe essere una priorità per qualsiasi giunta. Non per quella Landriscina evidentemente” dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico, Gabriele Guarisco.  


Il Partito Democratico mette a disposizione la propria organizzazione per una sottoscrizione straordinaria finalizzata a:

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Attraverso la nostra comunità vogliamo, infine, fornire un supporto concreto alle donne e alle loro famiglie che arriveranno dall’Afghanistan.

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Giovani, agorà democratiche, green pass, spinte migratorie verso l’Europa: sono alcuni dei principali argomenti toccati dal Segretario Nazionale del Partito Democratico, Enrico Letta, in visita a Cernobbio oggi, sabato 4 settembre.

“Siamo l’architrave di responsabilità di questo governo. Semplicemente non è possibile essere pro e contro il green pass – ha detto letta, commentando il recente dibattito parlamentare sulla certificazione verde, misura sulla quale il segretario si è espresso dichiarando – La nostra linea sul green pass e le vaccinazioni non può essere puramente coercitiva. Il paese deve maturare la convinzione che se siamo tutti vaccinati tutto può continuare a funzionare. Abbiamo bisogno di convincere le persone anche perché dobbiamo garantire ai nostri ragazzi di poter tornare a scuola in presenza. Se potessi esprimere un desiderio, ecco, sarebbe un anno di scuola in presenza senza interruzioni”

Sulle agorà democratiche, un modello di confronto democratico diretto distintivo della segreteria Letta,  ha dichiarato: “Abbiamo scelto le agorà per invertire la piramide e ripartire dalle persone. Molti altri partiti in Italia sono il loro capo. Noi no: noi abbiamo deciso di aprirci. È un tentativo di democrazia diretta mai fatto in Italia. Come Pd possiamo renderlo vincente. La politica è stare sul territorio, con le persone, e portare avanti le idee”.

Letta si è espresso anche sulla crisi Afghana: “È una situazione difficilissima, specie ora che il Paese si è richiuso. Chiediamo i corridoi umanitari per permettere a chi vuole lasciare l’Afghanistan di poterlo fare ma serve l’intervento dell’Europa. Un ringraziamento va alle forze armate italiane che con l’operazione “Aquila omnia” sono riuscite ad evacuare 4900 persone”. Sul tema migratorio, il segretario ha poi detto: “Dobbiamo chiedere una vera e propria politica migratoria a livello europeo in grado di tenere i rapporti con i paesi terzi, superando il trattato di Dublino. Per arrivare a questo obiettivo abbiamo bisogno di fare un passo in avanti, serve un voto all’unanimità, il voto di maggioranza non è sufficiente.

“Il nostro partito vuole approfittare i problemi nella loro complessità senza slogan semplici – ha aggiunto Letta in conclusione – Oggi a Porta torre, di slogan facili ne troverete”.

“Oggi il confronto con Salvini e la Lega non è più perdente – ha aggiunto il segretario provinciale del Partito Democratico di Como, Federico Broggi – il punto evidente è la sua assenza di contenuti. Sul green pass il governo deve avere una posizione univoca. Non è accettabile essere prima pro e poi contro. La Lega deve essere stanata e messa davanti alle proprie posizioni contraddittorie. È Inaccettabile andare dietro i no vax”.

l nostro Paese sta ancora gestendo l’eredità pesante del nucleare, con costi e difficoltà che non si possono banalizzare; basti pensare alla vicenda del decommissioning delle centrali e della realizzazione del Deposito nazionale.

Quella stagione si è chiusa con il referendum del 1987 e poi con quello del 2011.

La sfida climatica oggi chiede di accelerare nelle energie rinnovabili, superando ritardi e resistenze che ancora ci sono; questa è la priorità su cui concentrarsi, molto più che investire risorse su tecnologie che mostrano diversi limiti così come dimostrano anche le esperienze di altri Paesi europei.

Le istituzioni