“Dopo un masterplan Ticosa nato e morto sulla carta, dopo la bonifica della Cella 3 affondata a colpi di bandi sbagliati, dopo che il progetto di trasferire il Comune in Ticosa è stato accantonato, ora da Palazzo Cernezzi sentiamo la richiesta d’aiuto dell’assessore Annoni nei confronti di Regione Lombardia e del Governo: servono altri 2,7 milioni di euro per la bonifica. C’è però il fatto che la Ticosa non ha le caratteristiche che la normativa stabilisce per qualificarla come sito d’interesse, e quindi oggetto di finanziamento, nazionale o regionale. Ci sono poi le affermazioni del sindaco Landriscina, secondo il quale per decidere il futuro della Ticosa “c’è tutto il tempo”. Sicuro, di tempo ne abbiamo avuto per concretizzare qualcosa: 5 anni per l’esattezza. Ma cosa é stato fatto esattamente?” dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico, Gabriele Guarisco.

“Veniamo da un mandato vuoto di fatti ma pieno di promesse luminose come i fuochi d’artificio della giunta Bruni nel 2007.  Allo scadere del mandato di Landriscina, Como viene lasciata con il progetto Ticosa al palo. D’altronde dal 2019 l’amministrazione promette di bonificare la cella 3 per restituire l’area ai Comaschi. Dopo 22 mesi e tre bandi falliti (due per questioni formali, uno per gara deserta) siamo ancora fermi su tutto. Al massimo ci possiamo aspettare un parcheggio da 80 posti. Triste che l’ambizione massima (e il lascito più prezioso di Landriscina alla città) sia un parcheggio di modeste dimensioni perdipiù non accompagnato da un progetto complessivo di riqualificazione dell’area”.

“Eppure, la posizione della Ticosa ci dice che il suo futuro è connesso al migliore accesso della città, come area strategica per la sosta; la sua storia ci spiega che può essere luogo per creare occupazione e incubare nuove imprese innovative; la vicinanza all’università ci suggerisce che potrebbe ospitare spazi per la cultura e l’aggregazione giovanile. Il futuro della Ticosa sarà inevitabilmente in mano a chi guiderà Como dopo le elezioni di primavera. Noi siamo pronti. Da troppo tempo le grandi questioni cittadine non ricevono la serietà che meritano. È tempo di cambiare” conclude Guarisco.

“Guardiamo con preoccupazione alla situazione della scuola di piazza IV novembre ad Albate. Gli interventi di riparazione del tetto, che sono partiti dopo un mese dall’allagamento del plesso, ora devono proseguire rapidamente, anche per ridurre al massimo la durata della situazione di difficoltà nella quale le lezioni inizieranno. Alcune classi, almeno al principio, infatti avranno problemi di spazio e diversi laboratori non potranno essere utilizzati: quindi le lezioni rischiano di essere pesantemente condizionate. Una situazione ingiusta per gli studenti dopo due anni travagliati a causa dell’emergenza COVID.  Bisogna essere chiari anche su tempi di recupero della palestra, per cui al momento non ci sono elementi: è una struttura necessaria per la scuola e pure per le associazioni sportive del quartiere. Infine occorre pensare, al di là delle manutenzioni urgenti, a una riqualificazione sostanziale del plesso che ormai dimostra tutti i suoi limiti e che fatica a reggere le condizioni atmosferiche: che siano il freddo – come accaduto due anni fa con il distacco dei controsoffitti nelle aule delle elementari – o la pioggia – come successo a luglio – lasciando alunni, insegnanti e famiglie in una situazione d’incertezza e fatica. L’amministrazione Landriscina deve intervenire e in fretta. Dare per tempo ai ragazzi di Albate un posto sicuro e confortevole dove studiare e imparare dovrebbe essere una priorità per qualsiasi giunta. Non per quella Landriscina evidentemente” dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico, Gabriele Guarisco.  

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