Carissime e carissimi,

sono passati pochi giorni dal voto che ha sconvolto gli equilibri politici italiani ed europei e sento la necessità di rivolgermi a ciascuno di voi per ringraziarvi dello straordinario impegno profuso in questa durissima campagna elettorale.

Abbiamo perso. Ne usciamo con un risultato insufficiente, ma ne usciamo vivi. E sulle nostre spalle c’è oggi la responsabilità di organizzare un’opposizione seria alla destra.

Abbiamo il tempo e abbiamo la forza morale, intellettuale e politica per rimetterci in piedi. Le basi per ripartire ci sono. Pur avendo subito la concorrenza di chi ci ha preso di mira con inusitata asprezza, con il dichiarato obiettivo di mettere in discussione la nostra stessa esistenza in vita, siamo il secondo partito italiano, la forza guida dell’opposizione e uno tra i maggiori partiti riformisti e progressisti europei. E ciò in un contesto nel quale tutte le forze politiche principali, tranne FdI, hanno perso molti o moltissimi consensi rispetto alle precedenti elezioni politiche. Oppure ottenuto risultati molto inferiori rispetto ai proclami.

L’esito di queste elezioni è stato segnato dall’impossibilità – non torno qui sulle responsabilità – di presentarci con un quadro vasto di alleanze. La legge elettorale, profondamente sbagliata e che abbiamo provato invano a cambiare, favorisce chi le realizza. La destra, pur con tutte le sue divisioni, si è coalizzata e ha prevalso nella stragrande maggioranza dei collegi uninominali, ottenendo così la maggioranza dei seggi in Parlamento. Ad essa non corrisponde una maggioranza nel Paese: ciò accresce il nostro dovere di organizzare una opposizione dura e intransigente sui valori e sulle politiche, sempre nell’interesse generale dell’Italia e delle istituzioni repubblicane.

Allo stesso tempo, in questa campagna scandita da insidie e veleni, si sono manifestati evidenti i limiti della nostra proposta ed è emersa una mancanza molto grave di capacità espansiva nella società italiana. Sono limiti che ci obbligano a un confronto serissimo e sincero tra di noi.

Perché il Pd, per sua stessa natura, deve essere un partito espansivo e largo. Se manca questa aspirazione entra in crisi la sua ragione d’essere. Per questo dobbiamo essere pronti a rimettere tutto in discussione. Ora possiamo farlo, dopo potrebbe essere troppo tardi.

Fermarsi a enunciare le tante, pur legittime, ragioni consolatorie per un risultato che comunque ci assegna il ruolo di guida dell’alternativa sarebbe sbagliato. Non è questo l’atteggiamento col quale ho voluto interpretare il mio compito di guida del PD. E non sarà questo il modo con cui vivrò questa fase.

Quel che vi propongo è di accettare di entrare in profondità nei problemi per risolvere i nodi che ci bloccano e poi, a partire da questo sforzo genuino e determinato, di scegliere insieme la nuova leadership e il nuovo gruppo dirigente.

Abbiamo bisogno di un vero Congresso Costituente. Per questo vi chiedo di partecipare con passione e impegno, accanto ad altri che spero vorranno raggiungerci per fare insieme un percorso che, come proporrò alla Direzione convocata per la prossima settimana, dovrebbe essere articolato in quattro fasi.

La prima sarà quella della “chiamata”. Durerà alcune settimane perché chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall’esperienza della lista “Italia Democratica e Progressista”, possa iscriversi ed essere protagonista in tutto e per tutto.

La seconda fase sarà quella dei “nodi”. Consentirà ai partecipanti di confrontarsi su tutte le principali questioni da risolvere. Quando dico tutte, intendo proprio tutte: l’identità, il profilo programmatico, il nome, il simbolo, le alleanze, l’organizzazione. E quando parlo di dibattito profondo e aperto, mi riferisco al lavoro nei circoli, ma anche a percorsi di partecipazione sperimentati con successo con le Agorà Democratiche.

La terza fase sarà quella del “confronto” sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente. Un confronto e una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori.

Infine, la quarta fase, quella delle “primarie”. Saranno i cittadini a indicare e legittimare la nuova leadership attraverso il voto.

Tutto può svolgersi a regole vigenti. E quindi può iniziare rapidamente. È un percorso aperto che può e deve coinvolgere, oltreché i nostri mondi di riferimento, anche il paese intero, dimostrando a tutti la forza e l’utilità di un partito-comunità, contrapposto ai tanti partiti personali che abitano oggi la nostra scena politica.

Infine, è un percorso che concilia l’urgenza di affrontare i nostri problemi con la indispensabile rigenerazione del gruppo dirigente. Contenuti forti e volti nuovi sono entrambi necessari. Gli uni senza gli altri rischiano di trasformare il Congresso in un casting e in una messa in scena staccata dalla realtà e lontana dalle persone. Se non li bilanciamo con attenzione, ci trasformiamo definitivamente nelle maschere pirandelliane che evocai nel mio ormai lontano discorso del 14 marzo 2021.

So che vogliamo tutti evitare questo epilogo. So che vogliamo tutti arrivare presto a un nuovo PD e a una nuova leadership.

Se ci muoviamo insieme in questa direzione, con coraggio e tempismo, dimostreremo di essere capaci di tornare in sintonia con le attese del Paese.

Vi chiedo di credere in questo progetto e di esserne protagonisti attivi seguendo le indicazioni che usciranno dal dibattito della Direzione convocata per giovedì 6 ottobre.

Vi chiedo soprattutto di avere fiducia nel “noi collettivo” che è molto meglio della somma dei tanti io. Questa è la grande forza del Partito Democratico. Questa è la nostra missione.


“Chiediamo con forza al Governo di inserire il mondo del Terzo Settore e delle RSA nel decreto aiuti ter che verrà fatto nelle prossime ore. Lo abbiamo fatto ieri in Aula alla Camera e lo ribadiamo oggi da Padova, luogo emblematico del Terzo Settore. Perché ci sono delle realtà che hanno costi pazzeschi di luce, con effetti drammatici che si ripercuotono su persone e famiglie fragili”. Così il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, a Padova, dopo aver visitato la cooperativa Giotto, una realtà che aiuta il reinserimento delle persone che sono nelle carceri. Un invito a lavorare per spiegare bene le proposte del Pd e i perché del rilievo attribuito loro nel programma. Eccole, nel dettaglio:

– Semplificazione e “adempimenti zero” per le associazioni piccole e i gruppi meno formali, che dovranno comunque garantire di tenere verbali e rendiconti a prova della loro democrazia e attività non profit, pur senza dover obbligatoriamente fornire documentazione specifica oltre a un’autodichiarazione.
– Vincolo di presenza nei tavoli di programmazione delle politiche pubbliche dove si concertano le decisioni e sostegno anche economico delle rappresentanze del Terzo settore, come proposto dalle norme europee.
– Stage e collaborazione con le scuole per fare esperienza di educazione civica nelle associazioni.
– Eliminare l’obbligo Iva previsto dal 2024 e ridurre al pari delle imprese l’Irap.
– Limiti ai “bandifici” e passaggio a una reale co-programmazione pluriennale dei fondi e delle politiche nei quali si è coinvolti.
– Completamento del percorso per la realizzazione del RUNTS (Registro Unico Terzo Settore).
– Promozione e valorizzazione delle prassi collaborative e di “amministrazione condivisa” introdotte dall’art. 55 del D.Lgs 117/17 (co-programmazione e coprogettazione) e loro recepimento anche dal PNRR nei rapporti tra Terzo Settore e PP.AA.
– Armonizzazione delle nuove norme di Riforma dello sport con il codice del Terzo Settore: le nuove norme sullo sport, diversamente da come è stato sinora, rendono infatti assai problematico per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) l’adozione della qualifica di ETS (Ente del terzo settore)
– Per garantire i servizi alla persona erogati dagli Enti del Terzo Settore, al pari delle imprese, prevedere contributi a fondo perduto per far fronte sia alle perdite registrate nelle due ultime annualità sia per sostenere i costi relativi alla progressiva ripresa delle attività, servizi e prestazioni.
– Introdurre un fondo di sostegno agli enti del terzo settore per coprire i maggiori oneri derivanti dal previsto aumento delle bollette energetiche, nonché per coprire gli altri costi generali.
– Prevedere anche il ristoro per i maggiori costi che ancora verranno sostenuti per lo svolgimento delle attività (ad es. il fondo di sostegno per i centri diurni introdotto nel 2020).
– Sostegno economico alle reti associative di cui all’art. 41 CTS, punti centrali per lo sviluppo del Terzo settore.
– Promozione del diritto di accesso alla cultura anche attraverso una disciplina organica delle imprese e delle associazioni culturali e artistiche.
– Promuovere la capitalizzazione delle imprese sociali: per ogni euro di capitale sociale raccolto da privati lo Stato garantisce un analogo importo sottoscritto, attraverso un fondo dedicato.
– Istituzione di un Fondo nazionale dedicato al sostegno di iniziative di coprogettazione tra pubblica Amministrazione ed enti del terzo settore per il recupero a pubblica utilità degli immobili inutilizzati o sequestrati alle mafie. Il Fondo dovrà coprire, almeno in parte, i costi di elaborazione, progettazione e costruzione, oltre all’effettiva applicazione del social bonus.
– Estensione anche alle iniziative imprenditoriali del social bonus, che istituisce un credito d’imposta per chi dona a favore del recupero d’immobili pubblici.
– Estensione dei campi in cui opera il terzo settore, considerando come attività d’interesse generale le iniziative su base comunitaria per la valorizzazione delle aree interne e montane.
– Occorre estendere progressivamente il Servizio civile a tutti i giovani che fanno domanda. Oggi solo un terzo dei giovani che fanno richiesta di servizio civile possono svolgerlo. Serve stabilizzare le risorse stanziate, per coprire tutte le candidature, e una decisa semplificazione delle procedure.
– È necessario prevedere un sostegno economico alle reti di secondo livello e agli organismi di rappresentanza nazionale, sostenendo questa preziosa capacità di auto coordinamento.
– Occorre coinvolgere il terzo settore, con le sue diverse articolazioni (di dono, di reciprocità, di offerta di beni e servizi), nel sistema delle cure, specie nella cura dei malati cronici.

Giovani, agorà democratiche, green pass, spinte migratorie verso l’Europa: sono alcuni dei principali argomenti toccati dal Segretario Nazionale del Partito Democratico, Enrico Letta, in visita a Cernobbio oggi, sabato 4 settembre.

“Siamo l’architrave di responsabilità di questo governo. Semplicemente non è possibile essere pro e contro il green pass – ha detto letta, commentando il recente dibattito parlamentare sulla certificazione verde, misura sulla quale il segretario si è espresso dichiarando – La nostra linea sul green pass e le vaccinazioni non può essere puramente coercitiva. Il paese deve maturare la convinzione che se siamo tutti vaccinati tutto può continuare a funzionare. Abbiamo bisogno di convincere le persone anche perché dobbiamo garantire ai nostri ragazzi di poter tornare a scuola in presenza. Se potessi esprimere un desiderio, ecco, sarebbe un anno di scuola in presenza senza interruzioni”

Sulle agorà democratiche, un modello di confronto democratico diretto distintivo della segreteria Letta,  ha dichiarato: “Abbiamo scelto le agorà per invertire la piramide e ripartire dalle persone. Molti altri partiti in Italia sono il loro capo. Noi no: noi abbiamo deciso di aprirci. È un tentativo di democrazia diretta mai fatto in Italia. Come Pd possiamo renderlo vincente. La politica è stare sul territorio, con le persone, e portare avanti le idee”.

Letta si è espresso anche sulla crisi Afghana: “È una situazione difficilissima, specie ora che il Paese si è richiuso. Chiediamo i corridoi umanitari per permettere a chi vuole lasciare l’Afghanistan di poterlo fare ma serve l’intervento dell’Europa. Un ringraziamento va alle forze armate italiane che con l’operazione “Aquila omnia” sono riuscite ad evacuare 4900 persone”. Sul tema migratorio, il segretario ha poi detto: “Dobbiamo chiedere una vera e propria politica migratoria a livello europeo in grado di tenere i rapporti con i paesi terzi, superando il trattato di Dublino. Per arrivare a questo obiettivo abbiamo bisogno di fare un passo in avanti, serve un voto all’unanimità, il voto di maggioranza non è sufficiente.

“Il nostro partito vuole approfittare i problemi nella loro complessità senza slogan semplici – ha aggiunto Letta in conclusione – Oggi a Porta torre, di slogan facili ne troverete”.

“Oggi il confronto con Salvini e la Lega non è più perdente – ha aggiunto il segretario provinciale del Partito Democratico di Como, Federico Broggi – il punto evidente è la sua assenza di contenuti. Sul green pass il governo deve avere una posizione univoca. Non è accettabile essere prima pro e poi contro. La Lega deve essere stanata e messa davanti alle proprie posizioni contraddittorie. È Inaccettabile andare dietro i no vax”.

Con 860 voti a favore, 2 contrari e 4 astenuti l’Assemblea nazionale del PD ha eletto Enrico Letta, Segretario nazionale del Partito Democratico.

“La candidatura di Enrico Letta alla segreteria nazionale del PD è stata sottoscritta da 713 membri dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico”, lo ha annunciato la presidente del partito, Valentina Cuppi, alla ripresa dei lavori, lasciando la parola a Letta.

Mi candido a nuovo segretario ma so che non vi serve un nuovo segretario: vi serve un nuovo PD. Dobbiamo essere progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicali nei nostri comportamenti.

Io scelgo il partito perchè ritengo che questa sia la sfida essenziale per l’Italia ma anche per l’Europa. Dobbiamo fare un partito con le porte aperte. Io arrivo da persona libera che ha imparato che la vita è molto bella ed è piena di sorprese. Lascio tutti gli incarichi che avevo con retribuzione ma tengo la presidenza, non retribuita della fondazione Delors. Non arriva qui un segretario sulle ali dell’esaltazione di quelli che lo osannano. Sono qui per fare le cose. E citando Nino Andreatta: ‘Non c’è nulla di più sovversivo della verità’”.

“Sono stati giorni complessi e complicati. Ringrazio e saluto Nicola Zingaretti: a lui mi lega lunga e grande amicizia. Un rapporto importante di sintonia. Abbiamo fatto tante cose insieme e tante cose insieme faremo. Ti ringrazio di avermi cercato, lavoreremo insieme, è un onore succederti. Abbiamo un carattere abbastanza simile, ci capiamo al volo”.

L’anno più buio della storia repubblicana

Questo è l’anno più buio della storia repubblicana. E’ scesa la speranza di vita. Gli anziani soli, lo smarrimento, le famiglie che hanno perduto i loro cari. Il mio pensiero va ai 100 mila morti negli ultimi 12 mesi a causa del Covid. Il mio pensiero va a tutti coloro che hanno svolto una funzione fondamentale”, ha aggiunto ricordando che “in questo periodo terribile sono nati anche tanti segnali di speranza”.

“Il mio pensiero va al personale sanitario, ai rappresentanti dello stato, la loro dedizione è stata ed è fondamentale. Penso al mezzo milione di italiani che hanno perso il lavoro, a loro noi guardiamo cercando le migliori soluzioni per il loro futuro”, ha aggiunto.

“Mi viene in mente la frase di Papa Francesco che dice che vorrebbe un mondo che sia un abbraccio fra giovani e anziani”. E ancora: “Da solo nessuno si salva. Ce lo ha detto il Papa. “Noi siamo per il primato della scienza, la collaborazioni tra Paesi e istituzioni. L’immagine di Mattarella, il Presidente della Repubblica a cui va il mio saluto più affettuoso, che si vaccina in coda è l’immagine della speranza”.

“Noi siamo vicini alla liberazione. Sappiamo che fino all’estate ci aspetteranno nuovi lutti e sofferenze. Ma siamo di fronte a uno sforzo finale e speriamo che la liberazione che avverrà, avverrà grazie alla scienza, al vaccino e alla cooperazione tra Paesi, ricercatori e istituzioni”.

Donne

“Quello della rappresentanza di genere è un problema non solo nostro. E’ un problema generale ed è un problema assurdo. Ieri sera mi è arrivata la notizia assurda che la candidatura di Cecilia Malmstrom a capo dell’Ocse è saltata. Lo stesso fatto che sia qui io e non una segretaria donna dimostra che esiste un problema sulla parità di genere. Io metterò al centro il tema delle donne“.

Parole d’ordine partecipazione e giovani

Domani presenterò un vademecum di idee che verrà inviato ai Circoli per aprire una discussione nelle prossime settimane. La discussione – ha poi chiarito-  proseguirà anche nella prossima Assemblea nazionale del partito, chiamata a fare una sintesi.

La parola chiave è partecipazione, se mi eleggerete sulla partecipazione lavorerò come segretario”. E poi l’idea di mettere insieme l’anima e il cacciavite. “La nostra politica deve essere questo. Metterle insieme e non staccarle mai. Se siamo solo anima, non possiamo cambiare le cose. Dobbiamo sapere qual è la vite da girare. A usare questa immagine, ha aggiunto Letta, sono stati Romano Prodi e Jacques Delors“.

Giovani

“I giovani saranno al centro della mia azione, ed in particolare sui temi della scuola e dell’istruzione. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno e consentire a tutti di completare gli studi. Dobbiamo investire sulla modernizzazione mettendo i giovani al centro”, ha chiarito ricordando che “dobbiamo essere il partito che fa parlare i giovani e non che parla dei giovani. Solo se coinvolgeremo i giovani potremo dire di aver vinto. Se non ce la farò avrò perso la mia sfida qui. Per questo voglio mettere insieme un’università democratica, mettere insieme tutte le energie e le forze che abbiamo. Sarebbe molto importante che questo del governo Draghi, sia il periodo per far nascere la normativa di civiltà dello Ius soli, che io rilancerò. Voglio fare una battaglia sul voto ai 16enni, anche se è una battaglia divisiva, complicata, ma dobbiamo allargare il peso dei giovani nella società”.

Europa

“L’Europa è la nostra casa e l’Europa del 2020 è quella che ci piace con al centro la solidarietà il lavoro ed il pilastro sociale. Ma dobbiamo cambiare ancora l’Europa e fare quelle scelte che migliorino la democrazia europea. Il Next Generation Eu è il primo impegno sul fronte Europeo: noi dobbiamo fare una battaglia perchè il patto di stabilità europeo può essere basato su criteri solo finanziari o basato sui criteri della sostenibilità, verde e sociale. Altro grande impegno è quello dell’Europa Sociale. Non dobbiamo lasciare nessuno da solo, il mondo degli esclusi è quello su cui dobbiamo lavorare di più. L’Europa dei diritti è il nostro orizzonte e il nostro tratto distintivo”. Inoltre ha ribadito l’impegno del PD nei confronti di Patrick Zaki: “Vogliamo che diventi cittadino italiano e cittadino europeo: riteniamo che questo sia un segnale fortissimo ad un Paese che ha violato i diritti e che ha portato alla morte di Giulio Regeni, e su questo faremo una battaglia fino in fondo”.

PD partito delle prossimità sui territori

“Il dialogo sociale è venuto meno, riaprirò un colloquio con i rappresentanti delle imprese e dei corpi intermedi. Dobbiamo riaffermarci come partito della prossimità sui territori. Siamo diventati il partito della Ztl, dobbiamo sfidare la Lega sul territorio. Il territorio sarà il nostro campo da gioco. A cominciare dalla montagna, e da quelle montagne colpite dal terremoto”, ha aggiunto. “Darò a un membro della mia segreteria la responsabilità delle politiche di Prossimità, missione trasversale che riguarderà tutti i temi”, ha annunciato.

Il PD per un nuovo centrosinistra

Dobbiamo pensare che abbiamo vinto e governato quando abbiamo fatto coalizione. Quando siamo andati per conto nostro abbiamo perso. Nel 1996 e nel 2006, eravamo guidati da Prodi. La coalizione è fondamentale: io ci credo. Ad aprirsi ci si guadagna sempre. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra, su iniziativa e leadership del PD. Parlerò nelle prossime settimane parlerò con tutti. L’incontro col Cinque stelle guidato da Conte lo dobbiamo fare, sapendo che non sappiamo ancora come sarà quel M5s. Arriveremo con rispetto e attenzione a quel momento, un rispetto e attenzione che deve essere tipica del nostro partito. Dobbiamo avere filo da tessere, con logica espansiva. E’ un percorso difficile e molto ambizioso. Il Pd non farà mai un piccolo partitodeve avere l’ambizione di guidare una coalizione. Il primo test sono le amministrative ma il nostro obiettivo sono le politiche del 2023″.

Infine Letta ha concluso il suo intervento: “Mi hanno scritto che è impegnativo guidare questo partito e lo è ancora di più chiamandosi Enrico. Io sento profondo questo impegno, difficile e complesso, e lo intendo portare avanti con senso del limite, decoro e rispetto”.

Le istituzioni