26/09/2024 | como - comune di como - partito democratico

Chiusura scuole, Valsecchi e Lissi: “Sindaco immobiliarista dichiara di non avere interesse per il tema educativo”

Ieri sera, in Consiglio comunale, è andato in scena l’ennesimo spettacolo a dir poco raccapricciante, ad opera del sindaco. Di fronte a un folto gruppo di genitori che si sono presentati a Palazzo Cernezzi per chiedere chiarimenti sulla decisione dell’Amministrazione di chiudere altre sei scuole, il primo cittadino ha utilizzato il solito atteggiamento evasivo e arrogante, a tratti offensivo.

Ne è un esempio il termine “pappe molli”, utilizzato per definire le famiglie comasche durante il Consiglio. L’ennesima prova di disinteresse e irriconoscenza verso i comaschi, l’ennesimo comportamento inaccettabile, soprattutto perché arrivato nei confronti di genitori, giustamente, preoccupati per il futuro dei propri figli.

Fa ancora più specie, tuttavia, il modo in cui l’increscioso discorso in cui ha attaccato i genitori comaschi è continuato. Ancora una volta, Rapinese si è dimenticato del proprio ruolo di sindaco, tornando immancabilmente a fare l’agente immobiliare. Affermare che “la gestione dell’aspetto educativo non è richiesta al Comune, che si occupa solo di immobili”, dà una chiara idea della linea che questa Amministrazione ha preso nella gestione delle scuole, viste come meri edifici e non come luoghi di istruzione, educazione e socialità.

È l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza del sindaco per questo ruolo, che presuppone una visione ampia della città e richiede la considerazione di più fattori: in primis la vita dei cittadini e le loro esigenze. Cosa diranno i genitori ai bambini delle scuole? Che al sindaco non importa di loro, ma solo delle mura nelle quali studiano? Che non ha alcun interesse per l’aspetto educativo, come da lui stesso dichiarato in Consiglio? Nel frattempo, come sempre, Rapinese preferisce non rispondere e scappare, nascondendo le proprie lacune sul tema educativo. Proprio alla luce di queste mancanze, prima di fare una strage di scuole, certamente il buon senso avrebbe suggerito di chiedere un confronto. Quel confronto e coinvolgimento che in Consiglio abbiamo chiesto più volte e che, come ai genitori, ci è stato negato.

Daniele Valsecchi e Patrizia Lissi


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