Da qualche tempo Como risulta essere la provincia lombarda in cui i costi del carburante sono più alti e nella quale si registra un forte squilibrio territoriale dei prezzi al suo interno e, soprattutto, in rapporto alla vicina Svizzera. La marcata differenza dei prezzi dei carburanti tra Italia e Svizzera ha determinato la ripresa del fenomeno del ‘pendolarismo del pieno’ che la presenza della carta sconto, purtroppo di recente sospesa da Regione Lombardia, aveva mitigato se non annullato. La convenienza degli automobilisti comaschi a rifornirsi oltre confine sta producendo conseguenze importanti sia come minori entrate, in termini di accise e di Iva, per lo Stato italiano, che di mancati guadagni per i distributori italiani; effetti negativi a tutto vantaggio della Svizzera”. Lo dichiara la deputata comasca del Partito Democratico Chiara Braga dopo il monitoraggio dei prezzi dei carburanti con la Svizzera e la conseguente sospensione della carta sconto operata da Regione Lombardia nonostante il differenziale reale dei prezzi praticato dai distributori agli automobilisti sia ampiamente sopra il margine dei 0,05 euro al litro.

“Per questo – informa la deputata dem – ho presentato un’interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico, dell’Economia e degli Esteri per chiedere loro, per quanto di competenza, di intervenire per affrontare il problema della concorrenza, ormai insostenibili, dei prezzi del carburante tra Italia e Svizzera al fine di rendere competitive le stazioni comasche di frontiera più vicine al confine elvetico, evitando così perdite per il nostro Paese e limitando lo squilibrio dei prezzi interni alla provincia di Como”.

“Ho inoltre chiesto ai ministri – conclude Braga – se non ritengano necessario intervenire anche per correggere i criteri di monitoraggio e rilevazione del differenziale dei prezzi dei carburanti per l’applicazione della carta nelle zone di confine con la Svizzera, rendendo tale meccanismo più preciso e rispondente alla realtà”.

“La riforma della sanità voluta da Fontana e Moratti va modificata in 15 punti: lo dice il Ministero della Salute. Si tratta di rilievi di sostanza e non di semplice forma come ha rivendicato l’assessore al Welfare lombardo. Il documento deve tornare in aula in modo che le pecche che avevamo evidenziato in tre settimane di discussione in consiglio vengano risolte una volta per tutte. Allora le nostre critiche furono bollate come una perdita di tempo. Oggi le osservazioni del Ministero ci danno ragione” dichiara il consigliere regionale del PD, Angelo Orsenigo, a commento dell’intervento oggi in Aula della vice presidente Moratti, chiamata dalle opposizioni di centrosinistra a riferire sui rilievi avanzati dal Governo alla legge di riforma della sanità lombarda.
“I punti vulnerabili iniziano con le case di comunità, 11 a Como, in fase di attivazione, insieme a 4 ospedali di comunità e 6 centrali operative territoriali. Il rischio che strutture già esistenti siano semplicemente convertite in case della comunità, con un cambio di insegne su dei vecchi muri, è fin troppo concreto. D’altronde già con la riforma Maroni sono stati introdotti sulla carta i Presidi Ospedalieri Territoriali e i Presidi Sanitari Territoriali (Pot e PreSST) che non hanno mai visto la luce. Ora il Ministero rileva che nella riforma questi presidi sono stati sostituiti con ‘ospedali di comunità’ e ‘case di comunità’ e chiede di specificare che le strutture operino nel rispetto delle vigenti previsioni e in coerenza con quanto disposto dalla missione 6 del Pnrr. C’è poi il fatto che la riforma di Regione Lombardia presuppone che le case di comunità possano essere gestite esclusivamente dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. Ma proprio il Pnrr indica che le case di comunità siano gestite da gruppi multidisciplinari di medici di base, pediatri, specialisti e infermieri di comunità, affiancati anche da assistenti sociali”. 
“Le altre criticità evidenziate dal Governo riguardano l’accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie che dovrà essere centralizzata a livello regionale e non lasciata alle singole Ats. Anche il listone da 300 candidati per le nomine dei direttori generali salta in quando non in linea con le disposizioni statali. Insomma, Fontana e Moratti vengono “rimandati a settembre”. Per ottenere il via libera del Governo la legge dovrà essere sottoposta nuovamente al voto del Consiglio regionale. Ci auguriamo, alla luce di quanto emerge dalla corrispondenza tra Governo e Regione, che almeno in quella occasione la Giunta non ostacoli, nei tempi e nei modi, la discussione e si possano finalmente risolvere le storture che da tempo evidenziamo come Partito Democratico” conclude Orsenigo.

Con l’approvazione in seconda lettura da parte dei due rami del Parlamento, con la maggioranza dei due terzi dei componenti, la tutela dell’ambiente entra in Costituzione.

Il progetto di legge costituzionale si compone di tre articoli.

L’ARTICOLO 1introduce un nuovo comma all’articolo 9, al fine di riconoscere nell’ambito dei Principi fondamentali enunciati nella Costituzione un principio di tutela ambientale. Pertanto, accanto alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della nazione, si attribuisce alla Repubblica anche “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni“. Viene infine inserito un principio di tutela degli animali, attraverso la previsione di una riserva di legge statale che ne disciplini le forme e i modi.

L’ARTICOLO 2 modifica l’articolo 41 della Costituzione in materia di esercizio dell’iniziativa economica. In primo luogo, interviene sul secondo comma e stabilisce che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi in danno “alla salute e all’ambiente“, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti, ovvero “la sicurezza, la libertà e la dignità umana”. La seconda modifica investe, invece, il terzo comma dell’articolo 41, riservando alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l’attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche “ambientali”.

L’ARTICOLO 3 reca una clausola di salvaguardia per l’applicazione del principio di tutela degli animali, come introdotto dal progetto di legge costituzionale, alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

Approvata in consiglio regionale la mozione bipartisan che impegna la giunta regionale a favorire una rilevazione più puntuale e frequente del differenziale sui prezzi del carburante da parte dell’ambasciata italiana a Berna.

“La mozione urgente nasce da due sedute della Commissione Bilancio che ho espressamente chiesto per fare luce sulle evidenti e preoccupanti anomalie del prezzo del carburante sul territorio comasco” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, che nelle scorse settimane si è fatto promotore di due occasioni di confronto tra Regione Lombardia, Aria Spa, i rappresentanti degli esercenti proprietari delle pompe di benzina e delle compagnie petrolifere.

“Ovviamente è un bene che maggioranza e opposizione abbiano fatto fronte comune su questo tema, dopo le sedute di commissione, attivandosi almeno per chiedere un monitoraggio più frequente dei prezzi nelle fasce di confine da cui dipende lo sconto benzina. Al momento questo ammonta a soli 2 centesimi. Dobbiamo fare il possibile per rendere nuovamente vantaggiosa e attrattiva l’app sconto benzina che al momento, ricordiamo, è stata scaricata da circa 25mila utenti sulle province di Como, Sondrio e Varese a fronte di un costo 200mila euro per la sua realizzazione. Sarebbe un passo avanti per proteggere i consumatori e gli esercenti. Se però il dispositivo dello sconto benzina e il monitoraggio del differenziale Italia-Svizzera serve per fronteggiare la concorrenza elvetica, Regione Lombardia non affronta il nodo della differenza di prezzi interna alla provincia di Como. Per l’ennesima volta registriamo un picco da 1,90 euro/litro benzina o 1,77 euro/litro gasolio a Como città mentre nel canturino il prezzo crolla a 1,78/euro/litro benzina o 1,68/litro di gasolio. Un’anomalia tutta comasca, una situazione iniqua che costa caro ai cittadini e al cui riguardo mi chiedo: cosa intende fare Regione Lombardia?” conclude il consigliere.

“Con il bando “Sport Outdoor 2021” Regione Lombardia finanzierà 277 progetti di riqualificazione o realizzazione di aree attrezzate per lo sport all’aperto in tutto il territorio lombardo. Si tratta del 100% dei progetti ammessi al contributo. Ai Comuni comaschi beneficiari andrà quasi un milione di euro in totale. Evidentemente però l’amministrazione Landriscina crede così poco nel valore dello sport che la città capoluogo non è nemmeno in graduatoria e per gli sportivi comaschi non c’è nemmeno un euro. Eppure le strutture da risistemare a Como non mancano e sullo sport all’aperto ci sarebbe tanto da investire…a partire dal tanto richiesto e discusso skatepark, ad esempio, fino a stanziare risorse per il parchetto di Sagnino, quello di via Traù o il parco Negretti” dichiarano Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, e Stefano Fanetti, capogruppo Pd in Comune a Como.

“Soprattutto in un periodo come questo, mettersi in gioco per dare ai cittadini comaschi ulteriori spazi per vivere lo sport all’aperto avrebbe dovuto essere la priorità. Ma Palazzo Cernezzi, come al solito, getta la spugna ancora prima di scendere in campo e nemmeno ci prova a portare a casa il risultato. Diversamente da Menaggio, a cui andranno 150mila euro, Cucciago che potrà disporre di 144mila euro, Brunate a cui arriveranno 67mila euro, o Valbrona che avrà a disposizione 157mila euro. Quando diciamo che vogliamo ricostruire Como, che a Como serve una nuova guida in grado di cogliere le opportunità, ci riferiamo esattamente a questo tipo di situazioni. Dopo cinque anni di intollerabile immobilismo e occasioni perdute, è il momento di cambiare le cose. Il voto in primavera sarà il primo passo per ricostruire la nostra città” dichiarano i due esponenti Dem.

“In provincia di Como salta un altro punto vaccinale. È accettabile che i comaschi possano fare riferimento solo all’hub di Lariofiere che, peraltro, ha traslocato in un tendone? È questa l’idea di sanità di territorio che hanno a Palazzo Lombardia: spostarsi dall’altra parte della provincia per vaccinarsi?”chiede il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, commentando la chiusura ormai prossima del punto vaccinale di via Napoleona a Como.

“C’è da chiedersi perché la scelta sia caduta sul mantenere l’unico punto vaccinale della provincia a un estremo del territorio, vicino a Lecco, che per molti comaschi è molto difficile da raggiungere. Chiudere via Napoleona significa poi disinvestire su quel progetto fondamentale che è la Cittadella della Salute che come Partito Democratico abbiamo sostenuto con forza. Insomma, Como città rimane senza ospedale e senza hub. Forse l’unico capoluogo Lombardo ad essere in questa situazione che la dice lunga sull’idea che Regione Lombardia ha del termine “medicina di prossimità”. Se da una parte il consiglio regionale vara una riforma sanitaria che promette la ricostruzione della sanità di territorio con distretti, case e ospedali della Comunità, dall’altra si costringe il cittadino ad andare ad Erba per il vaccino. Senza contare che depotenziare gli hub significa depotenziare la campagna vaccinale: un errore che non ci possiamo permettere. Como ha un tasso di vaccinazione con terza dose attorno al 60%. Ci sono ancora persone che devono completare il proprio ciclo di immunizzazione” conclude Orsenigo.

Riprendono le agorà del Partito Democratico di Como: il 27 gennaio 2022 alle ore 21.00 si terrà l’incontro dal titolo “”La Como che vogliamo – DIFFONDERE CULTURA: progetti, quartieri, persone”.

Per costruire il futuro di Como serve cultura. Ma prima ancora serve una politica capace di vedere nella cultura il bene della collettività, un modello e un motore di sviluppo. Serve una politica che sappia fare cultura in maniera democratica, diffusa tra le persone e i quartieri

Saranno ospiti e relatori Barbara Minghetti, consigliere comunale in Comune a Como, Mattia Palazzi, sindaco di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016, Anna Buttarelli, progettista creativa e sociale di Luminanda, Francesca Velani, Coordinatrice Parma 2020+21 Capitale Italiana della cultura.

Introduce e coordina Daniele Valsecchi – Segreteria PD Como .

L’agorà sarà esclusivamente online, via Zoom, al link https://us02web.zoom.us/j/89993304167?pwd=T0c4d21HQndrc3FGREhpSmFuajVBQT09.

“Con un voto unanime il Partito Democratico di Como ha indicato Barbara Minghetti come candidata alla carica di sindaco di Como. Sempre in modo unanime sono stati indicati alcuni contenuti programmatici di base su cui costruire un progetto condiviso, per noi fondamentali da mettere a disposizione di Como. Il Partito Democratico ha dato un segnale di chiarezza alla città e si propone unito e coeso per rilanciare Como dopo l’ingloriosa stagione amministrativa della giunta Landriscina. Ora è il momento del confronto con tutte le forze dell’area progressista comasca, con chi vuole vedere un cambiamento vero dopo anni di vuoto, e in generale con tutta la città. Da qui inizia la costruzione di una nuova Como” dichiarano il segretario provinciale del Partito Democratico, Federico Broggi, e il segretario cittadino del PD, Tommaso Legnani, commentando l’esito dell’assemblea cittadina tenutasi ieri, 14 dicembre 2021.

“È innegabile: la candidatura di una donna alla guida della città ci mette davanti a una svolta storica. Sulla figura di Barbara Minghetti si è registrato un consenso forte all’interno delle segreterie e il voto unanime dell’assemblea cittadina che ne hanno valutato positivamente la capacità di allargare il campo tradizionale del centrosinistra, la riconosciuta leadership grazie al lavoro svolto in ambito culturale e le battaglie sui temi dell’inclusione sociale e per il sostegno agli ultimi – continuano i segretari – Non si sceglie un candidato solo per le possibilità di vittoria ma anche per la capacità di portare avanti un percorso politico e un programma. Programma che per il Pd non può prescindere da una serie di punti fermi per la ripartenza di Como a partire dall’attenzione prioritaria alle tematiche sociali specie dopo la crisi pandemica. Serve impegno sullo sviluppo infrastrutturale sostenibile iniziando dal secondo lotto della tangenziale di Como che va sbloccato con un dialogo costante e costruttivo con Regione Lombardia e con il Governo centrale. Bisogna puntare sulla viabilità alternativa che riduca la morsa del traffico sul capoluogo. Servono investimenti sullo sport, sulla rigenerazione urbana, sulla costruzione di un’offerta turistica nuova che porti benessere vero sul territorio. Como deve poi tornare ad essere un punto di riferimento per gli altri comuni della provincia e riprendere il dialogo interrotto con la Città metropolitana di Milano. I temi aperti sono tanti e urgenti. Il lavoro per ricostruire Como inizia ora, con il confronto con i nostri alleati e il resto della coalizione”.

Continua il percorso delle agorà democratiche comasche. Dopo il primo appuntamento dedicato al capoluogo, è il momento di confrontarsi sul futuro dell’associazionismo e del terzo settore comasco. La nuova agorà democratica si terrà il 13 dicembre 2021, alle ore 21.00, e avrà il titolo: “La Città che vogliamo: tutti responsabili di tutti”.

I relatori dell’evento saranno: Virginio Brivio, già sindaco di Lecco, Gian Antonio Girelli, consigliere regionale PD Lombardia, Patrizia Lissi, consigliera comunale PD Como, Martino Villani, direttore CSV Insubria. Introduce e coordina: Diego Butti, PD Como.

La parabola amministrativa degli ultimi cinque anni ha visto il Comune di Como allontanarsi dal mondo delle associazioni comasche, impedendo una qualsiasi forma di collaborazione tra settore pubblico e no-profit. Ciononostante è stato proprio il terzo settore, insieme al volontariato, a scendere attivamente in campo a tutela delle fasce di popolazione più fragili nel pieno della pandemia. Le cose devono cambiare e il sodalizio tra terzo settore e amministrazione deve essere ricostruito a favore del cittadino in difficoltà.

Proprio di queste prospettive future si parlerà durante l’agorà democratica che sarà possibile seguire in presenza presso la Sala dell’Associazione Alfonso Lissi (via Ennodio 10, Rebbio, con parcheggio presso il cimitero) e previa registrazione a segreteria@partitodemocratico.co.it, green pass obbligatorio e capienza massima 30 persone.

In alternativa, lo streaming dell’agorà sarà disponibile su Zoom al seguente link: https://bit.ly/agorà-terzo-settore.

Le istituzioni