“E’ un giorno speciale per la nostra città. Oggi, infatti, è stata inaugurata la targa in onore del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, posta in via Milano all’esterno dell’abitazione che per tre anni, tra il 1952 e il 1954, fu la sua casa. Un gesto di estrema importanza, in memoria di un uomo che ha segnato la storia del nostro paese per l’impegno e il coraggio nella lotta alla mafia” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi e Stefano Legnani, presenti alla cerimonia.
“Ci auguriamo che la targa in suo onore non sia solamente un omaggio nei confronti della sua figura, ma possa essere un monito per le tante persone che quotidianamente vi transitano davanti. Per quanto siano stati fatti dei passi avanti nella lotta alla criminalità organizzata, anche grazie alla tenacia di uomini come Dalla Chiesa e a tante altre persone che, oltre a combatterla, si prendono cura dei beni confiscati, il fenomeno, nelle sue varie forme, è ancora presente nel nostro paese e nel nostro territorio e condiziona le vite di molte persone e delle loro famiglie”.
“La mafia è presente nel traffico di droga, nello sfruttamento dei migranti, nello smaltimento illegale dei rifiuti speciali. Si insedia nelle zone d’ombra della nostra società, espandendosi un po’ alla volta. È importante, quindi, tenere alta l’attenzione, parlarne, promuovere la cultura della legalità, soprattutto nelle nuove generazioni. Solo così, la memoria del Generale Dalla Chiesa sarà veramente onorata e le sue battaglie, così come il suo sacrificio, non saranno stati vani”.
Cucine Popolari Cesena torna a dispensare cibo, uguaglianza e solidarietà. Dal 1° ottobre, a cinque mesi dall’alluvione che ha reso inagibile la sede di via Niccolò Machiavelli 40, i volontari torneranno a servire pasti caldi a chiunque voglia condividere un pasto nella bellissima realtà sociale in cui nessuno è escluso e tutti mangiano insieme, senza differenze. La riapertura sarà accompagnata da un brindisi alla città, al quale, con il cuore, parteciperà anche la Federazione provinciale del Partito Democratico di Como, insieme a tutte le persone che hanno contribuito a sostenere il progetto.
Durante la Festa de l’Unità di luglio, al Parco del Bersagliere di Cantù, infatti, è stata attivata una raccolta fondi finalizzata a sostenere la riapertura di Cucine Popolari Cesena. Tutti coloro che hanno partecipato, hanno potuto donare un euro per ogni ordine effettuato. Inoltre, alla causa è stato destinato anche il ricavato del pranzo di comunità dell’ultima domenica di festa.
Complessivamente, il Partito ha devoluto all’associazione 3.000 euro: 2.000 dal PD Provinciale, 1.000 da quello di Cantù.
“Al di là della donazione, che insieme a tanta altra solidarietà ha contribuito a recuperare ciò che avevamo perso, è stata la bellissima accoglienza durante la festa a toccarci profondamente – racconta Elena Baredi, responsabile delle Cucine Popolari – Nonostante fossimo geograficamente distanti, abbiamo percepito un grande calore e una grande vicinanza. Se da inizio ottobre potremo tornare a ospitare 80-90 persone fragili e tanti generosi cittadini, è anche grazie alla generosità del PD di Como e Cantù e di tutti coloro che hanno partecipato al pranzo. Li aspettiamo tutti a Cesena”.
Queste le parole, invece, delle segretarie del circolo di Cantù Francesca Somaini e Allegra Cangi: “Siamo consapevoli che si tratta di una goccia nel mare, ma speriamo che la nostra donazione possa aiutare a far proseguire l’importantissimo progetto a cui i volontari dedicano tempo ed energie, con cura e dedizione. Li ringraziamo per ciò che fanno e auguriamo a tutti una buona ripartenza”.
Cosa sono le Cucine Popolari?
Sono un luogo unico, dove le differenze si azzerano e si crea un ponte tra la gente e gli “invisibili”. Un posto in cui consumare un pranzo in compagnia, con menù fisso, tovaglie e tovagliette di stoffa, piatti in ceramica e posate in acciaio. Non c’è un conto: ognuno può lasciare un’offerta all’associazione che eroga il servizio a seconda delle proprie possibilità e pagare, simbolicamente, anche il pasto di chi non ha nulla. Non è un ristorante, non è una mensa dei poveri: è un luogo in cui, soprattutto, ci si nutre, di cibo, come di relazioni.
«Il Consiglio comunale di ieri sera si è concluso con un’amara sentenza: il sindaco tira dritto e l’Amministrazione chiuderà la Bocciofila dei Combattenti (per realizzare un progetto che, a quanto pare, non esiste), così come l’asilo di Ponte Chiasso. A nulla sono servite le opposizioni e le controproposte delle minoranze. A nulla sono servite le richieste e le proteste dei cittadini (eh già, perché il sindaco mica è eletto dalla gente, non vorrete che perda il suo prezioso tempo a venire incontro ai bisogni dei comaschi)» denunciano i consiglieri del Partito Democratico di Como Patrizia Lissi, Stefano Fanetti, Eleonora Galli e Stefano Legnani.
«Il sindaco delle chiusure colpisce ancora. Già in passato avevamo paragonato il suo operato a un cancello: quel cancello che ha dichiarato di voler mettere davanti ai portici dell’ex chiesa di San Francesco o quello che, simbolicamente, ha chiuso i centri civici della città. Un cancello è anche ciò che separa il sindaco dai cittadini, sempre interpellati a cose fatte, quando le decisioni sono già state prese e quindi viene molto più facile, per l’Amministrazione, tirare dritto. E quindi un cancello, anzi due, impediranno agli anziani di ritrovarsi (in barba alla socialità) laddove lo fanno da anni, e costringerà bambini e genitori a migrare altrove, cacciati dalla scuola di quartiere» proseguono.
«Ironia della sorte, proprio ieri, in Consiglio, si è discusso di amministrazione condivisa dei beni materiali e immateriali del Comune con gli enti di terzo settore. E quale occasione migliore di uno spazio come la bocciofila, allora, per sperimentare questa modalità? Un’alleanza sarebbe stata perfetta per tenere aperto uno spazio che è soprattutto luogo d’incontro».
«Quanto alla materna, il sindaco l’ha definita ”una questione di algebra”. A suo dire le scuole chiuderanno, ovunque, a causa dei pochi iscritti. Questo è il metodo utilizzato: numeri, freddi calcoli. Siamo convinti che una buona Amministrazione non possa basarsi solo su questo. Nel prendere decisioni per una città, che è fatta di persone, sulla bilancia, qualche volta, sarebbe opportuno mettere anche il cuore» concludono.
“La lettera scritta da don Giusto Della Valle e da Rossano Breda alla vigilia della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato non può lasciarci indifferenti. È sotto gli occhi di tutti che, ormai da qualche anno, siamo di fronte a un fenomeno, quello degli sbarchi e delle migrazioni, che interessa in particolar modo la nostra città. In questi giorni si parla di emergenza, ma in realtà è una questione strutturale e, pertanto, difficilmente la situazione cambierà. Non sarà la politica del governo a fermarla, pertanto, ognuno deve rimboccarsi le maniche e fare la propria parte per fare in modo che i nuovi arrivi in città rappresentino un’opportunità e non un problema” afferma Patrizia Lissi, capogruppo del PD in Consiglio comunale.
“Gli enti, le associazioni e le parrocchie dovrebbero lavorare in sinergia con un duplice obiettivo: da un lato quello di trovare luoghi adatti a ospitare i migranti, e dall’altro quello di creare occasioni di incontro con la cittadinanza, finalizzate alla reciproca conoscenza e, dunque, all’integrazione. Per farlo, però, è necessario che ognuno, a partire dal Comune, faccia un passo avanti e si metta in gioco, con spirito collaborativo, per fare la propria parte”.
“C’è una grande domanda che dobbiamo porci: in che tipo di società vogliamo vivere? Vogliamo una Como chiusa, che lascia gli ultimi ai margini, creando un distacco che rischia di provocare un disagio sociale, o preferiamo una città in cui tutti vengono trattati come persone e si cerca, tutti insieme, di fare tutto il possibile perché chi arriva qui, con sogni e speranze, possa costruirsi una vita nuova? Preferiamo di gran lunga la seconda ipotesi e faremo tutto il possibile per dare il nostro contributo”.
“Abbiamo appreso la notizia del rimpasto in Giunta operato dal sindaco Rapinese, all’ennesima dimostrazione di protagonismo. Fa specie il modo in cui le deleghe siano state date e tolte, quasi come una punizione a chi non segue i suoi dettami e un premio, invece, ai fedelissimi, ma ancor più come, ancora una volta, sia riuscito ad attribuirsi nuove importanti competenze”. dichiarano i Consiglieri comunali del PD Patrizia Lissi, Eleonora Galli, Stefano Fanetti e Stefano Legnani.
“Ricapitolando, una grande sostenitrice del primo cittadino ha avuto la propria promozione in Giunta, a riconoscimento della propria lealtà. Per contro, il “frizzantino” assessore Enrico Colombo è stato sgasato e di fatto messo ai margini, privato di gran parte delle proprie aree di competenza. Da notare anche come anche a Francesca Romana Quagliarini sia stata tolta una delega, con cui aveva senz’altro familiarità, come quella all’Università “.
“Curioso come il sindaco si sia tenuto una delega dello stesso Colombo. E da agente immobiliare, poteva forse non essere quella all’Urbanistica? Tra l’altro, viene da chiedersi come possa gestire al meglio tutte le pesanti deleghe che si è attribuito. Attenderemo una dimostrazione dal nostro supereroe” concludono.
“Nella provincia di Como stanno sempre più emergendo casi di studenti che, pur nel rispetto dei tempi, si vedono respingere le domande di iscrizione presso gli istituti pubblici superiori prescelti. All’incertezza di poter esser accolti nelle scuole selezionate, si registrano anche situazioni ormai frequenti di alunni ai quali viene negato il trasferimento da una scuola pubblica all’altra della stessa provincia o addirittura da un indirizzo di studio all’altro del medesimo istituto, sia nel caso in cui la richiesta di passaggio avvenga nei primi mesi dell’anno scolastico, quando ancora è possibile rimediare allo sbaglio di orientamento fatto dai ragazzi, sia al termine della scuola, a seguito di una bocciatura” denuncia Chiara Braga, Presidente del Gruppo PD alla Camera.
“Da parte loro i dirigenti scolastici delle maggiori scuole superiori comasche motivano l’impossibilità di accettare nuove iscrizioni, trasferimenti e reinserimenti di ripetenti esterni evidenziando gli effettivi limiti strutturali dettati dalla capienza delle classi, con il numero massimo di trenta alunni già raggiunto prima dell’inizio dell’anno, e dalla cronica mancanza di spazi”.
“Una situazione da ‘coperta troppo corta’ che merita di essere affrontata e risolta al più presto. Il rischio è di segnare fortemente il percorso formativo ed educativo di questi ragazzi che di fatto si vedono respinti da un sistema scolastico pubblico ingessato che invece dovrebbe accoglierli ed educarli. Studenti che quindi sono costretti a trovare soluzioni di ripiego, molto spesso decisamente penalizzanti, come frequentare percorsi scolastici meno affini alle loro attitudini, iscriversi a istituti privati locali con rette costose, non sostenibili da tutte le famiglie, ripiegare su altri istituti pubblici fuori provincia con annessi problemi logistici. Nei casi più gravi si fa avanti anche l’ipotesi dell’abbandono degli studi andando così ad aggravare il fenomeno della dispersione scolastica che in provincia di Como raggiunge già livelli elevati” prosegue.
“Per questo, insieme alla collega Irene Manzi, responsabile nazionale Scuola del PD, abbiamo presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara per chiedere di intervenire sulla provincia di Como affinché, nel pieno rispetto del diritto allo studio sancito in Costituzione, venga garantita la massima accoglienza alle richieste di iscrizione, di trasferimento e di reinserimento esterno dei ragazzi da un istituto pubblico all’altro della provincia, evitando così che si verifichino situazioni penalizzanti e discriminatorie a carico degli studenti e delle loro famiglie”.
Qui il testo dell’interrogazione presentata: https://chiarabraga.it/wp-content/uploads/2023/09/230920-Interrogazione-scuole-superiori-iscrizioni-trasferimenti-Como.pdf?fbclid=IwAR26By8t25686yyAzMSELSoLSNvz0Tomn5DfAIVQ3AR56e-nHi4lq91JJ9Q
“La serata di ieri nella sede dell’Istituto comprensivo di Como Nord ha rappresentato una forte presa di posizione da parte dei genitori, della direttrice didattica, degli insegnanti, degli educatori e dei cittadini, fermi nell’esprimere la volontà di mantenere la scuola dell’infanzia a Ponte Chiasso. Un’idea che condividiamo e supportiamo, come espresso anche durante l’incontro. Il quartiere ha un’importante funzione identitaria e aggregativa. Chiudere l’asilo significa svuotarlo del proprio tessuto sociale. Inoltre, la decisione comporterebbe un aumento del traffico, con conseguenti ritardi e notevoli disagi ai genitori” dichiarano i Consiglieri comunali Barbara Minghetti, Vittorio Nessi e Luca Vozella de La Svolta Civica e Patrizia Lissi, Stefano Legnani ed Eleonora Galli del Partito Democratico.
“Le proposte concrete da parte delle famiglie di Ponte Chiasso non mancano. Tra queste, c’è l’idea di spostare la materna di via don Luigi Monza nel plesso della primaria di via Brogeda, dove c’è spazio per accogliere tutti, così come fatto in precedenza anche a Monte Olimpino. Proposte che, come sempre, andavano ascoltate prima, ma ormai non ci stupiamo più, perché quello di parlare con i diretti interessati solo a cose fatte è un modus operandi ben consolidato dall’Amministrazione. Chiediamo al sindaco e al gruppo di maggioranza di rivedere le scelte fatte, provando a venire incontro alle esigenze e ai suggerimenti dei cittadini”.
“Teniamo a precisare, inoltre, come nonostante le continue richieste di chiarimento e un’interrogazione già depositata in Comune, non siano ancora arrivate risposte chiare su quali scuole verranno chiuse. Il vicesindaco, presente all’incontro, non è riuscito a dare risposte chiare alle domande e alle richieste dei presenti. I cittadini meritano trasparenza. Non possono essere informati sempre e solo all’ultimo momento” concludono.
“Le recenti notizie di cronaca nazionale e locale, come quella della rapina in centro a Cantù a opera di una baby gang, confermano quanto sia importante, anche per i Comuni, aiutare le famiglie e la scuola, creando percorsi educativi che accompagnino bambini e ragazzi nella crescita. A Como ci sono tantissime organizzazioni di volontariato che quotidianamente si spendono per l’altro e che, alla luce della loro esperienza, possono essere importanti attori nel raggiungimento di questo obiettivo. Per combattere il disagio giovanile, in sede di approvazione del Documento Unico di Programmazione, avevamo proposto di organizzare eventi di promozione per bambini, in collaborazione con Terzo Settore e scuole primarie” dichiara Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico di Como in Consiglio comunale.
“L’idea era quella di pensare a percorsi ludico educativi, volti ad avvicinare i più giovani al tema della disabilità, al valore della diversità individuale e dell’inclusione. Lo stesso è stato proposto per il tema del bullismo, del cyberbullismo e dell’utilizzo consapevole della rete internet e dei social network. Indovinate? Proposta rifiutata. Così come, in precedenza, era caduta in un nulla di fatto la mia proposta di creare un tavolo di coordinamento con i responsabili delle varie associazioni e le istituzioni, come Asst e Ats. Ci lascia perplessi il fatto che il sindaco e la sua Amministrazione non ritengano importante il ruolo del Comune nella crescita dei cittadini di domani, ma soprattutto il coinvolgimento delle realtà del Terzo Settore nella vita della città. Forse, però, da un sindaco che ha già chiuso i centri civici, aumentato i costi per l’utilizzo delle sale riunioni e sfrattato la bocciofila, una tale avversione per il sociale ce la potevamo anche aspettare” conclude.
“E’ la storia che scaccia la storia, un patrimonio che cancella un patrimonio. La decisione dell’Amministrazione comunale di sfrattare la storica Bocciofila dei Combattenti e Reduci di via Balestra per consentire la realizzazione dell’esposizione delle monete romane rinvenute in città cela dietro di sé un grande controsenso di fondo del quale non si può non tenere conto. Se è vero che la storia antica della nostra città rappresenta un prezioso tesoro da conservare e far conoscere, è altrettanto vero che quella contemporanea, rappresentata in questo caso dai Combattenti e da un luogo divenuto simbolo, merita, allo stesso modo, di essere tutelata e preservata” dichiarano Patrizia Lissi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, e Tommaso Legnani, segretario cittadino.
“A lasciare perplessi è soprattutto il metodo, peraltro già visto in passato, con cui il sindaco e il gruppo di maggioranza stanno operando. La notizia di sfratto è arrivata improvvisamente, con una lettera, senza parlarne con i diretti interessati. Gli incontri e i confronti sono arrivati solo dopo, a giochi fatti. Certamente non un modo corretto di rapportarsi con i propri cittadini. Per giunta, non hanno portato ad alcun risultato, come dimostrato dall’incontro di ieri in Prefettura. Il sindaco Rapinese si è dimostrato ancora una volta fermo sulle proprie posizioni e incapace di trovare soluzioni alternative per venire incontro a chi la città la abita, la vive, la rende viva”.
“In questo momento, in cui la permanenza dell’associazione in quella che, da anni, è la sua casa e il suo luogo di ritrovo viene minata da un provvedimento preso estremamente alla leggera dall’Amministrazione, il Partito Democratico vuole esprimere la massima vicinanza a tutte le persone per le quali la Bocciofila è molto più che una pista sulla quale far rotolare delle palline. Invitiamo il sindaco a tornare sui suoi passi e a vagliare tutte le soluzioni possibili. E’ necessario che la bocciofila, le sedi delle associazioni e le nuove esposizioni trovino il modo di coesistere, cosicché nessuno resti penalizzato. Storia e socialità possono convivere: senza la seconda, la prima rischia di essere solo un vuoto ricordo del passato” concludono.