“Questa mattina, alle prime ore del giorno, è stato sgomberato l’ex supermercato in via Regina Teodolinda, rifugio di tante persone senza fissa dimora. L’ennesimo gesto improvviso, l’ennesimo atto di forza contro i più deboli e bisognosi, specchio della politica di un’Amministrazione che, ancora una volta, ha scelto di affrontare una questione delicata come quella della grave marginalità in modo sbagliato e disumano” dichiarano Patrizia Lissi, capogruppo PD in Consiglio comunale e Daniele Valsecchi, segretario cittadino.

“Pur comprendendo e rispettando il lavoro delle Forze dell’Ordine, che non smetteremo mai di ringraziare per il lavoro che svolgono, siamo profondamente contrari alla visione della città di questa Amministrazione e al suo modus operandi. Per inseguire l’ideale di una Como dell’apparenza, che mostra la sua faccia più bella nascondendo le fragilità, si è proceduto, ancora una volta, con la mossa più semplice, così come accaduto in passato a San Francesco o sotto i portici di altre chiese in cui le persone meno fortunate trovano riparo per la notte. Smantellare giacigli di fortuna, oltre a essere un gesto senza umanità, l’ennesimo smacco, l’ennesima macchia nera sulla nostra città, equivale a nascondere la polvere sotto il tappeto, senza affrontare la questione alla radice. Dove andranno a dormire le persone cacciate dall’ex supermercato? Probabilmente da un’altra parte” proseguono. 

“Spesso si urla all’insicurezza, riversando tutte le colpe sulle persone senza dimora. Posto che le cose non stanno così e non è possibile generalizzare, questa gestione miope, fatta di sgomberi e di chiusure, non fa altro che aumentare quella stessa insicurezza. Occorre, invece, affrontare la questione alla radice, cercare soluzioni strutturali che contemplino la creazione di luoghi di accoglienza e azioni di reinserimento alla vita sociale e produttiva della nostra città. E’ la strada più lunga, ma senza dubbio la più efficace”.

“Fondazione Cariplo ha aperto il bando Territori Sicuri, che finanzierà progetti e soluzioni innovative per le comunità a rischio di frane e alluvioni, con l’obiettivo di prevenire i fenomeni dovuti al dissesto idrogeologico. Anche a causa del cambiamento climatico, il nostro territorio è sempre più soggetto a eventi di questo tipo, come dimostrano i recenti fatti di cronaca: la frana di Civiglio, gli allagamenti di Ponte Chiasso, le piene di Cosia e Breggia, sempre osservati speciali. Fenomeni che creano disagi alla cittadinanza e significativi danni economici al territorio” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia LissiStefano LegnaniEleonora Galli Stefano Fanetti.

“Per questo motivo, come Partito Democratico di Como, abbiamo deciso di presentare una mozione, con lo scopo di invitare il Comune a partecipare. Le zone sensibili del nostro territorio sono diverse e ci auguriamo di poter collaborare con l’Amministrazione comunale per una Como più sicura e pronta ad affrontare eventi atmosferici sempre più violenti”.

“È notizia di ieri la decisione del Comune di Como di non rinnovare la convenzione i privati di Sunlake per Villa Geno. L’obiettivo dichiarato dal sindaco è quello di tenere la villa nelle mani del Comune, rendendola nuovamente fruibile al pubblico. Una decisione che comporta la rinuncia a 150mila euro annui, senza però una benché minima idea di che cosa farci” dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico Patrizia Lissi e Stefano Legnani.

“Come avvenuto per il Politeama, per il quale sono stati messi fondi a bilancio senza ancora non un progetto, ma neanche un vago piano per la destinazione d’uso, in questo caso l’Amministrazione ha deciso di rinunciare a un’entrata certa e di importo significativo, mentre aumenta le tariffe, ad esempio dei parcheggi e delle mense scolastiche, per fare cassa. Il tutto senza ancora avere ben chiari gli obiettivi e i lavori da effettuare per riaprirla al pubblico. Certamente, si sarebbe potuto concordare con la società una proroga di durata inferiore in attesa di decidere cosa fare dell’immobile. Il rischio è che Villa Geno resti inutilizzata per molto tempo”.

“Nuova decisione, nuovo disagio. Un’altra volta l’Amministrazione comunale si è distinta per l’incapacità di programmare e di vedere il territorio nel suo insieme. Ne sono una prova il traffico intenso e gli innumerevoli disagi arrecati alla cittadinanza a partire da ieri sera, a causa dell’asfaltatura di via Bellinzona” affermano i consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani

“Una notte da incubo, con strascichi fino a questa mattina, dovuti alla concomitanza con i lavori in via Borgovico e la chiusura notturna dell’autostrada. Una concomitanza, tra l’altro, decisamente evitabile. Siamo consapevoli della necessità dell’intervento in via Bellinzona ma, consci dei disagi che la chiusura di via Borgovico ha provocato, è veramente assurdo che si sia scelto di procedere con i lavori in questo momento. L’asfaltatura si sarebbe potuta posticipare al termine dei lavori già in corso in via Borgovico”. 

“Purtroppo, però, a questa Amministrazione piace fare le cose frettolosamente per ostentare quantità – concludono – senza pianificazione e senza cura delle ricadute che le proprie decisioni hanno sulla vita quotidiana dei cittadini e dei tanti lavoratori rimasti imbottigliati”.

“Ma quale mancanza di cucina interna?! In seguito alle comunicazioni pervenute ieri ai genitori dei bambini di via Passeri, abbiamo verificato la questione relativa al servizio di cucina. Ebbene, c’è senza dubbio qualcosa che non quadra” denunciano i consiglieri comunali del Partito Democratico Patrizia Lissi, Stefano Legnani, Eleonora Galli Stefano Fanetti.

“Nella struttura, infatti, sono presenti due cucine che distano quattro metri l’una dall’altra: una per la materna e una per il nido – spiegano – Poiché la prima resterà operativa nel prossimo anno scolastico, è sicuramente possibile servire pasti anche ai bambini del nido, qualora si volesse razionalizzare il servizio. Di certo, non si può affermare che non esista una cucina interna nell’edificio”. 

“Il sospetto, pertanto, è che si tratti dell’ennesima trovata per scoraggiare le famiglie a iscriversi al Magnolia, dando loro l’impressione di una minore qualità del servizio. Come Partito Democratico, invitiamo nuovamente l’Amministrazione a rispettare quanto stabilito dal Consiglio di Stato e a mettere le famiglie in condizione di iscrivere i propri figli nell’asilo di via Passeri, con trasparenza e correttezza nell’erogazione dei servizi, senza ripicche e sotterfugi” concludono.

“Non eravamo tranquilli dopo la decisione del Consiglio di Stato di revocare la delibera di Giunta riguardante la chiusura dell’asilo nido Magnolia. Non lo eravamo perché sappiamo con che Amministrazione abbiamo a che fare e sapevamo che, una ripicca, sarebbe stata dietro l’angolo, anche se ci auguravamo che dal Comune ci fosse il rispetto, se non delle famiglie, quantomeno delle decisioni della magistratura. Purtroppo così non è stato, perché se uno è sceriffo, lo vuole essere fino in fondo. Nella giornata di oggi, hanno iniziato a circolare mail che confermano quanto ci aspettavamo” dichiarano i Consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi, Stefano Legnani, Stefano Fanetti ed Eleonora Galli.

“Nelle comunicazioni pervenute alle famiglie, emerge, infatti, prima di tutto, che all’asilo Magnolia non ci sarà una cucina interna e che la selezione del personale educativo ed ausiliario avverrà solo al termine della procedura in corso, come primo deterrente, per minare la continuità educativa e spingere le famiglie a non iscrivere il proprio bambino in via Passeri. Inoltre, applicando alla lettera il regolamento che prevede l’iscrizione nel mese di aprile, non ci sarà alcuna riapertura delle iscrizioni per i bambini non iscritti ad anni precedenti, almeno fino a novembre. Peccato che, ad aprile, le iscrizioni al Magnolia non esistevano, in quanto avrebbe dovuto essere chiuso”. 

“Pura follia – proseguono – Una presa in giro in piena regola da parte dell’Amministrazione e del Comune, dirigente del Settore servizi educativi compresa, ai danni delle famiglie, colpevoli del “gravissimo” fatto di aver osato interferire nelle decisioni di chi ha il potere. E quando i sudditi hanno il coraggio di alzare la testa, volendo essere considerati come cittadini, vanno subito rimessi al loro posto. Ecco quindi la reazione dei potenti: solo formalmente, si sta adempiendo all’Ordinanza del Consiglio di Stato, ma si sta scoraggiando o addirittura impedendo, con decisioni inaccettabili, l’effettiva iscrizione al nido. La continuità educativa è uno degli aspetti sottolineati dal Consiglio di Stato”.

“Una pagliacciata – concludono – che conferma ancora una volta lo stile di questa Amministrazione, ferma sulle proprie posizioni, vendicativa, irrispettosa verso i cittadini. L’iscrizione al nido venga riaperta, non solo per i 13 bambini che avrebbero potuto frequentare l’ultimo anno (numero che tra l’altro smaschera le bugie di Rapinese sul numero di frequentanti del nido, che è sempre stato pieno, per un totale di 32 bambini), ma per tutti. È evidente la presenza di famiglie che avrebbero scelto quel nido, se solo non fosse stata decisa la chiusura”.

Abbiamo appreso con gioia la notizia dell’accoglimento, da parte del Consiglio di Stato, del ricorso delle famiglie sulla decisione dell’Amministrazione comunale di chiudere l’asilo nido Magnolia. L’ordinanza ha previsto la sospensione della delibera comunale, riformando la prima decisione del Tar e imponendo, quindi, l’apertura della struttura anche per il prossimo anno. 

Ci rende molto felici che il Consiglio di Stato abbia riconosciuto l’importanza degli asili nido territoriali e dei valori e delle peculiarità di cui sono portatori. Valori e motivazioni per i quali ci siamo battuti, al fianco dei genitori in questi mesi, come l’importanza della vicinanza, della funzione pedagogica che gli asili di quartiere rivestono, dell’importante continuità educativa di un polo 0-6 come quello di via Passeri, incentivato dalle normative nazionali e che invece, il sindaco, aveva deciso di cancellare.

Riteniamo che questo debba essere un nuovo punto di partenza, per iniziare a pensare al territorio cittadino in maniera diversa. Alla politica della privatizzazione e razionalizzazione, è necessario contrapporre politiche di prossimità, attenzione e valorizzazione delle strutture dei singoli quartieri. Ora sarà importante tenere viva l’attenzione e la partecipazione, affinché le iscrizioni, che hanno sempre riempito tutti i posti disponibili, continuino a dare ragione a noi e alle famiglie. Continueremo a lavorare accanto ai genitori comaschi, affinché, a questa prima vittoria della città, possano seguire azioni concrete.

Il Segretario cittadino Daniele Valsecchi e i Consiglieri comunali del PD

“Nel Consiglio comunale di ieri sera si è discussa la mozione sullo stadio Giuseppe Sinigaglia, frutto del lavoro di gruppo presentato allo Yacht club lo scorso maggio, dopo la promozione in Serie A del Como 1907. Un elenco di obiettivi, che vanno dalla salvaguardia dei valori storici, culturali e architettonici dell’area, alla realizzazione di una ‘promenade’ in via Puecher, passando per la definizione di un impianto polivalente, la riorganizzazione della viabilità e dei parcheggi, la definizione di un piano sicurezza e di accessibilità. Una serie di spunti volti ad aprire un dibattito su un tema chiave per la nostra città che, tuttavia, è stata respinta dall’Amministrazione” denuncia il Consigliere comunale del Partito Democratico Stefano Legnani, che si è occupato di illustrare la mozione durante la seduta.

“A fare specie non è tanto il rifiuto di accoglierla, quanto il vergognoso silenzio che lo ha accompagnato. Dopo il mio intervento e quelli della minoranza, nessun consigliere di maggioranza è intervenuto nel dibattito. Persino il sindaco, che ci ha abituato a lunghe motivazioni su temi molto meno rilevanti di questo, si è limitato, quando si è trattato di esprimere il parere della Giunta, a un misero ‘contrario’, senza aggiungere una sola parola. Un silenzio inaccettabile su una questione che riguarda una delle aree maggiormente significative della città e una delle opere più importanti da realizzare”.

“Probabilmente, dietro a questo silenzio, si nascondeva dell’imbarazzo per la validità delle nostre proposte – conclude – o forse, semplicemente, quell’atteggiamento attendista che, ormai da due anni caratterizza il sindaco, fermo ad aspettare il progetto della società. Riteniamo, tuttavia, che il Comune abbia il dovere di dare degli obiettivi e delle linee guida su un’opera che riguarda un’area sensibile come quella dello stadio. E ieri sera, purtroppo, si è persa un’altra occasione”.

Un’altra volta contro le famiglie. Ormai non fa quasi più notizia, in quanto è diventata la triste normalità, ma la rabbia che deriva dalle decisioni del sindaco continua a essere la stessa. Dopo l’aumento già avvenuto lo scorso anno, l’ultima è quella di alzare nuovamente le tariffe della mensa scolastica dall’anno 2025-2026, con aumenti che vanno dal 20% al 30% a seconda delle fasce di reddito. Pochi euro al giorno, ma che spalmati su un intero anno scolastico diventano un consistente aumento per le famiglie comasche.

L’opera distruttiva non si placa, la linea dell’attuale Amministrazione non si smentisce mai. La giunta pare essere composta da una calcolatrice e un computer, che senza alcun senso critico e alcuna sensibilità umana analizzano dati ed emanano provvedimenti finalizzati al profitto. E così, tra una privatizzazione e un’esternalizzazione, una chiusura e un aumento, a pagare, e in questo caso nel vero senso del termine, sono sempre i cittadini, spesso quelli maggiormente in difficoltà. Questa è la Como che vuole chi ci amministra: non accogliente, per pochi, non a misura di famiglia ma, anzi, contro le famiglie. Una Como che non ci piace.

Al di là del generale aumento, non si capisce, infine, come l’inserimento di una tariffa per la fascia di reddito più bassa possa “rendere più responsabili le famiglie, evitando che prenotino il pasto per poi non presentarsi”. I pasti non vengono prenotati in anticipo. Può succedere, al massimo, che un bambino si presenti all’ingresso e poi non stia bene la mattina, andando a casa prima del pranzo. E alla luce di questo, il provvedimento appare ancora più insensato.

Il Partito Democratico di Como

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