07/07/2023 | como - comune di como - partito democratico

Rassegna stampa in Comune, i consiglieri del PD: “Non è compito dei dirigenti e scredita il lavoro dei giornalisti”.

«Il continuo bisogno di controllo dell’attuale Amministrazione, già riscontrabile in alcuni provvedimenti, così come in discutibili risposte social ad educate osservazioni dei cittadini, si è spinto a un livello che non credevamo fosse possibile raggiungere. La lettera circolata a Palazzo Cernezzi negli scorsi giorni, che obbliga i dirigenti a visionare entro le 10 la rassegna stampa al fine di individuare articoli scorretti o lesivi dell’immagine del Comune, non ha precedenti e lascia basiti per una serie di motivazioni» dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico di Como Patrizia Lissi, Stefano Fanetti, Stefano Legnani ed Eleonora Galli.

«In primis, per il nuovo ruolo assegnato ai dirigenti comunali. In tutta onestà, non crediamo che effettuare una rassegna stampa nelle prime ore del giorno rientri nel già ampio ventaglio delle competenze di questa categoria di lavoratori. Il rischio concreto, inoltre, è che dando loro una mansione mai vista prima nella storia del Comune, si possano perdere di vista questioni ben più prioritarie del controllo di ciò che i giornalisti, a loro volta professionisti, scrivono sulle testate locali».

«In secondo luogo, alcuni passaggi della lettera sembrano screditare il lavoro che giornalisti e giornali svolgono quotidianamente per informare i cittadini su quanto accade nella nostra città. Parlare di “informazioni distorte e lesive, scritte senza che l’autore conosca i presupposti di fatto e di diritto dell’agire della pubblica amministrazione”, significa mettere in dubbio la capacità di svolgere il proprio lavoro dei professionisti dell’informazione. Quella che è stata dichiarata come una misura a tutela dell’immagine dell’ente, dunque, assume più i contorni di una critica, e forse anche un’intimidazione, rivolta alla stampa che, come espresso nell’articolo 21 della nostra Costituzione ha il “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”» proseguono i consiglieri.

«Infine, conoscendo bene la tipologia di critiche che vengono mosse sugli organi di informazione, possiamo affermare con certezza che nessuno ha mai messo in discussione l’operato dei dirigenti, dei tecnici e di tutti gli altri dipendenti comunali. Tutelare l’ente, in questo caso, non significa, come fatto passare da Rapinese, preservare l’immagine del Comune, bensì quella dello stesso sindaco, il quale dovrebbe essere in grado di assumersi da solo la responsabilità delle proprie decisioni politiche. Se di critiche ne vengono mosse così tante, forse, è il caso di valutare le motivazioni e le modalità con cui sono state fatte le scelte in questo primo anno di mandato» concludono.


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