“Ormai i prezzi del carburante volano fuori controllo in provincia di Como. Abbiamo picchi nel capoluogo pari a €1,889/litro per la benzina e €1,809/litro per il gasolio (rilevazione di questa mattina). A ciò si aggiunge che, dopo i ritardi nell’attivazione da parte di Regione Lombardia, l’app per lo sconto benzina è un flop tremendo. Solo 15mila utenti sulle tre province di Como, Varese e Sondrio l’hanno scaricata. Da tempo ho avvertito del rischio che il solo utilizzo dell’app poteva avere: penso agli anziani che hanno meno dimestichezza con smartphone e Spid e immagino tutte le difficoltà del caso. C’è poi il fatto che lo sconto è davvero irrisorio – appena due centesimi – ed è basato su una rilevazione del differenziale dei prezzi risalente alla fine dello scorso settembre mentre l’app regionale è entrata in funzione appena qualche settimana fa. Difficilmente lo sconto quindi riflette la realtà attuale sul territorio. A questo punto conviene davvero prendersi il disturbo di andare oltre confine per risparmiare, piuttosto che scaricare un app che ha proprio l’obiettivo di combattere la concorrenza elvetica. A Chiasso, un litro di benzina si aggira attorno a 1,60 euro e uno di gasolio attorno all’1,65. C’è poi uno squilibrio tutto da chiarire internamente alla provincia: a Cantù abbiamo prezzi attorno all’ €1,699/litro di benzina o €1,569/litro di diesel mentre vicino alla convalle si sfonda il muro dell’1,80/litro tendente all’1,90. Una differenza abissale di 20 centesimi. Da Regione Lombardia retta dal centrodestra mi aspetto serietà e interesse per questo tema: d’altronde era proprio la Lega che ha fatto una sua crociata (poi finita nel nulla) per togliere le accise sul carburante. Nel frattempo ho chiesto l’audizione dell’assessore al Bilancio Carlo Caparini, i rappresentanti di Aria e della presidente provinciale di Figisc, Daniela Maroni oltre alle associazioni dei consumatori in Commissione Bilancio. Serve trasparenza perché solo così si tutelano i cittadini sotto pressione” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico.

“L’iter di ratifica dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera procede nei tempi stabiliti. Dopo l’approvazione del disegno di legge in Consiglio dei Ministri venerdì, la fase finale spetta al Parlamento a partire dai primi mesi del nuovo anno. Quest’anno abbiamo lavorato perché venissero introdotte le misure previste dal Memorandum firmato dall’allora vice ministro dell’Economia, il senatore del PD Misiani, con i Comuni delle aree di confine  e con i sindacati dei lavoratori frontalieri”. Lo annunciano in una nota congiunta i parlamentari del Partito Democratico Alessandro Alfieri e Chiara Braga.
“Oggi, quegli impegni – continuano gli esponenti dem – sono stati traslati nel testo di disegno di legge e verranno finalizzati nella fase dei lavori parlamentari. In particolare, oltre a quanto già previsto nell’accordo in termini di tutela degli attuali frontalieri che continueranno ad essere tassati solo in Svizzera, vengono previsti: 1) l’innalzamento della franchigia a 10.000 euro per i frontalieri che pagano o pagheranno le tasse in Italia; 2) la deducibilità dei contributi obbligatori per i prepensionamenti dei lavoratori frontalieri; 3) la non imponibilità degli assegni familiari erogati in Svizzera; 4) il mantenimento anche in futuro delle stesse risorse ai Comuni garantite oggi dal sistema dei ristorni; e soprattutto 5) l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo economico e il potenziamento delle infrastrutture nelle zone di confine Italo-elvetiche, alimentato con risorse provenienti dal nuovo sistema fiscale. Quest’ultimo, in particolare, rappresenterebbe un grande risultato per i nostri territori e perciò lavoreremo per consolidarlo nei prossimi passaggi parlamentari”.

“Ormai a Como è caos tamponi su tutta la linea. Al vecchio Sant’Anna di via Napoleona negli ultimi giorni non si poteva ottenere un appuntamento in tempi rapidi tramite il sito di prenotazione tamponi scuola. Questa mattina addirittura lo stesso risultava inattivo. Per accorciare i tempi l’unica soluzione è andare in altre strutture della provincia, a decine di chilometri da Como. Ancora una volta, il risultato inevitabile è che se vuoi un tampone subito devi rivolgerti al privato a pagamento. Altrimenti aspetti o ti metti al volante. È così che tuteliamo famiglie e studenti? Dopo due anni così difficili è questa l’organizzazione che siamo riusciti a mettere in campo? E se fare un tampone equivale ad attraversare la provincia, avere un appuntamento per la terza dose di vaccino Covid non è certo un’impresa più semplice. Se vivi a Menaggio, vieni mandato a Erba o Lecco. Se vivi nella zona di Cantù vieni mandato a Erba, se non addirittura a Lecco. Se invece hai la fortuna di essere indirizzato verso via Napoleona a quel punto bisogna attendere più di un’ora per avere la propria dose. Cambiando vaccino, la storia è la stessa: l’anti-influenzale per i bimbi tra i sei mesi e i due anni non è prenotabile al vecchio Sant’Anna. Si viene mandati ancora una volta lontano se non fuori provincia. Vista la situazione tra tamponi e vaccini, il vecchio Sant’Anna è per caso a corto di personale per gestire questi compiti fondamentali per la prevenzione Covid e non? Presenterò un’interrogazione all’assessore Moratti per sollecitare una pronta risposta di Regione Lombardia a questi disservizi intollerabili. Anche questa è una sanità di territorio che manca in un sistema che non serve i bisogni dei cittadini. Giunta e maggioranza in Consiglio Regionale possono pure acclamare la loro non-riforma sanitaria come un passo avanti. Sul territorio caos e disorganizzazione continuano” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Il sindaco Landriscina liquida la totale impreparazione della sua giunta ad affrontare la sfida del Pnrr spiegando di aver trovato “i cassetti vuoti” di progetti da finanziare. Vuoti forse come vuota di visione e pianificazione è stata la sua amministrazione? A ben vedere i progetti lasciati in eredità dalla giunta Lucini però c’erano. Ed erano pure stati finanziati. Peccato siano stati affossati sistematicamente da chi ha governato Como fino ad ora. In primis ricordiamo il palazzetto dello sport e la dorsale dei Pellegrini. Mascherare l’incapacità amministrativa dando la colpa ai predecessori è un trucco vecchio, senza coraggio. Doveva essere compito di Landriscina riempire quei cassetti. Invece ci troviamo oltre tempo massimo, con il rischio di perdere il treno del Pnrr. Se davvero volessero fare qualcosa per Como, istituiscano subito un ufficio dedicato alla progettazione in vista delle scadenze del Piano. In ogni caso ne istituiremo uno noi, quando il voto porrà fine a questa triste stagione politica” dichiara Tommaso Legnani, segretario cittadino del Partito Democratico, commentando l’intervento del sindaco Landriscina durante l’ultima seduta di consiglio comunale.

“Aria di campagna elettorale e anche la maggioranza si scorda di essere maggioranza. Succede a Como: Fratelli d’Italia tenta di ridisegnare (a parole e promesse) via Borgovico vecchia come se non fossero mai stati seduti tra i banchi della maggioranza a Palazzo Cernezzi per gli scorsi cinque anni. Ma aldilà dell’amnesia che possiamo trovare esilarante sul piano politico, la questione sollevata dall’associazione BorgovicoStreet è troppo importante per essere liquidata in un preludio di campagna elettorale.

Borgovico può, e deve, diventare polo culturale e ricreativo della Convalle Comasca. Ma per questo serve che diventi una strada di quartiere con una zona 30, servono arredi e verde e serve che sia aperta a pedoni e bici. Altrimenti sono parole buttate al vento. Serve un progetto che incardini la riqualificazione di via Borgovico con quella delle zona Stadio e con i giardini a Lago, da un lato, e con la riqualificazione della zona vicina alla stazione FS dall’altro, rendendo Borgovico la naturale e prestigiosa via di collegamento tra le due aree. Per questo è importante una progettualità e per questo siamo assolutamente disponibili già ora a sederci ad un tavolo con le associazioni e i residenti che animano il quartiere, non per fare promesse pre-elettorali ma per discutere insieme di un piano duraturo di sviluppo” dichiarano Tommaso Legnani, segretario cittadino del Pd di Como, e Matteo Introzzi, segretario del Circolo Pd Como Convalle.

“La decisione di Regione Lombardia di chiedere al Ministero delle Infrastrutture di intervenire per inserire nel contratto di programma Anas 2021-2025 la prosecuzione della tangenziale di Como é di fatto l’ammissione di un fallimento in piena regola che ha fatto perdere 15 anni di tempo alla provincia di Como. Un’inversione di rotta in piena regola resa ancora più grave dopo che il famoso “Piano Marshall” ha messo a disposizione fondi per i più disparati interventi – tranne quello della tangenziale comasca. Era il 2006 quando si iniziò a parlare di un secondo lotto da realizzare con fondi regionali. Ora si getta la spugna e si passa la palla al governo centrale. Ma a cosa andiamo incontro esattamente? Si riparte da zero? Quale sarà il tracciato di questa nuova opera? Dopo anni e anni di tira e molla, la Regione fa inversione di marcia. In che direzione? C’è stata condivisione con i sindaci? Serve chiarezza. L’unica certezza è la realtà quotidiana del territorio Comasco soffocato dal traffico” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale de Pd.

È in aula ormai da tre settimane la revisione della legge sanitaria lombarda e ancora non è finita la maratona voluta dal Pd per riuscire a raccontare la propria visione di una sanità lombarda più vicina ai cittadini. Infatti, il Consiglio regionale, convocato anche nella giornata di domenica, proseguirà anche la prossima settimana. A parte un pacchetto di emendamenti presentato a sorpresa dalla maggioranza, nella serata di giovedì, le voci protagoniste sono state sempre e soltanto quelle delle opposizioni. Tra le questioni più calde affrontate dai consiglieri dem: la carenza di medici di base, la richiesta di cancellare la lottizzazione per i direttori generali delle Ats e Asst, la necessità di rinforzare la sanità di montagna e di potenziare la medicina di genere.

Abbiamo voluto trasformare il Consiglio regionale in un grande orecchio per provare a ribaltare questa logica e a far tornare il sistema sanitario alle sue funzioni di servizio ai cittadini. Sarà anche faticoso, e forse noioso, ascoltare lunghi interventi per diverse settimane, ma è solo così, rimettendo al centro i cittadini, che le istituzioni possono emanciparsi dalla tirannia del profitto. I soldi servono, ma non possono diventare il fine della politica, soprattutto quando c’è in ballo la nostra salute.

A questo link è possibile scaricare una sinossi delle nostre proposte per cambiare la sanità lombarda con un approccio serio e con le persone saldamente al centro. Scarica il documento

“Solo di ieri la notizia che la Regione Campania fornirà, per il sesto anno, trasporti gratuiti per gli studenti. Un investimento importante che viene fatto anche in Emilia Romagna che ha il fine di sostenere le famiglie e il diritto di studio. L’eccellente Lombardia, alla mia precisa richiesta di rendere gratuito il trasporto per gli studenti under-26 e i libri di testo per ogni ordine e grado, ha fatto spallucce. Ma non solo! A Como, la gestione delle aziende di trasporto a guida leghista ci “regala” bus strapieni, ragazzi lasciati a piedi, assembramenti alle fermate. Tutto questo alle famiglie costa grandi disagi e un esborso di soldi e di tempo tutt’altro che scontato e alla portata di tutti. La beffa è, infatti, che le famiglie comasche pagano centinaia di euro per i trasporti inefficienti. E’ ora che la destra metta attenzione ai servizi pubblici e li renda uno strumento al servizio di tutti.

Regione Lombardia ascolti la mia proposta e renda gratuito il trasporto pubblico locale per gli studenti. È una questione di tutela al diritto allo studio, di equità e anche di ecologia. Tutti argomenti che la Lega, a livello provinciale e regionale, non ha evidentemente a cuore. Cosa che non dovrebbe sorprenderci vista la non-riforma della sanità in discussione in questi giorni in consiglio regionale che tutto fa meno che risolvere le storture di un sistema sanitario “eccellente” solo per chi se lo può permettere” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo. 

“La medicina territoriale è il problema principale della sanità lombarda, e non è vero che questa riforma voluta da Fontana e Moratti colmerà il buco creato da Formigoni e poi da Maroni. Bastano i numeri a dirlo: in Lombardia servirebbero 500 case di comunità, come dice il ministero della Salute, e la Regione ne prevede solo 115 nella prima fase, 216 a regime. Nell’Ats Insubria le cose non vanno meglio. Le Case di Comunità dovrebbero essere 73 ma sono 19. E non basterà cambiare l’insegna di una struttura per creare un servizio che sia davvero di comunità, fatto di medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, tecnici della riabilitazione e assistenti sociali, a cui i cittadini possano fare riferimento tutti i giorni dell’anno per 24 ore. Le case di comunità non devono essere dei semplici poliambulatori, come invece li intende la giunta lombarda. Così rischiano di essere una grandissima occasione sprecata. In una sanità come quella lombarda, così spinta sulla medicina ospedaliera e sulla competizione tra pubblico e privato, la situazione può cambiare solo con un cambio di mentalità e di strategia, che metta al centro il cittadino, la comunità, le cure primarie e la prevenzione. E con questa riforma, non ci sarà il cambio di passo che come opposizione chiediamo da tempo, ancora prima della pandemia” dichiara il consigliere regionale comasco, Angelo Orsenigo, impegnato oggi nel secondo giorno di maratona in Consiglio per discutere la legge di revisione della sanità lombarda.

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