I troppi errori hanno portato al risultato temuto: la campagna per la vaccinazione antinfluenzale in Lombardia è miseramente fallita e questo fa molto temere per il buon esito della campagna decisiva che si è aperta in questi giorni, contro il Covid-19. Sono i numeri a dirlo e l’ATS dell’Insubria non fa eccezione: su 1.479.339 assistiti solo 227.515, pari al 15,38%, sono stati attualmente vaccinati.

Il dato più preoccupante è quello della categoria anagrafica più a rischio, gli anziani. Solo il 48,29% degli over 65 anni ha ricevuto l’immunizzazione e ancora peggiore è il dato dei cittadini da 60 a 64 anni, per i quali in quest’anno di pandemia la vaccinazione era stata fortemente consigliata: immunizzato solo il 13,39%. Bisogna considerare che per le categorie cosiddette target, ovvero bambini fino a 6 anni e over 60 oltre alle persone fragili, il ministero della salute aveva indicato l’obiettivo di copertura ottimale del 95%, con un minimo del 75%.

“I dati sono impietosi e confermano quello che temevamo – dichiara il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo – quelli delle province di Como e Varese sono inferiori alla pur bassa percentuale regionale per tutte le categorie tranne che per i minorenni, ma si tratta di uno scostamento di massimo un punto. Considerando che il vaccino ha bisogno di tre settimane per produrre l’immunizzazione è evidente che non ci sono più margini per considerare efficace la campagna vaccinale di quest’anno. La campagna vaccinale è ormai terminata e anche l’obiettivo minimo indicato dal ministero della salute, quello del 75% per le categorie a rischio, in Lombardia è lontanissimo.

Allo stato attuale si è vaccinato meno di un anziano over 65 su due, ma il ministero aveva indicato come categorie target anche i 60 – 64enni e i bambini da sei mesi a sei anni. Qui le percentuali sono pessime, davvero bassissime, e non è stata cattiva volontà dei cittadini o dei medici di base ma impossibilità di trovare la dose. A questo punto bisogna anche considerare la mole di vaccini che sono stati acquistati in ritardo e pagati a peso d’oro, anche cinque volte il costo applicato ad altre Regioni che se li erano procurati per tempo. Che fine faranno quelle dosi? Stiamo parlando di soldi pubblici che non devono e non possono essere sprecati. Su questo chiederemo risposte”.

“Ora speriamo che per il vaccino anti Covid la Regione faccia meglio, anche se il ritardo di queste prime giornate non è positivo e inizia a preoccupare – aggiunge Orsenigo riferendosi ai dati del ministero della Salute che mettono la Lombardia quindicesimo posto in Italia per il numero di vaccinazioni effettuate e in percentuale alle dosi ricevute – Con un misero 3,9%, la nostra regione è lontanissima dal 54,8% della provincia autonoma di Trento, ma anche dal 48,7% del Lazio”. A proposito di questo clamoroso ritardo, le recenti giustificazioni dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, sono, per il consigliere comasco “inaccettabili, tanto quanto i ritardi nella somministrazione dei vaccini anti Covid”.

“Il Pd chiese le dimissioni in Aula di Gallera già ad aprile – ricorda Orsenigo –  quando furono chiari a tutti gli errori compiuti nelle RSA e nella gestione della pandemia, ma allora la Lega lo salvò. Lo fece per una sola ragione, perché sapeva che le responsabilità non erano solo dell’assessore, ma anche di Fontana e di tutta la sua giunta. Era vero allora ed è ancora più vero oggi. Ormai la credibilità dell’assessore è al minimo ed è incompatibile con la guida della sanità lombarda, ma non basta mandare via Gallera per raddrizzare la situazione, sono il presidente Fontana e l’intera giunta ad essersi dimostrati una volta di più inadeguati a guidare la Lombardia. Quindi, ci aspettiamo che si corra nella somministrazione dei vaccini anti Covid e si recuperi il tempo perso, perché le carenze organizzative e i ritardi di chi amministra la Lombardia ci sembrano davvero intollerabili e irrispettosi nei confronti di cittadini e operatori sanitari che hanno dimostrato in questi mesi di essere di gran lunga più responsabili e concreti di chi amministra la regione in cui abitano”.

“La giunta regionale dovrà mettere a disposizione i fondi e le risorse necessarie a scongiurare la crisi del settore del Noleggio con conducente dopo che, oggi, il consiglio regionale ha approvato un mio ordine del giorno che ho presentato per l’assestamento di bilancio 2020” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Il lock-down dei mesi scorsi ha avuto un impatto devastante sull’utilizzo di questo tipo di trasporto. Oggi il comparto Ncc è lasciato ad affrontare le gravissime conseguenze economiche della crisi portata dal Covid-19, vista l’utenza ridottissima durante il pieno della pandemia e la crisi di settori contigui come il turismo che rallenta un pieno ritorno alla normalità. Specialmente in un periodo post-Covid, però, non possiamo permetterci di abbandonare gli operatori del settore. Proprio per questo ho deciso di chiedere a Regione di intervenire con urgenza”. 

“Gli Ncc sono infatti  una vera e propria risorsa in un momento in cui le aziende di trasporto pubblico  stanno ancora cercando di trovare una formula per coniugare distanziamento sociale, corse ridotte e l’uscita dal regime di smart working per migliaia di lavoratori che inevitabilmente porranno delle sfide alla mobilità nei mesi futuri – spiega Orsenigo che continua – Inoltre, in comuni dove il trasporto pubblico è meno strutturato, i veicoli a noleggio possono indubbiamente aiutare risolvere le difficoltà di spostamento”. 

“Infine, consci della crisi che allo stesso modo ha colpito gli autisti di taxi, abbiamo richiesto che il consiglio regionale impegni la giunta a tutelare anche questo importante comparto. Parliamo di operatori che costituiscono una risorsa fondamentale su cui scommettere se vogliamo una vera ripresa economica, a partire dai servizi ai cittadini e ai turisti”.

“Proprio in luce delle importanti implicazioni che la crisi del settore potrebbe comportare per le nostre città, Regione Lombardia ora deve impegnarsi concretamente per mettere a disposizione tutte le risorse necessarie per queste categorie, tutelando così non solo gli utenti ma anche posti di lavoro e la stabilità di innumerevoli bilanci famigliari che dipendono dal benessere di questo comparto”.

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