Siamo stati condizionati dalla preponderanza del tema energetico.

Però è come se fossero spariti anche dall’agenda del governo Draghi i temi ambientali, pensiamo a quanto poco si è parlato e si è fatto in questi ultimi due anni sul tema del dissesto idrogeologico o al grande problema della siccità. E’ come se tutta l’attenzione fosse stata catalizzata dalla questione energetica senza riuscire a fare diventare trasversali i temi della transizione ecologica.

Ne ha parlato diffusamente oggi la deputata del Partito Democratico di Como, Chiara Braga, in un’intervista a Radio Immagina.

Per riascoltare il podcast clicca qui 👇

Oggi, 6 ottobre, si è tenuta la direzione nazionale del Partito Democratico.
Puoi rivedere la trasmissione nel video YouTube qui sotto.

Carissime, carissimi,

sono passati alcuni giorni dai risultati delle elezioni politiche che hanno consegnato il Governo del Paese alla destra.

Abbiamo perso ed è tempo di approfondire le ragioni profonde della sconfitta e degli errori commessi, non solo in campagna elettorale; è tempo di riprendere le fila del nostro lavoro. Mi preme sottolinearlo: nonostante il risultato al di sotto delle aspettative, continuiamo a vivere. Siamo la principale forza di opposizione.

Ma questa consapevolezza non può bastare ed è tempo di rifondare l’identità e la proposta del nostro partito. È fondamentale farlo insieme. La sfida a livello nazionale non è solo posta dalla generazione di nuovi contenuti, ma anche dall’urgenza di un processo rapido che ci porti a congresso ben prima di marzo e arrivare a una nuova segreteria, dopo le primarie.

Sarà un viaggio di rinnovamento in quattro fasi, come già anticipato dal Segretario nazionale, che vado qui a riassumere.

Ci sarà una fase di “chiamata”, per coinvolgere chi vuole contribuire alla ripartenza della nostra comunità. Seguirà la fase dei “nodi”, che consentirà a tutti i partecipanti di confrontarsi sulle principali questioni da risolvere (l’identità, il profilo programmatico, il nome, il simbolo, le alleanze, l’organizzazione) con
momenti di confronto profondo e aperto, nei circoli e tramite le agorà già sperimentate con successo.
La terza fase sarà quella del “confronto” sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente. Seguirà una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori. Infine, vi sarà la quarta fase, quella delle primarie. Qui i cittadini saranno chiamati a indicare la futura leadership.

A livello provinciale, il progetto ricostituente non sarà dissimile: avremo il momento del confronto e della sintesi. Terremo uno schema che sarà allineato e contribuirà a quello previsto a livello nazionale. Lunedì 10 ottobre si svolgerà l’assemblea provinciale di avvio di una discussione che non si esaurirà lì, ma proseguirà con le assemblee di macroarea, durante le quali gli iscritti e i circoli potranno avanzare le proprie istanze e prendere parte alla ricostruzione e alla rifondazione dell’identità del Partito. In questa fase saranno fondamentali due elementi.

Prima di tutto, dobbiamo mantenere la fiducia nel “noi”, nella forza collettiva che sappiamo generare quando siamo uniti, una forza più efficace dei tanti “io” individuali. C’è poi la necessità imperativa di aprirci al territorio, alla società comasca e alle sue rappresentanze. La necessità di ascoltare per coinvolgere, ma soprattutto per generare una risposta politica ai bisogni dei nostri concittadini.
Non lo nascondo: le prossime settimane saranno di lavoro molto intenso e la posta in gioco è enorme. Se le elezioni hanno affidato il Governo del Paese alla destra, abbiamo un debito nei confronti di chi ci ha sostenuto chiedendo un’Italia riformista ed europeista.

La rifondazione del Partito Democratico deve essere profonda e rapida, in vista delle
ormai imminenti elezioni regionali e del lavoro di opposizione che ci attende nei prossimi
cinque anni. Le fondamenta di questo progetto – lo ripeto – stanno nella coesione degli iscritti e dei circoli. Andiamo avanti con coraggio, uniti. Da parte mia c’è la promessa di aggiornarvi puntualmente sulle iniziative future che riguardando la nostra comunità e il nostro territorio.

Sperando di incontrarvi tutti nelle prossime settimane, rimango a disposizione per ogni domanda e chiarimento sugli sviluppi provinciali e nazionali.

Un caro saluto,

Federico Broggi

Carissime e carissimi,

sono passati pochi giorni dal voto che ha sconvolto gli equilibri politici italiani ed europei e sento la necessità di rivolgermi a ciascuno di voi per ringraziarvi dello straordinario impegno profuso in questa durissima campagna elettorale.

Abbiamo perso. Ne usciamo con un risultato insufficiente, ma ne usciamo vivi. E sulle nostre spalle c’è oggi la responsabilità di organizzare un’opposizione seria alla destra.

Abbiamo il tempo e abbiamo la forza morale, intellettuale e politica per rimetterci in piedi. Le basi per ripartire ci sono. Pur avendo subito la concorrenza di chi ci ha preso di mira con inusitata asprezza, con il dichiarato obiettivo di mettere in discussione la nostra stessa esistenza in vita, siamo il secondo partito italiano, la forza guida dell’opposizione e uno tra i maggiori partiti riformisti e progressisti europei. E ciò in un contesto nel quale tutte le forze politiche principali, tranne FdI, hanno perso molti o moltissimi consensi rispetto alle precedenti elezioni politiche. Oppure ottenuto risultati molto inferiori rispetto ai proclami.

L’esito di queste elezioni è stato segnato dall’impossibilità – non torno qui sulle responsabilità – di presentarci con un quadro vasto di alleanze. La legge elettorale, profondamente sbagliata e che abbiamo provato invano a cambiare, favorisce chi le realizza. La destra, pur con tutte le sue divisioni, si è coalizzata e ha prevalso nella stragrande maggioranza dei collegi uninominali, ottenendo così la maggioranza dei seggi in Parlamento. Ad essa non corrisponde una maggioranza nel Paese: ciò accresce il nostro dovere di organizzare una opposizione dura e intransigente sui valori e sulle politiche, sempre nell’interesse generale dell’Italia e delle istituzioni repubblicane.

Allo stesso tempo, in questa campagna scandita da insidie e veleni, si sono manifestati evidenti i limiti della nostra proposta ed è emersa una mancanza molto grave di capacità espansiva nella società italiana. Sono limiti che ci obbligano a un confronto serissimo e sincero tra di noi.

Perché il Pd, per sua stessa natura, deve essere un partito espansivo e largo. Se manca questa aspirazione entra in crisi la sua ragione d’essere. Per questo dobbiamo essere pronti a rimettere tutto in discussione. Ora possiamo farlo, dopo potrebbe essere troppo tardi.

Fermarsi a enunciare le tante, pur legittime, ragioni consolatorie per un risultato che comunque ci assegna il ruolo di guida dell’alternativa sarebbe sbagliato. Non è questo l’atteggiamento col quale ho voluto interpretare il mio compito di guida del PD. E non sarà questo il modo con cui vivrò questa fase.

Quel che vi propongo è di accettare di entrare in profondità nei problemi per risolvere i nodi che ci bloccano e poi, a partire da questo sforzo genuino e determinato, di scegliere insieme la nuova leadership e il nuovo gruppo dirigente.

Abbiamo bisogno di un vero Congresso Costituente. Per questo vi chiedo di partecipare con passione e impegno, accanto ad altri che spero vorranno raggiungerci per fare insieme un percorso che, come proporrò alla Direzione convocata per la prossima settimana, dovrebbe essere articolato in quattro fasi.

La prima sarà quella della “chiamata”. Durerà alcune settimane perché chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall’esperienza della lista “Italia Democratica e Progressista”, possa iscriversi ed essere protagonista in tutto e per tutto.

La seconda fase sarà quella dei “nodi”. Consentirà ai partecipanti di confrontarsi su tutte le principali questioni da risolvere. Quando dico tutte, intendo proprio tutte: l’identità, il profilo programmatico, il nome, il simbolo, le alleanze, l’organizzazione. E quando parlo di dibattito profondo e aperto, mi riferisco al lavoro nei circoli, ma anche a percorsi di partecipazione sperimentati con successo con le Agorà Democratiche.

La terza fase sarà quella del “confronto” sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente. Un confronto e una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori.

Infine, la quarta fase, quella delle “primarie”. Saranno i cittadini a indicare e legittimare la nuova leadership attraverso il voto.

Tutto può svolgersi a regole vigenti. E quindi può iniziare rapidamente. È un percorso aperto che può e deve coinvolgere, oltreché i nostri mondi di riferimento, anche il paese intero, dimostrando a tutti la forza e l’utilità di un partito-comunità, contrapposto ai tanti partiti personali che abitano oggi la nostra scena politica.

Infine, è un percorso che concilia l’urgenza di affrontare i nostri problemi con la indispensabile rigenerazione del gruppo dirigente. Contenuti forti e volti nuovi sono entrambi necessari. Gli uni senza gli altri rischiano di trasformare il Congresso in un casting e in una messa in scena staccata dalla realtà e lontana dalle persone. Se non li bilanciamo con attenzione, ci trasformiamo definitivamente nelle maschere pirandelliane che evocai nel mio ormai lontano discorso del 14 marzo 2021.

So che vogliamo tutti evitare questo epilogo. So che vogliamo tutti arrivare presto a un nuovo PD e a una nuova leadership.

Se ci muoviamo insieme in questa direzione, con coraggio e tempismo, dimostreremo di essere capaci di tornare in sintonia con le attese del Paese.

Vi chiedo di credere in questo progetto e di esserne protagonisti attivi seguendo le indicazioni che usciranno dal dibattito della Direzione convocata per giovedì 6 ottobre.

Vi chiedo soprattutto di avere fiducia nel “noi collettivo” che è molto meglio della somma dei tanti io. Questa è la grande forza del Partito Democratico. Questa è la nostra missione.


Venerdì 23 settembre 2022, Pierfrancesco Majorino, eurodeputato del Partito Democratico, sarà in visita a Como alla Cooperativa di Albate, a partire dalle 18.30.

Mercoledì 21 settembre alle ore 18.30 presso la sala consiliare del Comune di Olgiate Comasco – piazza Volta, sarà presente per un incontro con gli elettori Irene Tinagli Europarlamentare e vice Segretario Nazionale del Partito Democratico che dialogherà con Chiara Braga, capolista PD al collegio plurinominale della Camera e Alessandro Alfieri, capolista PD al collegio plurinominale per il Senato.

  

Domenica 25 settembre si terranno le elezioni nazionali per eleggere il nuovo Parlamento.

Si vota dalle 07.00 alle 23.00 ed è richiesta semplicemente la propria scheda elettorale, corredata di documento di identità. Se hai smarrito la tua scheda elettorale puoi richiederne una copia all’ufficio elettorale del tuo comune di residenza.

Riceverai due schede elettorali: una per la Camera dei Deputati (di colore rosa) e una per il Senato della Repubblica (di colore giallo) Trovate un fac-simile delle schede a questo link.

Per esprimere la propria preferenza di voto, è sufficiente barrare il simbolo del Partito Democratico.
Non è necessario scrivere altro.


Ci siamo: inizia l’ultima settimana della campagna elettorale, che si concluderà con il voto di domenica 25. Si vota dalle 7.00 alle 23.00.

Di seguito trovare tutti i materiali per il “rush finale” di questa settimana:

SCARICA QUI IL FILE CON TUTTI I CANDIDATI PD in ogni collegio plurinominale e uninominale della Lombardia a Camera e Senato.

SCARICA QUI IL FILE CON TUTTI I FAC-SIMILI DELLE SCHEDE ELETTORALI in ogni collegio plurinominale e uninominale della Lombardia a Camera e Senato.

SCARICA QUI IL FILE CON LE SEMPLICI ISTRUZIONI PER IL VOTO con le avvertenze su come esprimersi validamente sulle schede elettorali rosa (Camera) e gialla (Senato).

SCARICA QUI IL FILE CON L’ELENCO DI TUTTI I COMUNI LOMBARDI ASSOCIATI AL COLLEGIO cui appartengono, plurinominali e uninominali di Camera e Senato.

Nel sito nazionale sono pubblicati i curriculum vitae di ogni candidato.

Buon voto a tutti noi!

“Chiediamo con forza al Governo di inserire il mondo del Terzo Settore e delle RSA nel decreto aiuti ter che verrà fatto nelle prossime ore. Lo abbiamo fatto ieri in Aula alla Camera e lo ribadiamo oggi da Padova, luogo emblematico del Terzo Settore. Perché ci sono delle realtà che hanno costi pazzeschi di luce, con effetti drammatici che si ripercuotono su persone e famiglie fragili”. Così il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, a Padova, dopo aver visitato la cooperativa Giotto, una realtà che aiuta il reinserimento delle persone che sono nelle carceri. Un invito a lavorare per spiegare bene le proposte del Pd e i perché del rilievo attribuito loro nel programma. Eccole, nel dettaglio:

– Semplificazione e “adempimenti zero” per le associazioni piccole e i gruppi meno formali, che dovranno comunque garantire di tenere verbali e rendiconti a prova della loro democrazia e attività non profit, pur senza dover obbligatoriamente fornire documentazione specifica oltre a un’autodichiarazione.
– Vincolo di presenza nei tavoli di programmazione delle politiche pubbliche dove si concertano le decisioni e sostegno anche economico delle rappresentanze del Terzo settore, come proposto dalle norme europee.
– Stage e collaborazione con le scuole per fare esperienza di educazione civica nelle associazioni.
– Eliminare l’obbligo Iva previsto dal 2024 e ridurre al pari delle imprese l’Irap.
– Limiti ai “bandifici” e passaggio a una reale co-programmazione pluriennale dei fondi e delle politiche nei quali si è coinvolti.
– Completamento del percorso per la realizzazione del RUNTS (Registro Unico Terzo Settore).
– Promozione e valorizzazione delle prassi collaborative e di “amministrazione condivisa” introdotte dall’art. 55 del D.Lgs 117/17 (co-programmazione e coprogettazione) e loro recepimento anche dal PNRR nei rapporti tra Terzo Settore e PP.AA.
– Armonizzazione delle nuove norme di Riforma dello sport con il codice del Terzo Settore: le nuove norme sullo sport, diversamente da come è stato sinora, rendono infatti assai problematico per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) l’adozione della qualifica di ETS (Ente del terzo settore)
– Per garantire i servizi alla persona erogati dagli Enti del Terzo Settore, al pari delle imprese, prevedere contributi a fondo perduto per far fronte sia alle perdite registrate nelle due ultime annualità sia per sostenere i costi relativi alla progressiva ripresa delle attività, servizi e prestazioni.
– Introdurre un fondo di sostegno agli enti del terzo settore per coprire i maggiori oneri derivanti dal previsto aumento delle bollette energetiche, nonché per coprire gli altri costi generali.
– Prevedere anche il ristoro per i maggiori costi che ancora verranno sostenuti per lo svolgimento delle attività (ad es. il fondo di sostegno per i centri diurni introdotto nel 2020).
– Sostegno economico alle reti associative di cui all’art. 41 CTS, punti centrali per lo sviluppo del Terzo settore.
– Promozione del diritto di accesso alla cultura anche attraverso una disciplina organica delle imprese e delle associazioni culturali e artistiche.
– Promuovere la capitalizzazione delle imprese sociali: per ogni euro di capitale sociale raccolto da privati lo Stato garantisce un analogo importo sottoscritto, attraverso un fondo dedicato.
– Istituzione di un Fondo nazionale dedicato al sostegno di iniziative di coprogettazione tra pubblica Amministrazione ed enti del terzo settore per il recupero a pubblica utilità degli immobili inutilizzati o sequestrati alle mafie. Il Fondo dovrà coprire, almeno in parte, i costi di elaborazione, progettazione e costruzione, oltre all’effettiva applicazione del social bonus.
– Estensione anche alle iniziative imprenditoriali del social bonus, che istituisce un credito d’imposta per chi dona a favore del recupero d’immobili pubblici.
– Estensione dei campi in cui opera il terzo settore, considerando come attività d’interesse generale le iniziative su base comunitaria per la valorizzazione delle aree interne e montane.
– Occorre estendere progressivamente il Servizio civile a tutti i giovani che fanno domanda. Oggi solo un terzo dei giovani che fanno richiesta di servizio civile possono svolgerlo. Serve stabilizzare le risorse stanziate, per coprire tutte le candidature, e una decisa semplificazione delle procedure.
– È necessario prevedere un sostegno economico alle reti di secondo livello e agli organismi di rappresentanza nazionale, sostenendo questa preziosa capacità di auto coordinamento.
– Occorre coinvolgere il terzo settore, con le sue diverse articolazioni (di dono, di reciprocità, di offerta di beni e servizi), nel sistema delle cure, specie nella cura dei malati cronici.

Le istituzioni