(Milano, 20 settembre 2020) – Tempo fa, il consigliere regionale del PD, Pietro Bussolati, era stato in un magazzino di proprietà della Fondazione Fiera di Milano in cui erano stipate, inutilizzate, 18 milioni di cosiddette “mascherine-pannolino” ordinate lo scorso marzo, in piena emergenza Covid, da Regione Lombardia e fatte produrre dall’azienda Fippi di Rho per sopperire alla carenza di dispositivi di protezione individuale da distrstribuire agli operatori sanitari nei vari presidi territoriali lombardi.
Costo dell’operazione 8,1milioni di euro, spesi da Aria Spa, la partecipata della Regione, che è centrale unica degli acquisti.
Quelle mascherine però – come ci ha svelato Bussolati – non sono mai state distribuite perché considerate inadatte per proteggere gli operatori sanitari. Sul caso è stata aperta anche un’inchiesta giudiziaria per truffa.
Oggi apprendiamo da un articolo pubblicato su La Stampa, non senza un certo stupore, che la Giunta Fontana tre giorni fa, esattamente il 7 di settembre, ha approvato due delibere che consetono di donare parte di quelle mascherine pannolino, scartate dai dipendenti ospedalieri perchè inadeguate e inutilizzabili, al Kazakistan.
Regione Lombardia si vergogna talmente di distribuire al personale sanitario italiano le mascherine pannolino, vanto di un tempo, da cercare di spedirle altrove, persino regalandone un milione e mezzo al Kazakistan.
Ma alla beffa c’è da pagare, letteralmente, il danno. Sì perchè per donare queste improponibili mascherine pannolino al Kazakistan occorre che Regione Lombardia le riparghi di nuovo alla sua partecipata, Aria Spa.
Costo complessivo 823.500 euro per 1,5 milioni di pezzi (0,45 + Iva) da far valere sul capitolo del bilancio 2020 “Acquisto di beni per aiuti umanitari internazionali“.
C’è di che arrabbiarsi per questa ennesima presa in giro. I lombardi non la prenderanno bene e forse, se sapessero, anche i kazaki.
Chiara Braga