“Se la Giunta Rapinese ha intenzione di approvare il regolamento di Polizia urbana senza modifiche rischia di mettere in crisi le imprese private che si occupano di manutenzione del verde sul territorio comunale” dichiarano i consiglieri comunali del Partito Democratico, Stefano Legnani e Gabriele Guarisco.
“Basta scorrere la bozza per cogliere, all’articolo 13, che dal primo di ottobre fino al 31 marzo i lavori di taglio del verde potrebbero essere svolti dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00, durante la settimana. Nei weekend l’inizio dei lavori può avvenire solo alle 10.00 fino alle 12.00 e dalle 16.00 fino alle 17.00. Nel periodo estivo da aprile fino alla fine di settembre, dal lunedì al venerdì, si può lavorare solo dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 21.00. Nel weekend gli interventi sul verde sono previsti dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 21.00. Basterebbe confrontarsi con un qualsiasi addetto del settore per sapere che, di norma, gli orari di lavoro sono 8.00-12.00 e 13.00-17.00: il nuovo regolamento, da una parte, taglia le ore a disposizione durante l’inverno e costringe a lavorare fino a tardi d’estate” commentano i consiglieri Dem.
“Oltretutto l’articolo, così come proposto, non tiene conto delle differenze tra apparecchi a motore a scoppio e apparecchi elettrici, che sono molto meno rumorosi.  Infine – concludono Legnani e Guarisco – se la norma vuole davvero tutelare il riposo dei cittadini, perché non viene applicata anche alla manutenzione delle aree pubbliche confinanti con edifici residenziali? Ci aspettiamo che su questa e sulle altre – tante – incongruenze del regolamento la maggioranza sia pronta a confrontarsi con l’opposizione”.

La Camera ha approvato definitivamente la riforma del sistema di formazione professionale post diploma, con la quale si istituisce il Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore, di cui sono parte integrante gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), su cui il Pnrr ha investito 1,5 miliardi di euro in 5 anni, dal 2022 al 2026, al fine di aumentare il numero degli iscritti ai percorsi e di potenziare le strutture esistenti.

Gli ITS (da non confondere con gli ITIS, cioè igli istituti tecncici industriali statali, ovvero percorsi scolastici superiori), sono dei percorsi di formazione professionale post-diploma di maturità con durata biennale o triennale, che puntano alla specializzazione tecnica in sinergia, con il mondo imprenditoriale e il sistema universitario.

La finalità della legge è quella di promuovere l’occupazione, in particolare giovanile”, e di rafforzare le condizioni per lo sviluppo di “un’economia ad alta intensità di conoscenza”, per la competitività e per la resilienza, a partire dal riconoscimento delle esigenze di innovazione e sviluppo del sistema di istruzione e ricerca, in coerenza con i parametri europei.

Con le norme approvate oggi gli ITS cessano di essere una sperimentazione su base locale, diventando un sistema nazionale, dei centri di alta formazione come “motore di eccellenza e occupazione”. Cambia il nome, non più solo ITS ma ITS Academy, e cambia il significato dell’acronimo ITS, non più istituti tecnici superiori ma istituti tecnologici superiori. Inoltre, si arricchiscono i percorsi di studio con particolare attenzione a quelle che sono le «principali sfide e linee di sviluppo attuali, dalla transizione ecologica e digitale alle nuove tecnologie per il Made in Italy, dalla mobilità sostenibile alla competitività di settori come i beni artistici e culturali e il turismo”.

Il potenziamento dell’offerta formativa passerà anche per la ridefinizione dei requisiti dei docenti, oltre che per il rafforzamento della spendibilità del titolo di studio al termine del percorso. Nel caso dei percorsi triennali il titolo di studio verrà equiparato a una laurea di primo livello. Verrà istituito un organismo che si occuperà del coordinamento nazionale delle azioni per lo sviluppo del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, il tutto con l’intesa delle regioni.

Viene inoltre modificata ache la governance degli ITS Academy che per legge si costituiranno in fondazioni di cui faranno parte, “quale standard organizzativo minimo”: almeno un istituto di scuola secondaria di secondo grado, statale o paritaria, ubicato nella provincia ove ha sede la fondazione; una struttura di formazione regionale; una università o un’accademia o un ente di ricerca; una o più aziende, gruppi, consorzi e reti di imprese del settore produttivo che utilizzano le tecnologie che caratterizzano l’ITS Academy.

Quello approvato ieri è un provvedimento molto importante per il sistema Italia che come Partito Democratico crediamo possa sviluppare una formazione, soprattutto di giovani, basata sull’alta conoscenza e competenza tecnica, collegata alla trasformazione e innovazione europeadigitale e green, che sia in grado di rimediare, almeno in parte, al disallineamento cronico fra domanda e offerta di lavoro da parte del mondo delle imprese.

L’annuncio della multinazionale tedesca Henkel di voler chiudere l’unità produttiva di Lomazzo entro il prossimo giugno 2021 è una decisione che sorprende e sconforta un intero territorio e che soprattutto getta nell’incertezza lavorativa i 150 dipendenti e le loro rispettive famiglie, ai quali esprimo tutta la mia solidarietà.

In un momento già duro per gli effetti che la pandemia da Covid-19 sta causando al tessuto produttivo locale e nazionale, la decisione annunciata dei vertici della multinazionale tedesca Henkel di chiudere lo stabilimento di Lomazzo, se fosse definitivamente confermata, avrebbe un impatto economico e sociale devastante.

Da parte mia e del Partito Democratico la massima attenzione affinché si trovino margini di intervento per cercare di risolvere i problemi che hanno portato ad una così drastica e fulminea decisione.

E’ importante lavorare insieme per cercare di superare, con spirito di responsabilità e disponibilità di tutti, le difficoltà del fare impresa oggi e ricompattare quella comunità di lavoro fatta di dirigenti, dipendenti e operai che per 87 anni ha continuato ad operare sul territorio, diventando parte della storia economica e industriale della nostra collettività.

“La chiusura dello stabilimento Henkel di Lomazzo, annunciata oggi dall’azienda e prevista per giugno, è un’eventualità grave che avrà un impatto sociale ed economico disastroso per la nostra provincia. Per questo ho richiesto che l’azienda venga convocata urgentemente in Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia, insieme ai sindacati, per poter aprire un confronto che prima di tutto eviti la chiusura e protegga i 150 lavoratori a rischio licenziamento” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico.

“Davanti a questa emergenza, il compito di Regione Lombardia e il dovere di politica e istituzioni deve essere quello di mediare tra le parti coinvolte nella vicenda. L’epilogo non può e non deve essere il licenziamento dei lavoratori attualmente impiegati in Henkel o negli appalti connessi allo stabilimento. Non possiamo lasciare centinaia di famiglie da sole e in estrema difficoltà, specialmente in un momento di crisi così forte come quello che stiamo passando” conclude il consigliere comasco.

L’occupazione registrata in Italia a dicembre torna a scendere e la caduta colpisce quasi esclusivamente le donne: su 101mila occupati in meno nel mese di dicembre, 99mila sono donne e 2mila uomini.

Non va meglio nel confronto annuale: in 12 mesi la perdita è di 444.000 unità composte da 312.000 donne e 132.000 uomini. Anche in questo caso, quindi, c’è una forte prevalenza a discapito delle donne, anche se meno pronunciata rispetto al raffronto mensile, tra novembre e dicembre 2020.

Dati preoccupanti diffusi oggi dall’Istat che confermano come a pagare maggiormente le conseguenze economiche della crisi pandemica da Covid-19, in termini di posti di lavoro, sono ancora una volta le donne.

E se consideriamo che il tasso di occupazione femminile in Italia si attesta intorno al 48,5% mentre in Europa è del 62,5%, allora il quadro occupazionale si fa a dir poco allarmante.

Come Partito Democratico abbiamo lavorato affinché il Recovery Plan assuma l’occupazione femminile e giovanile come asse portantetrasversale di tutti i progetti. E anche in queste ore, al tavolo sul programma di legislatura convocato dal presidente della Camera, Roberto Fico, affrontando il tema del lavoro, la nostra delegazione ha posto come centrale il tema della parità salariale e della piena occupazione femminile, oltre che dell’esigenza di un ammortizzatore universale.

Aspetti fondamentali che il prossimo Governo dovrà affrontare al più presto.

I cinque dipendenti a rischio licenziamento che sono attualmente impiegati da Consorzio Stabile GAS come personale del Ferrotel di Chiasso siano integrati nell’organico di Ferservizi o altre società del gruppo Ferrovie dello Stato.

Il loro esubero, comunicato negli scorsi giorni, è contrario al blocco del licenziamenti previsto dal Governo con il Decreto Rilancio dello scorso marzo e la proroga arrivata lo scorso agosto. In questo momento di crisi, è imperativo aiutare quanti più lavoratrici e lavoratori possibile a scampare a disoccupazione e incertezza economica. Per questo tengo ad esprimere la mia solidarietà e supporto per il personale Ferrotel e per Cisl dei Laghi che si sta battendo perché i diritti non vengano calpestati. Parliamo di persone con esperienza di camerieri ai piani e addetti alle pulizie: percorsi professionali che certamente possono costituire una risorsa per Ferrovie dello Stato.

E’ quindi possibile che Ferservizi, la cui responsabilità nella vicenda è chiara vista la decisione di chiudere la struttura di Chiasso, non sia in grado di integrare cinque lavoratori dal futuro minacciato e dall’esperienza certamente utile? La risposta è semplice: si faccia il possibile per trovare un accordo e tutelare chi chiede semplicemente di poter continuare a lavorare.

Angelo Orsenigo

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