La Federazione provinciale del Partito Democratico di Como organizza l’evento pubblico dal titolo “Ricominciamo con gli amministratori: dialogo sul futuro dei territori della provincia di Como” in programma per sabato 12 novembre 2022 alle ore 10.00 allo Spazio Diaz di Como, in via Indipendenza 80.  

L’iniziativa intende mettere al centro del dibattito le istanze dei territori e degli amministratori lariani, in vista delle elezioni regionali del 2023. Moderatori dell’appuntamento saranno il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, e il segretario provinciale del PD di Como, Federico Broggi.
Saranno presenti anche Alessandro Alfieri, Senatore, Stefania Bonaldi, già sindaca di Crema dal 2012 al 2022, e Fabio Pizzul, capogruppo PD in consiglio regionale.

In allegato la locandina dell’evento

“La provincia di Como porta tutti i segni di un sistema sanitario regionale che ha abbandonato i cittadini: 74 medici di base mancanti, mesi e mesi per una visita medica specialistica con il pubblico, pronti soccorso sovraffollati. Come se non bastasse, nonostante sia ormai passato un anno dall’approvazione della riforma in Consiglio regionale, delle numerose strutture promesse dalla Regione, solo due sono state attivate: la Casa di comunità in via Napoleona a Como e l’Ospedale di Comunità di Mariano Comense. Ne consegue che i problemi della sanità lariana sono gli stessi di sempre. Sono quelli generati da una medicina di territorio prima smantellata con la riforma promossa dall’allora Presidente Maroni e poi messi in piena luce dalla pandemia” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, a margine dell’evento “La nostra salute prima di tutto” sulla riforma della sanità regionale, tenutosi ieri sera ad Albate, Como.

“La problematica delle liste d’attesa è uno dei nodi più urgenti da risolvere a Como e in tutta la regione. I lombardi spendono due miliardi e mezzo di euro all’anno in media di spesa per visite mediche private: unica soluzione davanti alle liste d’attesa pubbliche infinite. Ritenere, come hanno fatto Fontana e Moratti, un successo 11 mila prestazioni fatte nelle ore serali o festive rispetto ai milioni erogate ogni anno è insulto per i cittadini” continua il consigliere comasco.

“Tra il cittadino e l’ospedale dovrebbe esserci una rete di presa in carico che sia più diffusa e capillare possibile, con quelle case di comunità e quegli ospedali di comunità richiesti dal Ministero della Salute e Agenas. Eppure, a oggi, le aperture di questi nuovi poli vanno a rilento. Spesso l’intervento si riduce a una mano di vernice e una nuova insegna su vecchi presidi. La sanità lombarda va rifondata alla base, con interventi strutturali. A oggi, è fatta di numeri e prestazioni ma ha dimenticato completamente la prevenzione, la cura, l’aspetto socio-sanitario dei bisogni dei cittadini” conclude Orsenigo.

“Ottobre è il mese della prevenzione contro il cancro al seno in tutta Italia. Ma non sul lago di Como, dove il mammografo dell’ospedale di Menaggio è rotto da più di un anno” denuncia il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Lasciate senza alternative, le cittadine della sponda comasca del Lario e delle valli devono affrontare il lungo tragitto verso Como: parliamo di 40 chilometri di strada e più di due ore tra andata e ritorno. Disagi che si sommano ai tempi di attesa infiniti per la prenotazione di una mammografia nelle strutture più centrali: tra i 70 e i 190 giorni che scendono a 20 negli ambulatori privati. Non sono i numeri di un servizio sanitario che previene. Piuttosto è la fotografia di un sistema incapace di declinarsi sul territorio in maniera efficace: cosa ha intenzione di fare Regione Lombardia per ripristinare il servizio di mammografia e soprattutto promuovere la prevenzione? Chiedo chiarezza direttamente alla Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia” dichiara il consigliere comasco, annunciando un’interrogazione formale diretta a Palazzo Lombardia.

“Prevenire significa salvare vite. Ma forse Regione Lombardia non la pensa così e, nonostante le ripetute sollecitazioni dei cittadini che chiedono che l’ospedale di Menaggio torni a servire adeguatamente il territorio, lascia decadere quei servizi che andrebbero a comporre una sanità di territorio che tanto manca nelle aree più disagiate della nostra provincia. Non dimentichiamo che l’Ospedale di Menaggio ormai da mesi non ha un reparto di rianimazione e, da maggio 2022, non ha un reparto di psichiatria funzionante in assenza dei medici specialisti necessari. Mancanza che i bandi regionali non paiono poter colmare. Ciò ripropone un problema strutturale della sanità lariana: i poli più periferici sono sguarniti e servono incentivi per invogliare i giovani medici e specialisti a lavorare in un ospedale come quello di Menaggio. Se releghiamo presidi come l’Erba-Renaldi, l’unico pubblico sulle nostre sponde del lago di Como, a posizioni di second’ordine andiamo a ledere il diritto alla salute di migliaia di cittadine e cittadini lariani” conclude il consigliere.

“La chiusura del reparto di Pediatria e del Pronto soccorso pediatrico del Valduce, dopo la chiusura della terapia intensiva neonatale, è un’altra pessima notizia per Como. Da Regione Lombardia e dall’Assessore Moratti servono risposte: in che modo intende tutelare la città che perde un servizio così importante?” chiede il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, annunciando un’interrogazione rivolta all’assessore al Welfare lombardo.

“È inaccettabile che la città debba rinunciare a un servizio tutt’altro che minore, specie se Regione Lombardia ha mancato di erogare al Valduce rimborsi o pagamenti, alcuni risalenti alla prima fase della pandemia. La chiusura del reparto che serviva i bisogni dei pazienti più piccoli – bambini e adolescenti comaschi –  comporterà poi uno spostamento di utenti verso il Sant’Anna di San Fermo. Così si andrà a pesare inevitabilmente su una struttura pubblica. In un momento in cui parole come “sanità di territorio” e “medicina di prossimità” dovrebbero essere la priorità, la direzione sembra contraria. Serve che l’assessore Moratti sia chiara: cosa intende fare la Regione per tutelare un servizio così importante svolto egregiamente in tutti questi anni dal Valduce?”conclude il consigliere comasco.

“Sulla situazione delle case di edilizia residenziale di Mozzate, Regione Lombardia ha l’opportunità di giocare un ruolo fondamentale e risolutivo acquistando gli alloggi prossimi ad essere messi all’asta, tutelando così gli inquilini” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Dopo diversi incontri avuti con l’amministrazione comunale, da sempre attenta alla difficile questione ereditata dalla giunta precedente, e l’assessorato regionale competente, è stata delineata questa possibile soluzione – continua il consigliere – Se da una parte l’amministrazione Monza è riuscita a riacquistare il patrimonio di edilizia scolastica, serve che la Regione metta a disposizione di Aler le risorse necessarie per rilevare quello di edilizia residenziale comunale, come già è stato fatto con le case INPS di Cinisello Balsamo d’altronde. Già nel 2015, l’allora consigliere regionale del Partito Democratico, Luca Gaffuri, aveva presentato un’interpellanza per richiedere un intervento di Palazzo Lombardia a tutela dei nuclei familiari (alcuni dei quali sono già stati ricollocati dal Comune con soluzioni abitative alternative, negli scorsi anni). Continueremo a lavorare per proteggere gli inquilini, che non hanno colpe, e per trovare una soluzione definitiva a una situazione estremamente complessa”.

“La mia piena solidarietà va alle comunità colpite nuovamente dal maltempo sul lago di Como. Dobbiamo fare tutto il possibile affinché il Lario possa nuovamente vivere con meno ansia gli eventi atmosferici e il maltempo che ormai sistematicamente colpisce la nostra regione e i nostri territori. Per questo serve subito una cabina di regia Stato-Regione e un commissario straordinario per spendere nel miglior modo i fondi per la ricostruzione che deve poi consistere in un sano processo di prevenzione. Se ci sono ritardi che aggravano il rischio per i cittadini questi vanno combattuti” dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.

“Lo denunciano prima di tutto i sindaci: se ci troviamo in una situazione simile a quella del 2021 è perché sono troppo lunghi i tempi per mettere a terra i progetti di manutenzione e di prevenzione del dissesto idrogeologico. Il Governo e Regione Lombardia hanno stanziato i fondi necessari ma gli amministratori si trovano a combattere ogni giorno con una burocrazia che sembra non aiutare: troppo lenta per fare fronte alle emergenze, troppo farraginosa perché permetta da subito la necessaria cura del territorio. Se questo è il tema molto deve cambiare, a partire da una regia condivisa e che vede ad esempio la figura di un commissario straordinario con ampi poteri per utilizzare i fondi a disposizione nella maniera più efficace e veloce possibile. Dobbiamo ricordare che ogni ritardo alimenta la possibilità che al prossimo evento si ripetano disastri e danni già visti. E questo dobbiamo evitare più di ogni cosa” conclude Orsenigo.


“Leggiamo con sorpresa le dichiarazioni del consigliere comunale Cantaluppi e dell’onorevole Fiocchi sulla situazione dei cinghiali sul territorio del Comune di Como. Sembra quasi che Fratelli d’Italia non abbia mai fatto parte della maggioranza a Palazzo Cernezzi né tantomeno della giunta che siede a Palazzo Lombardia. Eppure il problema enorme posto dall’aumento della popolazione di ungulati sul territorio cittadino e provinciale rimane e i danni sono ingenti. Sarà perché il centrodestra non ha mai agito seriamente per risolvere il problema?” si chiedono Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, e Matteo Introzzi, segretario del Circolo Pd “Como Convalle”.

“Oltre che lamentarsi di una inefficacia dovuta ad istituzioni governate anche da FdI, il consigliere Cantaluppi e l’onorevole Fiocchi dovrebbero anche sapere che la caccia non può essere la sola ed unica risposta al fenomeno, ma deve rientrare in un approccio più completo, a 360 gradi. Come evidenziato anche in rapporti di ISPRA, i branchi di cinghiali cacciati si disgregano e si spingono in zone più sicure come le aree antropizzate e i centri urbani, inoltre si alterano i meccanismi di autoregolamentazione delle nascite aumentando la proliferazione e alimentando così il circolo vizioso. L’abbattimento dei capi deve essere quindi da considerarsi all’interno di un processo di regolamentazione che Regione Lombardia non ha mai messo veramente in atto – spiegano Orsenigo e Introzzi – Come al solito la destra si presenta in occasione delle elezioni con soluzioni estemporanee e non efficaci a problemi da lei stessa alimentati, sperando che i cittadini dimentichino l’inefficienza delle medesime forze che ora si pongono come dei risolutori” .

Il Gruppo regionale del Pd ha depositato, questa mattina, durante la seduta di consiglio regionale, una mozione urgente per chiedere alla Giunta di intervenire immediatamente a contrasto della paralisi dei lavori pubblici. “L’aumento continuo dei prezzi delle materie prime, dei carburanti e dell’energia sta compromettendo la possibilità per le imprese edili di tenere fede ai tempi e ai costi relativi ai lavori pubblici in corso. Per questo è necessario che Regione Lombardia intervenga urgentemente per evitare che i cantieri si fermino mettendo a rischio la ripresa economica e la possibilità di garantire viabilità e servizi adeguati ai cittadini”, commenta Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, promotore della mozione che intende rispondere allo stato di allarme del settore edile, su cui Ance Lombardia ha posto l’attenzione nei giorni scorsi. “La situazione per il comparto dell’edilizia è sempre più difficile. La nostra mozione impegna il presidente Fontana e l’assessore competente ad attivarsi urgentemente, anche presso il Governo e le stazioni appaltanti perché si possa procedere a una revisione degli appalti secondo un modello capace di adattare costantemente gli importi alla situazione contrattuale di mercato. La nostra mozione chiede anche un adeguamento immediato del prezzario regionale degli appalti, da riconoscere anche all’interno degli appalti già assegnati limitatamente ai costi ancora da sostenere per ultimare i lavori; effettuare una ricognizione delle opere regionali in fase di progettazione, al fine di valutare se le risorse regionali stanziate siano sufficienti o se sia necessario riprogrammare gli interventi meno urgenti; sostenere con fondi regionali ad hoc e ammortizzatori sociali le imprese e i lavoratori del comparto; realizzare politiche regionali per il settore delle costruzioni volte a sostenere le esigenze di liquidità delle imprese a seguito degli adeguamenti dei prezzi e ad agevolare investimenti che rendano più sostenibili, più economici e meno energivori i processi produttivi”. 

Milano, 22 marzo 2022

Il PD Lombardo lancia mobilitazione SOS Medici di base: oltre 500 banchetti e 1000 volontari impegnati nella raccolta firme per due fine settimana

In centinaia di Comuni e territori lombardi mancano all’appello Medici di Base e Pediatri di libera scelta, con estremo disagio di tutta la cittadinanza ed in particolare delle fasce più fragili. Mezzo milione di persone rischia di rimanere senza un riferimento. Per rispondere al disastro della sanità territoriale, grazie ai 20 anni di Lega in Regione, il PD Lombardo lancia la mobilitazione SOS Medici di base: per due fine settimane in oltre 500 banchetti, organizzati in tutte le province lombarde da oltre 1000 volontari, si raccoglieranno le firme per chiedere alla Regione di garantire una sanità territoriale adeguata alle esigenze della popolazione.

Gli obiettivi li spiega il segretario regionale Vinicio Peluffo: “In particolare – spiega nel dettaglio il Segretario regionale PD Vinicio Peluffo – chiediamo la rilevazione dei bisogni dei cittadini per determinare l’assegnazione dei medici in base alle reali necessità dei Comuni, quartieri e territori lombardi; la sostituzione programmata dei Medici, fatta con largo anticipo, così da non lasciare scoperti centinaia di Comuni, quartieri e territori lombardi; incentivi ad esercitare negli ambiti carenti e nei territori più complessi, mettendo a disposizione dei Medici spazi pubblici inutilizzati e prevedendo bonus finalizzati all’assunzione di personale infermieristico e di segreteria. E ancora: più borse di studio per la formazione dei Medici di Base, proseguendo con una disponibilità che non sia inferiore a quanto attualmente previsto a livello nazionale di 832 unità per la Regione Lombardia e indirizzandosi verso l’equiparazione economica alle borse di specializzazione ospedaliera; semplificare la procedura di “scelta e revoca” del Medico di Base, attivando convenzioni con le farmacie e gli uffici postali; ridurre gli adempimenti burocratico-amministrativi a carico dei Medici di Base e di Pediatri di libera scelta”.

“L’emergenza medici di base nasce da lontano, come denunciamo da quattro anni – spiega il capogruppo del Pd in Commissione sanità Samuele Astuti -. In 15 anni in Lombardia si sono persi 9.500 professionisti tra medici di base e pediatri di libera scelta, ma quel che è peggio è che di questi 5.800 hanno lasciato l’incarico volontariamente, non per pensionamento. Questo perché il sistema sanitario voluto dalla Lega e dai suoi alleati li ha marginalizzati. Non sono stati sostenuti nel proprio compito. Il risultato è che oggi quella che era una grave carenza è divenuta un’emergenza. I medici di base sono 7.000, e ben 2.700 sono vicini alla pensione, mentre gli ambiti scoperti sono già 1.166. Il rischio è che mezzo milione di lombardi rimanga senza”.

“Un quadro drammatico – continua Astuti – che a noi era ben chiaro da anni, tanto che abbiamo presentato in ogni seduta di bilancio atti per chiedere l’incremento delle borse per il corso di formazione e l’equiparazione dell’importo a quello previsto per le specializzazioni ospedaliere, che sono due ostacoli alla formazione di nuovi medici di medicina generale. Tutte proposte respinte dalla maggioranza.”

A questo link è possibile scaricare la scheda ufficiale per la raccolta firme, il volantino dell’iniziativa è invece scaricabile qui.

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