“Il piano vaccinale anti-Covid di Regione Lombardia prevede che sia il cittadino a doversi muovere verso grandi hub vaccinali, spesso lontani, per la propria dose. La realtà è che per una maggiore efficienza e rapidità, le dosi di vaccino dovrebbero raggiungere il cittadino in micro-hub territoriali in grado di servire la popolazione in maniera capillare. La crisi covid ha rivelato tutti i danni della centralizzazione sanitaria. È ora di mettere in pratica le lezioni imparate durante la pandemia e implementare finalmente quella sanità di territorio che è mancata” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico.

“Parlando di territori, i nostri sindaci, durante la prima e seconda ondata, hanno messo in campo delle ottime iniziative per l’esecuzione di tamponi in palestre ed edifici pubblici. Perché non replicare questa esperienza di successo, coinvolgendo le associazioni di volontariato locali per il trasporto delle persone più fragili da vaccinare e usando anche le sedi elettorali, nei weekend in cui non sono frequentate dagli studenti, per somministrare in modo razionale e su chiamata?” continua il consigliere dem, ricordando la proposta  dell’ingegnere Luca Cozzi, coordinatore della Protezione civile di Mozzate e Comuni associati.

“Puntare solo sui grandi poli vaccinali sarebbe un errore, Regione Lombardia costringerebbe le persone a muoversi per decine di chilometri in luoghi in cui gli assembramenti sono molto probabili. Uno sforzo difficile se non pericoloso per i tanti pazienti anziani, target principale della fase 2, o quelli fragili”.

“È un bene che Regione Lombardia abbia trovato l’accordo con le farmacie e i medici di base. Con il loro aiuto verranno fatti grandi passi avanti – conclude Orsenigo, primo a proporre il coinvolgimento dei farmacisti nella campagna anti-Covid – ma per l’inoculazione di massa dobbiamo rendere le vaccinazioni ancora più capillari e a portata di cittadino. Accentrare è un errore che non possiamo permetterci di ripetere”.


“Regione Lombardia si è resa conto dell’importanza del settore fieristico per l’economia lombarda ma per un territorio come quello della nostra regione serve uno sforzo più profondo e risolutivo. Il milione di euro messo a disposizione dal Bando di sostegno alla ripresa del sistema fieristico lombardo 2021 purtroppo, non è sufficiente per favorire la vera ripartenza del comparto” commenta il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, all’indomani della cancellazione degli eventi fisici, diventati virtuali, dell’iniziativa fieristica #Strongertogether che a fine marzo avrebbe raccolto aziende, brand e compratori di diversi segmenti del settore moda.  

“L’auspicio, dopo un 2020 tragico e all’inizio di un 2021 pieno di incertezze, è che Regione Lombardia sia determinata ad ampliare il bacino di risorse a disposizione per gli eventi. Lo stallo del settore fieristico, specialmente nel campo della moda, è un colpo durissimo per le tante aziende lariane che sono fibra costituente di questa filiera. Non dimentichiamo poi l’indotto mancato per tecnici, aziende di catering o service – conclude Orsenigo – Insomma, in gioco c’è il futuro di centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro e il nostro territorio sente già tutto il peso di questa crisi”.


“Regione Lombardia deve dimostrare nei fatti di voler rilanciare l’ospedale di Saronno per il suo valore strategico, per il bene dei cittadini e dei comuni della bassa comasca che fanno riferimento alla struttura. Non possiamo permetterci di perdere una risorsa di questo tipo, smontando così un altro pezzo importante di una sanità che ha già dimostrato tutte le sue criticità. L’assessore Letizia Moratti ha promesso fondi per il rilancio? Bene. Passi dalle promesse ai fatti, ora” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, in merito all’allarme lanciato dai sindaci comaschi circa le condizioni critiche del polo ospedaliero. 

“Il polo di Saronno infatti è da un anno minacciato da un inesorabile ridimensionamento in termini di reparti e personale che rischia di lasciare il territorio delle province di Milano, Como, Varese e Monza e ben 180 mila cittadini che fanno riferimento alla struttura completamente sguarniti. Questa non è la direzione in cui la sanità lombarda deve andare” continua Orsenigo. 

“Se il Covid ci ha insegnato qualcosa è che occorre investire sulla sanità territoriale, invertire il segno di tendenza su tagli e smembramenti. Dai banchi del Consiglio regionale, abbiamo più volte presentato emendamenti puntuali affinché l’ospedale venisse potenziato anche portando a regime il personale – dice il consigliere Dem, che conclude – Ora la richiesta non viene più dalla sola opposizione ma dai sindaci che amministrano il territorio e ne conoscono alla perfezione i bisogni. Serve un piano per il recupero dell’ospedale ben chiaro e serve subito. Di parole ne sono già state spese abbastanza”.


“La strana saga dell’infopoint ahinoi continua. Dopo aver annunciato lo spostamento nella sua sede originale voluta dalla giunta Lucini, e aver ritrattato in seguito, l’assessore Cioffi ha nuovamente annunciato che l’infopoint tornerà sotto al Broletto. In pochi mesi la struttura, almeno nei piani del Comune di Como, si è spostata tre volte” dichiarano Patrizia Lissi, consigliere comunale del Partito Democratico, e Tommaso Legnani, segretario cittadino del Partito Democratico.

“Per quanto lo strano valzer di intenzioni sull’infopoint faccia sorridere è il caso di ricordare che spostandolo alla sfortunatissima location in via Albertolli, è stato demolito un ottimo servizio ai visitatori e ai turisti, in una posizione non solo scomoda ma anche costosa per le tasche dei contribuenti visto l’affitto per i locali”.

“Bene quindi il ritorno alle origini. Ma sono quasi quattro anni che paghiamo l’ affitto per un infopoint brutto, posizionato in una zona assurda e che è stato un totale fallimento per un calo delle presenze significativo. Il vero, splendido e unico infopoint del Broletto è stato abbandonato in uno stato di degrado. Siamo alle solite: si fa, si disfa, si fa retromarcia, si ricomincia daccapo e i comaschi pagano” concludono Lissi e Legnani.

L’occupazione registrata in Italia a dicembre torna a scendere e la caduta colpisce quasi esclusivamente le donne: su 101mila occupati in meno nel mese di dicembre, 99mila sono donne e 2mila uomini.

Non va meglio nel confronto annuale: in 12 mesi la perdita è di 444.000 unità composte da 312.000 donne e 132.000 uomini. Anche in questo caso, quindi, c’è una forte prevalenza a discapito delle donne, anche se meno pronunciata rispetto al raffronto mensile, tra novembre e dicembre 2020.

Dati preoccupanti diffusi oggi dall’Istat che confermano come a pagare maggiormente le conseguenze economiche della crisi pandemica da Covid-19, in termini di posti di lavoro, sono ancora una volta le donne.

E se consideriamo che il tasso di occupazione femminile in Italia si attesta intorno al 48,5% mentre in Europa è del 62,5%, allora il quadro occupazionale si fa a dir poco allarmante.

Come Partito Democratico abbiamo lavorato affinché il Recovery Plan assuma l’occupazione femminile e giovanile come asse portantetrasversale di tutti i progetti. E anche in queste ore, al tavolo sul programma di legislatura convocato dal presidente della Camera, Roberto Fico, affrontando il tema del lavoro, la nostra delegazione ha posto come centrale il tema della parità salariale e della piena occupazione femminile, oltre che dell’esigenza di un ammortizzatore universale.

Aspetti fondamentali che il prossimo Governo dovrà affrontare al più presto.

Ecco la sintesi dell’incontro avuto dalla delegazione del PD con il Presidente Fico, al quale il Presidente Mattarella ha affidato il mandato esplorativo per eseguire una verifica della maggioranza a partire dalle forze di centrosinistra.

“Abbiamo ribadito al Presidente Fico la disponibilità del Pd a contribuire alla scrittura di un programma di fine legislatura per l’Italia coinvolgendo la maggioranza del governo Conte nel secondo mandato e le forze che hanno votato la fiducia sia alla Camera che al Senato, avviando un lavoro collegiale.Questo obiettivo di costruire un programma di legislatura deve essere in assoluta sintonia con la voglia degli italiani di rimettersi in piedi e di guardare al futuro con speranza e fiducia.

Quello che dobbiamo far prevalere è il bene comune del Paese e, in questo momento, ciò coincide con la necessità di avere un governo e un programma chiaro di fine legislatura.

Come ha ricordato il Presidente Mattarella la pandemia, la grande campagna vaccinale, i rischi di crisi sociale e le opportunità del Next Generation Eu impongono alle forze politiche la necessità di fare in fretta e di dare certezza e sicurezza al nostro Paese.

Pensiamo che sia possibile farlo, ci sono le condizioni per farlo e il Pd farà di tutto per raggiungere questo obiettivo.

Abbiamo già indicato al Presidente Fico un’agenda di temi che sarà importante affrontare per il futuro programma di legislatura. Chiediamo a tutte le forze politiche di stare in questo confronto con volontà e spirito costruttivo, indispensabili per ottenere i risultati:

1) la chiusura del percorso decisionale intorno al Next Generation Eu, la sua attuazione e le riforme collegate a questo piano di rinascita del nostro Paese;

2) la riforma fiscale all’insegna della progressività e della semplificazione;

3) la riforma della giustizia che coniughi in maniera chiara garanzie costituzionali e tempi giusti del processo e del giudizio nei confronti delle persone, come grande tema nazionale legato alla sfera dei diritti e alla produttività e al rilancio del Paese;

4) le riforme istituzionali, prima fra tutte la riforma elettorale di stampo proporzionale sulla quale si era già avuta un’ampia convergenza dopo il Referendum costituzionale;

5) politiche attive del lavoro per non lasciare sole le persone in un momento difficilissimo e di transizione;

6) le infrastrutture sociali del Paese, a partire dalla ricostruzione e il rilancio di un modello sanitario;

7) il rilancio degli investimenti nel campo della scuola, della ricerca e dell’ università;

8) commercio, turismo, terziario che in questi mesi sono stati duramente colpiti e le cui politiche vanno totalmente ripensate.

Dobbiamo ricostruire un’Italia diversa da quella che c’era prima della pandemia. Faremo di tutto per essere leali e coerenti, facciamo un appello affinché tutti lo siano perché a questo punto non si può più davvero sbagliare.”

Chiara Braga

“Il lavoro congiunto svolto in questi giorni nell’interesse di Campione d’Italia e dei suoi cittadini, grazie alla disponibilità del sottosegretario al ministero dell’Economia e della Finanze, Pier Paolo Baretta, ci ha permesso di presentare un emendamento al decreto Milleproroghe che consentirà alla società di gestione del Casinò di Campione d’Italia di posticipare al 31 marzo 2021 il termine entro il quale approvare e trasmettere al ministero dell’Interno la revisione del proprio statuto”. Ne danno notizia i deputati comaschi Chiara Braga, Alessio Butti e Giovanni Currò, firmatari dell’emendamento trasversale che verrà approvato in questi giorni alla Camera dei Deputati.

“Una modifica – continuano gli esponenti lariani – resa necessaria per consentire il corretto risanamento della società di gestione del casinò, conseguente la cessazione del fallimento dopo il pronunciamento in merito della Corte di Cassazione, e funzionale al superamento della crisi occupazionale e sociale che duramente ha colpito gli abitanti di Campione d’Italia”.

“I frontalieri italiani provenienti da Lombardia e Piemonte non dovranno essere testati ogni 48 ore come suggerito inizialmente. Bene che il Consiglio Federale abbia cambiato rotta a riguardo: non solo sarebbe stata una vera e propria vessazione ma non sarebbe stato nemmeno risolutivo nella lotta al contagio, come già fatto notare da Ats Insubria” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, segretario della Commissione speciale Rapporti tra Lombardia, Istituzioni europee, Confederazione Svizzera e Province autonome.

“Ora è urgente trovare strumenti condivisi sui temi sanitari e della pandemia: un passo importante sarebbe istituire un tavolo di confronto all’interno della Regio Insubrica in cui Regione Lombardia e Canton Ticino possano confrontarsi in modo permanente sui protocolli per proteggere i cittadini, italiani e svizzeri. Adottare approcci e contromisure non sincronizzati sarebbe ora controproducente se non pericoloso per il benessere delle nostre comunità”.

“Azioni comuni tra Italia e Svizzera sono auspicabili nella lotta al contagio, ma anche per tutte le questioni che riguardano il territorio, l’economia e le comunità di frontiera della Regio Insubrica. Uniformare regole e protocolli è urgente e necessario” conclude Orsenigo.

Oggi insieme al Segretario Nicola Zingaretti abbiamo incontrato i rappresentanti dei Sindacati, le associazioni delle donne impegnate per la parità di genere e le associazioni ambientaliste per confrontarci con loro sui contenuti del Recovery Plan.

Il PNRR approvato dal Consiglio dei Ministri è molto vicino alle cose che avevamo chiesto come Partito Democratico nell’interlocuzione che nelle scorse settimane abbiamo avuto con il Governo. Senza urlare o far saltare il banco, ma avanzando le nostre proposte.

Un Piano con più investimenti e meno incentivipiù risorse per la sanità e le infrastrutture sociali, la parità di genere, le risposte per le nuove generazioni e per ridurre le disparità territoriali.

C’è ancora molto da fare e ci sarà ancora molto da cambiare; restiamo convinti che il metodo adottato dal Partito Democratico, quello della critica costruttiva, non era così sbagliato.

Il riformismo è questo: promuovere dei cambiamenti nella vita di tutte e tutti e di chi ha più bisogno in particolare.

Per questo continuiamo a lavorare anche in queste ore così complicate con questo approccio. Perché riteniamo essenziale confrontarci con i sindacati, le associazioni delle categorie economiche, la cooperazione, i rappresentanti del sociale e il Terzo Settore, le associazioni delle donne, i giovani, le associazioni ambientaliste e i livelli territoriali di governo per un confronto sulle priorità e i contenuti del PNRR, in un passaggio decisivo per il futuro del nostro Paese.

Le istituzioni