“La serata di ieri nella sede dell’Istituto comprensivo di Como Nord ha rappresentato una forte presa di posizione da parte dei genitori, della direttrice didattica, degli insegnanti, degli educatori e dei cittadini, fermi nell’esprimere la volontà di mantenere la scuola dell’infanzia a Ponte Chiasso. Un’idea che condividiamo e supportiamo, come espresso anche durante l’incontro. Il quartiere ha un’importante funzione identitaria e aggregativa. Chiudere l’asilo significa svuotarlo del proprio tessuto sociale. Inoltre, la decisione comporterebbe un aumento del traffico, con conseguenti ritardi e notevoli disagi ai genitori” dichiarano i Consiglieri comunali Barbara Minghetti, Vittorio Nessi e Luca Vozella de La Svolta Civica e Patrizia Lissi, Stefano Legnani ed Eleonora Galli del Partito Democratico.
“Le proposte concrete da parte delle famiglie di Ponte Chiasso non mancano. Tra queste, c’è l’idea di spostare la materna di via don Luigi Monza nel plesso della primaria di via Brogeda, dove c’è spazio per accogliere tutti, così come fatto in precedenza anche a Monte Olimpino. Proposte che, come sempre, andavano ascoltate prima, ma ormai non ci stupiamo più, perché quello di parlare con i diretti interessati solo a cose fatte è un modus operandi ben consolidato dall’Amministrazione. Chiediamo al sindaco e al gruppo di maggioranza di rivedere le scelte fatte, provando a venire incontro alle esigenze e ai suggerimenti dei cittadini”.
“Teniamo a precisare, inoltre, come nonostante le continue richieste di chiarimento e un’interrogazione già depositata in Comune, non siano ancora arrivate risposte chiare su quali scuole verranno chiuse. Il vicesindaco, presente all’incontro, non è riuscito a dare risposte chiare alle domande e alle richieste dei presenti. I cittadini meritano trasparenza. Non possono essere informati sempre e solo all’ultimo momento” concludono.
“Le recenti notizie di cronaca nazionale e locale, come quella della rapina in centro a Cantù a opera di una baby gang, confermano quanto sia importante, anche per i Comuni, aiutare le famiglie e la scuola, creando percorsi educativi che accompagnino bambini e ragazzi nella crescita. A Como ci sono tantissime organizzazioni di volontariato che quotidianamente si spendono per l’altro e che, alla luce della loro esperienza, possono essere importanti attori nel raggiungimento di questo obiettivo. Per combattere il disagio giovanile, in sede di approvazione del Documento Unico di Programmazione, avevamo proposto di organizzare eventi di promozione per bambini, in collaborazione con Terzo Settore e scuole primarie” dichiara Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico di Como in Consiglio comunale.
“L’idea era quella di pensare a percorsi ludico educativi, volti ad avvicinare i più giovani al tema della disabilità, al valore della diversità individuale e dell’inclusione. Lo stesso è stato proposto per il tema del bullismo, del cyberbullismo e dell’utilizzo consapevole della rete internet e dei social network. Indovinate? Proposta rifiutata. Così come, in precedenza, era caduta in un nulla di fatto la mia proposta di creare un tavolo di coordinamento con i responsabili delle varie associazioni e le istituzioni, come Asst e Ats. Ci lascia perplessi il fatto che il sindaco e la sua Amministrazione non ritengano importante il ruolo del Comune nella crescita dei cittadini di domani, ma soprattutto il coinvolgimento delle realtà del Terzo Settore nella vita della città. Forse, però, da un sindaco che ha già chiuso i centri civici, aumentato i costi per l’utilizzo delle sale riunioni e sfrattato la bocciofila, una tale avversione per il sociale ce la potevamo anche aspettare” conclude.
“E’ la storia che scaccia la storia, un patrimonio che cancella un patrimonio. La decisione dell’Amministrazione comunale di sfrattare la storica Bocciofila dei Combattenti e Reduci di via Balestra per consentire la realizzazione dell’esposizione delle monete romane rinvenute in città cela dietro di sé un grande controsenso di fondo del quale non si può non tenere conto. Se è vero che la storia antica della nostra città rappresenta un prezioso tesoro da conservare e far conoscere, è altrettanto vero che quella contemporanea, rappresentata in questo caso dai Combattenti e da un luogo divenuto simbolo, merita, allo stesso modo, di essere tutelata e preservata” dichiarano Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, e Tommaso Legnani, segretario cittadino.
“A lasciare perplessi è soprattutto il metodo, peraltro già visto in passato, con cui il sindaco e il gruppo di maggioranza stanno operando. La notizia di sfratto è arrivata improvvisamente, con una lettera, senza parlarne con i diretti interessati. Gli incontri e i confronti sono arrivati solo dopo, a giochi fatti. Certamente non un modo corretto di rapportarsi con i propri cittadini. Per giunta, non hanno portato ad alcun risultato, come dimostrato dall’incontro di ieri in Prefettura. Il sindaco Rapinese si è dimostrato ancora una volta fermo sulle proprie posizioni e incapace di trovare soluzioni alternative per venire incontro a chi la città la abita, la vive, la rende viva”.
“In questo momento, in cui la permanenza dell’associazione in quella che, da anni, è la sua casa e il suo luogo di ritrovo viene minata da un provvedimento preso estremamente alla leggera dall’Amministrazione, il Partito Democratico vuole esprimere la massima vicinanza a tutte le persone per le quali la Bocciofila è molto più che una pista sulla quale far rotolare delle palline. Invitiamo il sindaco a tornare sui suoi passi e a vagliare tutte le soluzioni possibili. E’ necessario che la bocciofila, le sedi delle associazioni e le nuove esposizioni trovino il modo di coesistere, cosicché nessuno resti penalizzato. Storia e socialità possono convivere: senza la seconda, la prima rischia di essere solo un vuoto ricordo del passato” concludono.
“Il discorso di ieri sera del nostro Vescovo Oscar Cantoni, alla vigilia della festa di Sant’Abbondio, ha offerto a tutti i comaschi numerosi spunti di riflessione ma, soprattutto, ha tracciato una linea da seguire con cui non possiamo che essere assolutamente concordi. Con le sue parole, ricollegabili a quelle recentemente pronunciate dal Presidente Sergio Mattarella sui valori della nostra Costituzione, ha dipinto il sogno di una Como in cui nessuno resta solo, ricca di opportunità di condivisione, socialità, crescita nello scambio e nella relazione. Un’idea che ci ha ricordato le tematiche sulle quali continuiamo a batterci quotidianamente” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani.
“Sogniamo una Como che tenga fede al titolo di Messaggera di Pace ricevuto dalle Nazioni Unite, favorendo ogni iniziativa di amicizia tra le città e i popoli del mondo e coerentemente promuovendo il valore della solidarietà, innanzitutto, tra i propri cittadini. Una città in cui le associazioni, motore della nostra comunità, possano lavorare in rete e in piena sinergia tra loro e con le istituzioni, aiutandoci a creare legami e relazioni tra i comaschi e ad aiutare chi ne ha bisogno. Sogniamo una città dove i giovani possano ritrovarsi, far sentire la propria voce, scambiarsi le proprie idee per il futuro e contribuire alla costruzione della Como di domani. Vogliamo che abbiano opportunità di svago e di divertimento e spazi dedicati, dove possano essere liberi di essere se stessi e nei quali fare nuove amicizie, combattendo così il disagio giovanile. Sogniamo un luogo in cui chi è arrivato da poco possa sentirsi accolto. Desideriamo che abbia un letto in cui dormire e persone disposte a sostenerlo nella costruzione di una nuova vita. Sogniamo che nessuno venga più lasciato ai margini, escluso, quasi cacciato. Vogliamo una Como dove chi è in difficoltà non venga trattato come uno scarto, ma con la dignità di una persona, e che possa ricevere tutto il supporto di cui necessita”.
“Siamo consapevoli che tutto ciò non è facile, ma questa è la Como che dobbiamo provare a costruire: un luogo di pace, inclusione e libertà, ma anche di solidarietà e relazioni. Questo è il Comune che vogliamo realizzare e per il quale, ogni giorno, continueremo a lavorare all’opposizione, con la massima disponibilità a collaborare con l’Amministrazione per questi obiettivi, ma anche con tenacia e fermezza nel dire di no, qualora i valori appena espressi dovessero essere minati” concludono.
“Nel mese di luglio, in Consiglio comunale, si è proceduto all’approvazione del DUP, il Documento Unico di Programmazione relativo al triennio 2024-2026. Il Partito Democratico ha presentato una serie di proposte, tutte respinte dall’Amministrazione comunale. Sono parecchie, quindi le presentiamo un po’ per volta, per temi, dandovi modo di valutarne la bontà e di conoscere quanto avviene all’interno di Palazzo Cernezzi, dove al momento sta governando una maggioranza totalmente chiusa alla collaborazione con gli altri gruppi consiliari” dichiara Stefano Legnani, consigliere comunale di Como per il Partito Democratico.
“Partiamo dalla prima, riguardante la partecipazione, esemplificativa della linea amministrativa che il sindaco Rapinese e il suo gruppo hanno scelto di tenere. Nel documento, si impegnavano il sindaco e la giunta a introdurre nella nota di aggiornamento al DUP l’obiettivo di rilanciare forme dirette di partecipazione dei cittadini. Parliamo, ad esempio, di assemblee di zona e assemblee tematiche, anche attraverso la modifica del relativo regolamento, e dell’introduzione di forme di bilancio partecipativo”.
“L’obiettivo era quello di rendere i comaschi protagonisti delle scelte che riguardano la città, anche a fronte di una crisi crescente della politica che non incontra più la fiducia della gente, come testimoniano i dati di affluenza alle urne. Non si capisce per quale motivo la maggioranza abbia respinto una richiesta tanto semplice quanto di buon senso. Forse teme il confronto diretto con la popolazione, o ha qualcosa da nascondere” conclude Legnani.
“Le alte temperature di questi giorni stanno mettendo a dura prova tutti i comaschi. Il mio pensiero va soprattutto agli anziani, i soggetti più fragili, il cui fisico risente maggiormente delle alte temperature. Il consiglio degli esperti, come sempre, è quello di non uscire nelle ore più calde, ma non è affatto scontato che le mura di casa siano tanto più fresche” dichiara Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale.
“Proprio per questo motivo, il mese scorso, avevo proposto in un ordine del giorno di dare dei condizionatori in comodato d’uso agli anziani che non se li possono permettere. È una buona abitudine che il Comune aveva in passato, ma che si è persa con gli anni. Purtroppo, tanto per cambiare, la mia proposta è stata rifiutata. Credo si sia persa l’ennesima buona occasione di fare un semplice gesto per dare un grande aiuto a una parte della nostra comunità”.
“Il boom del turismo di queste settimane ha messo ulteriormente in luce una delle problematiche che affliggono la città di Como e con cui, tutti i giorni, i residenti in città e provincia devono fare i conti: quello dei trasporti. Tra una rete ferroviaria che, tra caldo e maltempo, ha visto numerose cancellazioni e ritardi e un servizio autobus con corse ancora insufficienti, soprattutto in alcune fasce orarie, cittadini e turisti si sono trovati a vivere una situazione di grave disagio” dichiarano il capogruppo del PD in Consiglio comunale Patrizia Lissi e il consigliere Stefano Legnani.
“Un disagio a cui, al momento, neanche i taxi riescono a porre rimedio. Inoltre, molto spesso, manca una segnaletica che indichi alle persone dove possono trovare sia i taxi e sia gli altri mezzi. E’ d’obbligo investire per migliorare il sistema di trasporto e implementare la segnaletica relativa ai servizi. Senza contare la questione traffico, che va inevitabilmente a incidere sui tempi di viaggio e sui ritardi, e per la quale serve studiare nuove soluzioni. Per una questione di praticità e comodità, ma anche per una questione ambientale, urge trovare alternative per risolvere il problema degli spostamenti in città. Il rischio maggiore è che, qualora non si intervenga scientemente e in tempi brevi, la città possa perdere il suo business più importante, ovvero quello del turismo” concludono.
Dunque, dunque, vediamo se abbiamo capito bene dal giornale (eh già, dal giornale; di un progetto di questa portata non vorrai per caso parlarne in consiglio comunale; no, no, meglio tenere tutto segreto, giornale a parte). Dicevamo, se abbiamo capito bene, la città di Como vuole fortissimamente ospitare presso l’area di Muggiò il nuovo Centro Tecnico della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio (anche se ai cittadini di Como e ai loro rappresentanti non è stato chiesto in alcun modo cosa ne pensassero).
Sempre se abbiamo capito bene, i 25 milioni di euro di finanziamento servirebbero per realizzare uno stadio del ghiaccio della capienza di 5000 spettatori (diconsi cinquemila), un’altra struttura con pista olimpica per allenamento, ben due piste da curling e una palazzina direzionale. La città di Como lo vuole così fortemente (sì, lo sappiamo, che nessuno ve lo ha chiesto), che è disposta, come si suol dire, a propria cura e spese, a realizzare un autosilo di 8 piani per 1600 posti auto (sì, chi lo propone è la stessa persona che da anni dice che solo un incapace non chiuderebbe subito l’autosilo Val Mulini; a proposito, l’ha chiuso?) e a demolire la piscina esistente (sì chi lo propone è la stessa persona che un anno fa diceva che l’avrebbe riaperta in tre-sei mesi) e a ricostruire in altro luogo (eh sì, lì ci deve mettere l’autosilo) una piscina olimpionica con due vasche di allenamento, nonché una piscina all’aperto. Tempi, costi e modalità di reperimento delle risorse necessarie non sono al momento noti; problema trascurabile pare.
Ma la città di Como lo vuole così fortemente, fortemente (sì, lo sappiamo, che nessuno ve lo ha chiesto), che è anche disposta a rinunciare al palazzetto dello sport per il quale era già stato sviluppato un progetto ed erano stati ottenuti finanziamenti (eh, se non ci sta, non ci sta). Del resto è così banale dedicarsi a basket, pallavolo, ginnastica, atletica pesante, arti marziali ecc., quando tutti potremo finalmente dedicarci al curling. E’ così divertente guardarlo alle olimpiadi. Insomma “impiegheremmo AL MEGLIO, soddisfacendo una REALE esigenza, risorse della nostra Repubblica, aumentando considerevolmente la qualità della vita dei nostri cittadini”; lo dice la lettera del sindaco.
Non crediamo sia così. Su un progetto così importante per la città, tuttavia, saremmo pronti a fare squadra e a lavorare al fianco dell’Amministrazione per il bene dei cittadini. Peccato che quest’ultima tenti di coinvolgerci solo a cose fatte, senza condividere prima la proposta.
Tommaso Legnani
Patrizia Lissi
Stefano Fanetti
Eleonora Galli
Stefano Legnani
“Nel Consiglio comunale di ieri sera, l’Amministrazione Rapinese ha dimostrato ancora una volta di guidare una macchina che conosce una sola precipitosa marcia e di non essere, ahinoi, in grado di frenare per valutare con oculatezza le scelte da prendere. Duole constatare che, anche su un tema così delicato come la concessione di 297 alloggi ad Aler, le parole delle minoranze, compatte nel denunciare un’eccessiva fretta della maggioranza nel deliberare, non sono state prese in considerazione” dichiara il segretario cittadino Tommaso Legnani.
“Rapinese e il suo gruppo hanno tirato dritto, senza dare la possibilità al resto dell’aula che, ricordiamo, ha ricevuto la documentazione solamente la sera prima, di valutare pro e contro e di dare i propri consigli all’Amministrazione, come insito, appunto, nel ruolo del consigliere comunale. La delibera, giusta o sbagliata che sia, avrà conseguenze che andranno a interessare le fasce più fragili della cittadinanza. Proprio per questo, ribadiamo, sarebbe stato giusto fermarsi, dare la possibilità a tutti di dare il proprio contributo alla discussione, per poi prendere la decisione migliore per Como e per i comaschi”.