“Ancora una volta il sindaco Alessandro Rapinese si è dimostrato irremovibile. Nonostante l’incontro con una quarantina di rappresentanti delle associazioni attive sul territorio, ha scelto di confermare il netto aumento dei contributi dovuti per l’utilizzo dei centri civici. Va da sé che molte delle realtà che si spendono volontariamente per il bene della nostra città saranno messe in grave difficoltà”, denunciano i consiglieri comunali di Como Patrizia Lissi, Stefano Fanetti, Stefano Legnani ed Eleonora Galli, insieme al segretario cittadino Tommaso Legnani.
“Leggere le cifre è agghiacciante. Basti pensare che in alcuni casi si passa da un contributo di 30 euro annuali per l’utilizzo dei locali a circa 1500, con quote che arrivano a essere, quindi, 50 volte superiori a quelle abituali. Significa che le associazioni dovranno spendere in un anno ciò che prima avrebbero dovuto sborsare in mezzo secolo. È un caso estremo, ma mediamente i costi aumenterebbero dalle 10 alle 30 volte per tutti, a seconda della grandezza degli spazi occupati. Naturalmente comprendiamo che, a fronte di un aumento dei costi di gestione, sia necessario rivedere le tariffe, prima estremamente simboliche, e chiedere un contributo effettivo a chi utilizza gli spazi. Tuttavia, l’aumento previsto dall’Amministrazione appare davvero esagerato per realtà il cui budget non permette di sostenere simili spese” proseguono gli esponenti del PD di Como.
“Eppure l’attuale Amministrazione è la stessa che scriveva nel proprio programma elettorale «il Terzo Settore non sarà più terzo a nessuno. Metteremo chi vuole fare del bene ai nostri cittadini nelle condizioni di operare senza avere assilli economici e/o organizzativi». Letto a pochi mesi di distanza, risulta diametralmente opposto a ciò che sta accadendo. Lo schema somiglia sinistramente a quello già visto per gli asili, dove l’aumento dei prezzi e l’aggiunta di paletti hanno portato alla rinuncia al servizio da parte della gente e, conseguentemente, visto il calo della domanda, alla chiusura e alla vendita. Non vogliamo che ciò si ripeta”.
“Nel prendere una decisione di questo tipo, va tenuto conto del valore sociale delle associazioni e del prezioso contributo, non monetario, ma altrettanto concreto, che forniscono costantemente alla nostra città. L’associazionismo dovrebbe essere considerato come una preziosa risorsa per la comunità e, proprio per questo, tutelato, salvaguardato e agevolato. Ci duole constatare che, non solo queste realtà sono state considerate un costo e, pertanto, sono state pesantemente penalizzate dal provvedimento, ma, oltretutto, il sindaco Rapinese non è stato in grado di ascoltare e accogliere le loro ragioni nell’incontro di questa settimana. Questa incapacità di venire incontro alle esigenze dei suoi concittadini, che dovrebbe rappresentare e aiutare a operare nel migliore dei modi, è l’aspetto che più ci preoccupa. Lo invitiamo, per l’ennesima volta, a rivedere le sue scelte, a beneficio di una categoria che è motore, oltre che motivo di vanto, della città di Como”, concludono.