“Il traffico in uscita forzata dall’autostrada A9 per lavori in corso e il forte passaggio in entrata e in uscita dal valico di Ponte Chiasso si ripercuotono da tempo sulla viabilità della zona di Como nord, e in particolare a Monte Olimpino” dichiara il segretario del circolo PD Como Circ. 8 “Elide Greco” Massimo Mancuso.

“L’inquinamento dell’aria riguarda la salute di tutti noi, dell’intero nostro ambiente, ed è facile accorgersi che, quella che stiamo respirando a Monte Olimpino, è tutt’altro che salutare – denuncia – La conferma della presenza di livelli preoccupanti di inquinamento atmosferico nella nostra città viene da rilevamenti effettuati tra febbraio e marzo 2023 in vie a elevata presenza di traffico dal Circolo comasco “Angelo Vassallo” di Lega Ambiente. Rilevamenti poi esposti e analizzati in un dossier a cura dello stesso Circolo, in collaborazione con la sezione di Como di Medici per l’Ambiente, nell’ambito di una campagna organizzata nelle aree cittadine e provinciali di Milano e Roma, dedicata in particolare alla pericolosità del biossido di azoto. In sintesi, risulta che i dati relativi alle polveri sottili PM10 e ad altri dannosi inquinanti, che derivano principalmente dai motori esotermici, hanno più volte superato i limiti previsti dalle normative nazionali ed europee, come purtroppo accade spesso in tutta l’area padana, tra le più inquinate d’Europa”.

“I residenti, esasperati per le code e l’aria pessima, hanno richiesto a più riprese un intervento del Sindaco di Como che, però, si limita a rispondere di non poterci fare nulla – prosegue – Noi, invece, come cittadini nella zona nord della città e appartenenti al Circolo PD – che comprende le zone di Monteolimpino, Sagnino, Pontechiasso e Tavernola – non intendiamo fermarci alla presa d’atto della situazione, ma riteniamo non procrastinabile sollecitare le istituzioni a un’azione più incisiva. La nostra città risulta essere fanalino di coda rispetto agli strumenti di rilevamento, avendo una sola centralina ARPA ubicata in Viale Cattaneo. Pertanto, alla Regione Lombardia chiediamo l’installazione di almeno altre due centraline in città per ottenere maggiore accuratezza dei rilevamenti. Si pensi, per esempio, alla congestionata Via Bellinzona che porta al confine svizzero e alla zona sud che parimenti comporta un numeroso traffico di autoveicoli in entrata e in uscita dalla convalle quotidianamente”.

“All’Amministrazione Comunale chiediamo iniziative adeguate e tempestive a cui le persone risiedono, che lavorano, che si muovono per o verso la città sia con i mezzi che a piedi, che vengono a goderne della bellezza, hanno diritto. Serve un piano ampiamente articolato, basato su una diversa visione della mobilità sia sul territorio cittadino che provinciale e del carico turistico che inevitabilmente acuisce il problema; servono coraggio e un confronto a più voci nel considerare soluzioni a breve e lungo termine già studiate e adottate in territori con una configurazione simile alla nostra città; serve un’opportuna informazione del fenomeno inquinamento che favorisca la diffusione di buone pratiche da mettere in atto avendo tutti, utenti e amministratori, maggiore consapevolezza dei danni provocati, sia alla salute di persone di ogni età sia all’integrità dell’ambiente naturale e artistico, patrimoni dell’intera comunità. Quando siamo bloccati in code interminabili, ovunque e ormai quotidianamente, nel territorio cittadino ed extra urbano, non deve più bastarci imprecare alla mala sorte!” conclude.

Nel tardo pomeriggio di sabato si è verificato un incendio nel palazzetto di Muggiò. Per fortuna i residenti del quartiere – nei confronti dei quali ovviamente siamo a disposizione per quanto possa occorrere – non risultano aver subito danni gravi in conseguenza dell’accaduto.

In tutta quell’area purtroppo il Comune non sembra avere idee concrete e possibili soluzioni in grado di risolvere la situazione di degrado e desolazione presente. Confidiamo che, almeno, si adottino tutti gli strumenti utili ad impedire il verificarsi di altre situazioni potenzialmente pericolose per i residenti del quartiere di Muggiò. Segnali inequivocabili di insicurezza sono, infatti, ben visibili da settimane solo percorrendo la via Sportivi comaschi (la recinzione dal lato del parcheggio divelta in alcuni punti, il cancello aperto a seguito di una forzatura etc…).

Avevamo segnalato questa situazione anche nel Consiglio comunale del 27 marzo scorso, chiedendo all’Amministrazione di verificare e porre in essere ogni iniziativa utile a scoraggiare quei soggetti che volessero approfittare di questa situazione di abbandono e di non controllo.

Francesco Finizio, segretario circolo Pd Como Circoscr. 1 – Albate
Stefano Legnani, Consigliere comunale

“E’ notizia di ieri lo stop al progetto del maxi parcheggio della Ticosa. Il sindaco ha deciso di fare un passo indietro, sulla base del Piano Economico Finanziario presentato da Acinque, svantaggioso per il Comune. Della vicenda stupisce (o forse no), apprendere che Rapinese, dopo aver elogiato e di fatto condiviso il progetto di Acinque durante la conferenza stampa di presentazione del 30 gennaio, affermi ora che il Piano Economico Finanziario sia inaccettabile per l’Amministrazione” dichiarano il Segretario cittadino Daniele Valsecchi e i consiglieri comunali Patrizia Lissi, Stefano Legnani, Stefano Fanetti ed Eleonora Galli.

“Peccato che, in quell’occasione, furono resi noti tutti i dati che ora si contestano: investimento di 27 milioni di euro, dei quali 17 a carico del Comune, a fronte di 30 anni di concessione al privato che incasserebbe tutti i proventi del parcheggio, dell’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico, dell’affitto degli spazi commerciali e di quelli pubblicitari. Un piano che, già allora, era apparso totalmente sbilanciato a favore del promotore” proseguono.

“Ora, per fortuna, se ne è accorto anche il sindaco, che lo ha rispedito al mittente dopo aver dichiarato, però, sempre durante la conferenza stampa, che non vedeva l’ora di approvarlo in Consiglio comunale – concludono – Un noto proverbio dice che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. L’ansia da prestazione del sindaco per far credere ai cittadini che tutto il programma sarà realizzato gli ha giocato un brutto scherzo. Prima di fare annunci pirotecnici, forse, dovrebbe proprio fare i conti della serva, cioè essere molto minuzioso e preciso sulle risorse da impegnare”.

“Nel Consiglio comunale di ieri sera, in sede di approvazione del Piano Economico Finanziario, è stata discussa una nostra proposta di Ordine del giorno, che impegnava il sindaco e la giunta a valutare, in accordo con il gestore del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, la possibilità di decentrare in ulteriori luoghi del territorio comunale, anche con incremento degli orari di apertura, la distribuzione dei sacchi per la differenziata” dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico Stefano Legnani.

“La proposta è nata in seguito a un accesso agli atti, dal quale abbiamo appreso che, negli ultimi anni, solamente una parte dei cittadini, compresa tra il 44% e il 46%, ritira annualmente il kit con i sacchi per la raccolta differenziata dei rifiuti. Vuol dire che rispetto a 56mila utenti, ce ne sono circa 30mila che preferiscono comprarli altrove, per incompatibilità di orari o per impossibilità di recarsi nella decentrata via Somigliana per ritirarli. Il problema è che, pur non usufruendo del servizio, a oggi, da contratto, il Comune paga all’azienda una quantità di kit che, per oltre la sua metà, rimangono alla società che gestisce il servizio rifiuti. Uno sperpero di denaro pubblico, stimabile tra i 300 e i 400 mila euro all’anno, su cui sarebbe il caso di riflettere. E’ chiaro che il sistema va ripensato. Il sindaco in campagna elettorale aveva affermato che avrebbe revocato la gara di appalto; cosa che poi non ha fatto. Potrebbe almeno chiedere al gestore di modificare il contratto prevedendo che il Comune paghi solo i i kit effettivamente consegnati. In attesa dovrebbe quantomeno favorire il ritiro dei cittadini, come da noi richiesto” prosegue.

“Tuttavia, il sindaco ha respinto il nostro ordine del giorno, affermando che, dal prossimo anno, verranno collocati nove distributori automatici di sacchetti – conclude Legnani – Ce lo auguriamo, ma purtroppo significa che, anche per quest’anno, una grande quantità di denaro verrà speso senza ritornare, alla cittadinanza, in forma di servizio” conclude.

“Qualcosa si muove in via Castellini e non potremmo esserne più contenti. A inizio ottobre dell’anno scorso, dopo un sopralluogo in alcuni quartieri della città, avevamo segnalato lo stato di forte degrado in cui riversavano alcuni terreni Aler della zona. Da subito ci siamo attivati, anche grazie al lavoro costante del circolo di Como Convalle e al supporto dei Consiglieri, per chiedere un tempestivo intervento di recupero. Lo abbiamo fatto dopo aver parlato con la cittadinanza, in incontri pubblici in cui abbiamo raccolto le istanze dei residenti” dichiarano il consigliere regionale Angelo Orsenigo, il Segretario cittadino del PD Daniele Valsecchi e il Segretario del circolo PD di Como Convalle Alessandro Rossi, commentando l’esito di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale comasco e diretta alla giunta e all’assessore competente per fare chiarezza sulla questione dei terreni di via Castellini 

“Oggi possiamo finalmente annunciare che Aler Como ha attivato la procedura di affidamento dei lavori per la pulizia e la sistemazione dell’area, volti a garantirne la messa in sicurezza e il ripristino di uno stato decoroso, in attesa di una sua futura e auspicata riqualificazione. Si tratta di un primo importante passo, a cui ci auguriamo possa seguire un’adeguata valorizzazione di uno spazio con grandi potenzialità. A quanto ci è dato sapere, esistono già alcune ipotesi progettuali agli atti di Aler, che sta tenendo monitorate le possibilità di finanziamento con l’obiettivo di giungere alla riqualificazione dell’area”.

“Il Partito Democratico di Como rinnova l’impegno a vigilare sull’effettivo ripristino del decoro urbano e al futuro mantenimento dello stesso, nell’attesa di un progetto che possa nuovamente dare una funzione d’uso ai terreni. Continueremo a lavorare al fianco dei cittadini affinché, in via Castellini come altrove, si possa vivere una città sempre più bella e vivibile. Noi ci siamo” concludono i Dem lariani.

“Il Palio del Baradello è una delle più importanti tradizioni della nostra città. La notizia dello sfratto dai locali di via Giussani (tanto per cambiare, senza che il sindaco si sia preoccupato prima di trovare un’alternativa), ci ha spinti ad accogliere l’appello degli organizzatori e a pensare ad alcuni spazi alternativi in cui depositare le attrezzature dei figuranti” dichiarano i consiglieri comunali del PD Patrizia LissiStefano LegnaniEleonora Galli e Stefano Fanetti.

“Tra le varie ipotesi che ci sono venute in mente, ci sono i locali dell’ex ospedale Sant’Anna, rimasti inutilizzati, oppure quelli al di sotto del vicino autosilo Val Mulini. Visti i recenti fatti di cronaca, inoltre, qualora ci fosse la possibilità di garantire immediatamente la giusta sicurezza ai materiali, si potrebbe pensare anche all’ex bar del Politeama, che tornerebbe, dopo tempo, ad avere un ruolo utile alla cittadinanza, in attesa di un progetto per la sua riqualifica. Chiediamo dunque al sindaco e a Regione Lombardia di vagliare le possibilità di loro competenza, al fine di trovare al più presto una sistemazione alternativa per le attrezzature del Palio”.

È passato un anno da quando il sindaco ha annunciato trionfante la “fine del cinema”. Con queste parole, in uno dei suoi classici video, aveva presentato ai cittadini l’acquisizione a pieno titolo del Politeama da parte del Comune. Mai, però, ci saremmo aspettati che quel “fine del cinema” avrebbe significato, in realtà, un cambio di destinazione d’uso: da ex luogo in cui andare a vedere dei film, purtroppo chiuso da quasi 20 anni, a magazzino per oggetti rubati.

Già, perché per quanto Rapinese avesse annunciato immediati interventi di restituzione del decoro all’edificio, questo è ciò che il Politeama è diventato nell’ultimo periodo e ciò che è stato scoperto ieri dalle forze dell’ordine. Purtroppo, a seguito di quella firma, non è più stato fatto nessun passo avanti. A dicembre, in Consiglio comunale, è stato approvato il Bilancio finanziario del triennio 2024-2026, nel quale l’Amministrazione comunale ha previsto di stanziare 5 milioni per il recupero dell’ex cinema. Tuttavia, per stessa ammissione della maggioranza, si trattava di una cifra campata in aria, in quanto non esiste un progetto né tantomeno uno studio di fattibilità per il recupero. Ricordiamo, dunque, al sindaco e al suo gruppo che non basta acquistare il Politeama per renderlo magicamente un luogo sicuro e decoroso. Servono idee lungimiranti, serve una visione d’insieme della città, che questa Amministrazione non ha ancora dimostrato di avere.

PD e Svolta Civica

“Il sindaco delle chiusure colpisce ancora. Nonostante la notizia fosse stata data già tempo fa, quella di ieri è stata una giornata particolarmente triste in quanto è stato chiuso, definitivamente, il cancello della Bocciofila Combattenti e Reduci” dichiarano il Segretario cittadino del PD Daniele Valsecchi e i consiglieri comunali Patrizia LissiStefano LegnaniEleonora Galli e Stefano Fanetti.

“A perdere non sono solo gli anziani che si sono susseguiti per 76 anni di onorata storia, come ricordato dal presidente. Perdiamo tutti: noi, cittadini, Amministrazione comunale. Perdiamo un pezzo della nostra storia, un luogo divenuto simbolo di socialità e di valori condivisi che nessuno degli sforzi profusi dall’associazione, così come da noi in Consiglio comunale, è riuscito a preservare”. 

“Il nostro pensiero e la nostra vicinanza vanno a tutti coloro che erano soliti frequentare la bocciofila e che, da oggi, non hanno più un luogo in cui incontrarsi, socializzare, passare del tempo insieme. Già, perché a fronte della chiusura, l’Amministrazione non si è nemmeno preoccupata di fornire una valida alternativa. Dei pomeriggi in via Balestra resteranno soltanto ricordi, fotografie e immagini del tempo che fu, strappato via da un sindaco, ancora una volta, incapace di ascoltare i bisogni e le richieste dei propri cittadini”.

Le immagini dell’inaugurazione del nuovo pezzetto di lungolago, anche a un paio di giorni di distanza, continuano a sembrarci stonate e grottesche, di fronte alla storia recente della nostra città.

C’è poco da festeggiare, non c’è nessun successo da proclamare. Ogni riapertura, più che altro, dà l’impressione di ricucire un pezzetto di una delle ferite che Como porta dentro di sé. Farla passare per un trionfo, sembra come brindare per un cerotto applicato sulla pelle sbucciata. È grottesco vedere il sindaco Rapinese insieme ai vertici di Regione Lombardia perché ritorna alla mente le parole dell’ attuale primo cittadino, che diceva che non avrebbe mai partecipato e, invece, ora si fa bello per traguardi per i quali non ha alcun merito. 

Appaiono grottesche anche le parole dell’ ex sindaco Bruni che, ora, presente alla cerimonia, afferma incredibilmente che il muro della discordia non è mai esistito. Lo abbiamo visto tutti quel muro. 

Noi abbiamo deciso di tenere un profilo più basso evitando inutili festeggiamenti per la riapertura di qualche metro di marciapiede. Lo sfregio rimane, indelebile.

Le istituzioni