Domenica 25 settembre si terranno le elezioni nazionali per eleggere il nuovo Parlamento.

Si vota dalle 07.00 alle 23.00 ed è richiesta semplicemente la propria scheda elettorale, corredata di documento di identità. Se hai smarrito la tua scheda elettorale puoi richiederne una copia all’ufficio elettorale del tuo comune di residenza.

Riceverai due schede elettorali: una per la Camera dei Deputati (di colore rosa) e una per il Senato della Repubblica (di colore giallo) Trovate un fac-simile delle schede a questo link.

Per esprimere la propria preferenza di voto, è sufficiente barrare il simbolo del Partito Democratico.
Non è necessario scrivere altro.


Ci siamo: inizia l’ultima settimana della campagna elettorale, che si concluderà con il voto di domenica 25. Si vota dalle 7.00 alle 23.00.

Di seguito trovare tutti i materiali per il “rush finale” di questa settimana:

SCARICA QUI IL FILE CON TUTTI I CANDIDATI PD in ogni collegio plurinominale e uninominale della Lombardia a Camera e Senato.

SCARICA QUI IL FILE CON TUTTI I FAC-SIMILI DELLE SCHEDE ELETTORALI in ogni collegio plurinominale e uninominale della Lombardia a Camera e Senato.

SCARICA QUI IL FILE CON LE SEMPLICI ISTRUZIONI PER IL VOTO con le avvertenze su come esprimersi validamente sulle schede elettorali rosa (Camera) e gialla (Senato).

SCARICA QUI IL FILE CON L’ELENCO DI TUTTI I COMUNI LOMBARDI ASSOCIATI AL COLLEGIO cui appartengono, plurinominali e uninominali di Camera e Senato.

Nel sito nazionale sono pubblicati i curriculum vitae di ogni candidato.

Buon voto a tutti noi!

“Chiediamo con forza al Governo di inserire il mondo del Terzo Settore e delle RSA nel decreto aiuti ter che verrà fatto nelle prossime ore. Lo abbiamo fatto ieri in Aula alla Camera e lo ribadiamo oggi da Padova, luogo emblematico del Terzo Settore. Perché ci sono delle realtà che hanno costi pazzeschi di luce, con effetti drammatici che si ripercuotono su persone e famiglie fragili”. Così il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, a Padova, dopo aver visitato la cooperativa Giotto, una realtà che aiuta il reinserimento delle persone che sono nelle carceri. Un invito a lavorare per spiegare bene le proposte del Pd e i perché del rilievo attribuito loro nel programma. Eccole, nel dettaglio:

– Semplificazione e “adempimenti zero” per le associazioni piccole e i gruppi meno formali, che dovranno comunque garantire di tenere verbali e rendiconti a prova della loro democrazia e attività non profit, pur senza dover obbligatoriamente fornire documentazione specifica oltre a un’autodichiarazione.
– Vincolo di presenza nei tavoli di programmazione delle politiche pubbliche dove si concertano le decisioni e sostegno anche economico delle rappresentanze del Terzo settore, come proposto dalle norme europee.
– Stage e collaborazione con le scuole per fare esperienza di educazione civica nelle associazioni.
– Eliminare l’obbligo Iva previsto dal 2024 e ridurre al pari delle imprese l’Irap.
– Limiti ai “bandifici” e passaggio a una reale co-programmazione pluriennale dei fondi e delle politiche nei quali si è coinvolti.
– Completamento del percorso per la realizzazione del RUNTS (Registro Unico Terzo Settore).
– Promozione e valorizzazione delle prassi collaborative e di “amministrazione condivisa” introdotte dall’art. 55 del D.Lgs 117/17 (co-programmazione e coprogettazione) e loro recepimento anche dal PNRR nei rapporti tra Terzo Settore e PP.AA.
– Armonizzazione delle nuove norme di Riforma dello sport con il codice del Terzo Settore: le nuove norme sullo sport, diversamente da come è stato sinora, rendono infatti assai problematico per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) l’adozione della qualifica di ETS (Ente del terzo settore)
– Per garantire i servizi alla persona erogati dagli Enti del Terzo Settore, al pari delle imprese, prevedere contributi a fondo perduto per far fronte sia alle perdite registrate nelle due ultime annualità sia per sostenere i costi relativi alla progressiva ripresa delle attività, servizi e prestazioni.
– Introdurre un fondo di sostegno agli enti del terzo settore per coprire i maggiori oneri derivanti dal previsto aumento delle bollette energetiche, nonché per coprire gli altri costi generali.
– Prevedere anche il ristoro per i maggiori costi che ancora verranno sostenuti per lo svolgimento delle attività (ad es. il fondo di sostegno per i centri diurni introdotto nel 2020).
– Sostegno economico alle reti associative di cui all’art. 41 CTS, punti centrali per lo sviluppo del Terzo settore.
– Promozione del diritto di accesso alla cultura anche attraverso una disciplina organica delle imprese e delle associazioni culturali e artistiche.
– Promuovere la capitalizzazione delle imprese sociali: per ogni euro di capitale sociale raccolto da privati lo Stato garantisce un analogo importo sottoscritto, attraverso un fondo dedicato.
– Istituzione di un Fondo nazionale dedicato al sostegno di iniziative di coprogettazione tra pubblica Amministrazione ed enti del terzo settore per il recupero a pubblica utilità degli immobili inutilizzati o sequestrati alle mafie. Il Fondo dovrà coprire, almeno in parte, i costi di elaborazione, progettazione e costruzione, oltre all’effettiva applicazione del social bonus.
– Estensione anche alle iniziative imprenditoriali del social bonus, che istituisce un credito d’imposta per chi dona a favore del recupero d’immobili pubblici.
– Estensione dei campi in cui opera il terzo settore, considerando come attività d’interesse generale le iniziative su base comunitaria per la valorizzazione delle aree interne e montane.
– Occorre estendere progressivamente il Servizio civile a tutti i giovani che fanno domanda. Oggi solo un terzo dei giovani che fanno richiesta di servizio civile possono svolgerlo. Serve stabilizzare le risorse stanziate, per coprire tutte le candidature, e una decisa semplificazione delle procedure.
– È necessario prevedere un sostegno economico alle reti di secondo livello e agli organismi di rappresentanza nazionale, sostenendo questa preziosa capacità di auto coordinamento.
– Occorre coinvolgere il terzo settore, con le sue diverse articolazioni (di dono, di reciprocità, di offerta di beni e servizi), nel sistema delle cure, specie nella cura dei malati cronici.

Terzo e ultimo weekend con l’appuntamento “1000 piazze per l’Italia”, la campagna di mobilitazione che coinvolge in tutta Italia militanti, volontari ed elettori dem, oltre alle candidate e ai candidati della lista “PD – Italia democratica e progressista” sulle tre priorità per il Paese.

Dopo il caro bollette e la scuola, in questo weekend,17 e 18 settembre, presenteremo le nostre proposte per il  lavoro e per la lotta alla povertà.Tra i punti qualificanti del programma PD sul lavoro, che verranno spiegati e illustrati nei banchetti e con il volantinaggio per tutto il weekend, l’introduzione del salario minimo, la riduzione delle tasse sul lavoro per alzare gli stipendi fino a una mensilità in più, il Nuovo contratto di primo lavoro a tasse zero per gli  under 35, stop agli stage gratuiti, potenziamento degli incentivi per le imprese che creano lavoro e un piano di assunzioni nella PA con 300.000 nuovi dipendenti entro il 2024 e almeno altri 120.000 entro il 2029 e il potenziamento del reddito di cittadinanza.

Puoi scaricare il volantino ufficiale della mobilitazione, a questo link.

Di seguito, la lista completa degli eventi di piazza del weekend in provincia di Como


“Da troppo tempo Como è in balia del degrado. Una condizione permessa da una giunta disattenta al vivere bene dei cittadini. Per questo, con la vittoria di Barbara Minghetti, siamo determinati a reintrodurre la figura storica dello stradino che sarà preposta alla piccola manutenzione e alla pulizia dei quartieri. A Lecco gli stradini sono già una realtà efficiente che può e deve essere replicata anche su Como” dichiarano Stefano Fanetti, capogruppo Pd a Palazzo Cernezzi e candidato alle elezioni 2022, e Tommaso Legnani, segretario del Pd cittadino.

“Una colpa dell’amministrazione Landriscina è aver lasciato crescere una distanza sempre più grande tra comaschi e Comune: una distanza che genera sfiducia nel cittadino. Chi sta a Palazzo Cernezzi ha dimenticato di prendersi cura dei quartieri, scegliendo di non intervenire tempestivamente (o di non intervenire affatto) dove era necessario, per rattoppare una buca come si deve, tagliare dei rami sporgenti, raccogliere delle foglie cadute, riparare un muro sbrecciato, o semplicemente dare una ripulita dove necessario: la piccola manutenzione e la pulizia, insomma, quelle semplici azioni che fanno la differenza. Dopo cinque anni, il rapporto tra comaschi e il loro sindaco va rifondato. Per questo il nostro programma prevede tre figure che lavorino insieme: l’assessore ai quartieri, il consigliere referente di zona e una squadra operativa di stradini di quartiere. Se i primi due si occuperanno di raccogliere le segnalazioni dei comaschi, gli stradini saranno in prima linea contro il degrado per non ripetere gli errori di chi ci ha preceduto. Così, anche ripartendo dalle piccole cose, renderemo migliore la vita dei cittadini” concludono i dem.


“Leggiamo con sorpresa le dichiarazioni del consigliere comunale Cantaluppi e dell’onorevole Fiocchi sulla situazione dei cinghiali sul territorio del Comune di Como. Sembra quasi che Fratelli d’Italia non abbia mai fatto parte della maggioranza a Palazzo Cernezzi né tantomeno della giunta che siede a Palazzo Lombardia. Eppure il problema enorme posto dall’aumento della popolazione di ungulati sul territorio cittadino e provinciale rimane e i danni sono ingenti. Sarà perché il centrodestra non ha mai agito seriamente per risolvere il problema?” si chiedono Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, e Matteo Introzzi, segretario del Circolo Pd “Como Convalle”.

“Oltre che lamentarsi di una inefficacia dovuta ad istituzioni governate anche da FdI, il consigliere Cantaluppi e l’onorevole Fiocchi dovrebbero anche sapere che la caccia non può essere la sola ed unica risposta al fenomeno, ma deve rientrare in un approccio più completo, a 360 gradi. Come evidenziato anche in rapporti di ISPRA, i branchi di cinghiali cacciati si disgregano e si spingono in zone più sicure come le aree antropizzate e i centri urbani, inoltre si alterano i meccanismi di autoregolamentazione delle nascite aumentando la proliferazione e alimentando così il circolo vizioso. L’abbattimento dei capi deve essere quindi da considerarsi all’interno di un processo di regolamentazione che Regione Lombardia non ha mai messo veramente in atto – spiegano Orsenigo e Introzzi – Come al solito la destra si presenta in occasione delle elezioni con soluzioni estemporanee e non efficaci a problemi da lei stessa alimentati, sperando che i cittadini dimentichino l’inefficienza delle medesime forze che ora si pongono come dei risolutori” .

Le istituzioni